Costruzioni, suppellettili, vasi di ceramica, una costruzione finemente decorata con disegni geometrici dell'epoca preincaica di Tiahuanaco, anfore, fossili e persino una statuetta alta 40 centimetri, forse d'oro, emergono dagli abissi del lago Titicaca, che con i suoi 283 metri di profondità è il più grande lago dell' America latina (8.400 kmq) e uno dei più alti del mondo (3.812 metri sopra il livello del mare).
Lorenzo Epis, capo della missione archeologica dell'Akakor Geographical Exploring denominata Atahuallpa 2000, ha trovato e documentato con riprese e fotografie subacquee ottenute in 20 giorni di immersioni, quelli che sembrano essere i resti di una civiltà scomparsa risalente a 1.000-1500 anni fa.
Dai fondali del lago, che si trova al confine fra Bolivia e Perù, sono emerse quattro grandi strutture fra le quali, ha informato lo stesso Epis in una conferenza stampa, "si distinguono un probabile tempio sacro lungo 200 metri e largo 50, un appezzamento utilizzato per coltivazioni e un muro di contenimento lungo più di 800 metri, che proteggeva gli orti situati 25 metri sotto il livello delle acque".
A 10-15 metri di profondità nelle acque del lago è stata inoltre individuata un'isola di tre chilometri per 600 metri.
Ciò fa supporre che il livello delle acque 500 anni fa fosse di almeno 50 metri più basso.
Il viceministro della cultura colombiano, Antonio Eguino, ha confermato l'importanza della scoperta, per valorizzare la quale, ha detto, "chiederemo aiuti internazionali".
Per parte sua l'antropologo boliviano Eduardo Pareja, ha detto che "è insolito trovare in uno spazio così piccolo tanti reperti di civiltà diverse come le Tiahuanaco, Chiripa e Inca".
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