Molto movimento intorno al set del Calice di Fuoco, teatro di due eventi particolari avvenuti negli ultimi giorni.

Il primo, risalente al 5 agosto scorso, riguarda l’intromissione di un gruppetto di accaniti fan nel Parco di Ashridge Woods, nell’Hertfordshire, dove si stanno girando alcune scene del film. A instradare il gruppo verso la location è stato un sospetto banco di nebbia, evidentemente artificiale, levatosi all’improvviso; ad attenderlo, però, gli uomini della security: “di qui non si passa”. Non si passa ma si guarda, ovvero niente può fermare l’ostinazione. Ecco quindi che i fan (pare siano stati almeno trenta) hanno atteso la pausa pranzo per vedere sfilare davanti agli occhi increduli ed eccitati i vari Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, James e Oliver Phelps, Mark Williams e Bonnie Wright. Forse qualcuno tra i più fortunati è riuscito pure a sbirciare qualche ripresa (la scena in questione è quella della Passaporta, che conduce la compagine alla Coppa del mondo di Quiddich). Solo la giovane e brillante Watson, sembra, ha raggiunto i fan contravvenendo alle regole e ha firmato qualche decina di autografi. Ma i fan, a giudicare dai reportage pubblicati insieme ad alcune foto sul sito Mugglenet, non si sono accontentati e hanno atteso altre tre ore, avanzando come ninja per conquistarsi la migliore visuale, in barba agli uomini della sicurezza. Ironia della sorte, un improvviso temporale ha interrotto le riprese sul più bello, per la delusione degli intrepidi osservatori. Ma un ultimo momento di tripudio è stato regalato da papà Radcliffe, che ha “passato” qualche autografo che il figlio stava firmando blindato nella macchina che di lì a qualche minuto lo avrebbe riportato in albergo.

La seconda notizia, purtroppo, non ha niente del buon umore e dello spirito d’avventura della prima. Venerdì 13 agosto una telefonata minacciosa ha raggiunto il Leavesden Studio di Londra, dove si stanno girando alcuni interni del film. “È ora che paghiate… per tutto quello che avete fatto alle nostre donne e bambini”. La minaccia inspiegabilmente era rivolta ai giovani attori. Uno scherzo? Sembrerebbe di no, soprattutto in considerazione del fatto che il film è prodotto da una major americana (la Warner Bros.) e che l’11 settembre non è poi così lontano. Le minacce hanno purtroppo un sapore terroristico e potrebbero essere legate in qualche modo ad Al-Qaeda, data soprattutto la fortuna anche economica che la serie sta riscuotendo in tutto il mondo. Le misure di sicurezza sono state intensificate, anche se la speranza è che si sia trattato di niente di più di una delle innumerevoli minacci verbali.