Ormai non c'è verso di frenare tutte le possibili variazioni sul tema dei supereroi. Icone della cultura popolare, gli eroi Marvel sono oggetto dell'omaggio di artisti di ogni sorta.
Stavolta la chiave di lettura è quella dei romanzi pulp, con i quali in fondo c'è moltissima analogia. Intanto nel meccanismo di produzione seriale, che imponeva tempi ristrettissimi di produzione per la fidelizzazione del lettore, sia perchè i fumetti di supereroi infatti sono stati considerati per molto tempo merce di consumo "usa e getta", e pertanto anche i comic-book erano stampati su carta molto economica.
Un eroe pulp poco noto al grande pubblico di oggi era l'agente segreto Matt Helm, ideato da Donald Hamilton, protagonista di 27 romanzi scritti da Donald Hamilton (1916-2006), tra il 1960 e il 1993. In realtà esisterebbe anche un romanzo del 2002, The Dominators, che però è rimasto incompiuto.
Il personaggio, di culto tra gli appassionati del genere, era un agente segreto statunitensi nelle cui avventure era presente quel miscuglio di sesso, violenza, feticismo per le armi e amoralità che contraddistingue ancora oggi molte spy-story moderne. Non si trattava di un eroe tormentato o irrisolto come quelli di Le Carrè per esempio, ma di un efficace professionista del suo campo: le uccisioni.
Non tutti i romanzi di Matt Helm sono stati pubblicati in Italia e al momento sono reperibili solo nelle bancarelle dell'usato.
Il personaggio fu protagonista di quattro lungometraggi, interpretati da Dean Martin, e di una serie di telefilm negli anni '70, interpretata da Anthony Franciosa. Nel 2002 i diritti cinematografici del personaggio sono stati acquisti dalla Dreamworks, ma nessun progetto a tutt'oggi è stato messo in cantiere.
A questo personaggio, oltre che ai fumetti Marvel, l'artista Calamity Jon ha reso omaggio, con delle cover che attribuiscono ad Hamilton la paternità di romanzi aventi per protagonisti Natasha Romanova, ossia la Vedova Nera dei fumetti e dei film Marvel.
I titoli sono realmente ispirati a storie della Vedova Nera. Sia Death to The Black Widow: A Natasha Romanova Thriller che The Sting of the Widow: A Natasha Romanova Thriller riprendono i titoli di due storie di Roy Thomas, pubblicate rispettivamente nel numero 3 e 7 della collana Amazing Adventures.
Le copertine sono assemblate con illustrazioni realizzate da Daniel Acuña, riprendendo la grafica dei romanzi polizieschi aventi per protagonista il personaggio di Mike Shayne, scritti da Brett Halliday, per la maggior parte pubblicati nella collana Giallo Mondadori.
Alle scanzonate atmosfere di Leslie Charteris è invece ispirato Calamity Jon per la versione pulp di Janet Van Dyne, ossia Wasp, fondatrice dei vendicatori e ancora poco nota al grande pubblico cinematografico.
Charteris è l'autore di un altro personaggio iconico, ossia Simon Templar, alias il Santo. Non si trattava stavolta di un agente inquadrato in un servizio segreto, ma di un avventuriero che agisce per propri scopi, che alla fine si ritrova, suo malgrado, dalla parte dei "buoni". Se poco noti e reperibili sono i romanzi, scritti dal 1928 al 1963 da Charteris (anche in questo caso non tutti tradotti in Italia), e dagli anni '60 a fine anni '90 da diversi scrittori, molto nota è almeno una delle trasposizioni "live" del personaggio, ossia la serie di telefilm che lanciò la carriera di Roger Moore negli anni '60. Non molti sanno che Moore era la prima scelta dei produttori della serie dei film di James Bond, ma che dovette rinunciare per l'impegno nei panni de "Il Santo" (il soprannome di Simon Templar). Fu ingaggiato Sean Connery, che divenne il mito che tutti noi conosciamo. Moore comunque ebbe la sua occasione di vestire, con successo, i panni del personaggio più avanti.
Anche in questo caso la storia di Wasp, No Place To Hide riprende il titolo di una storia "classica", il numero 54 di Tales to Astonish, scritto da Stan Lee. L'illustrazione è di Robert McGinnis, ed è tratta dalla copertina del romanzo The Wind-Up Doll di Carter Brown.
Quanto a Luke Cage, alias Power Man, alias l'eroe a pagamento, è stato immaginato come protagonista di un romanzo scritto da Charles Willeford, l'ideatore di Hoke Moseley, protagonista di un ciclo di quattro romanzi che grazie a Marcos Y Marcos sono stati di recente pubblicati in Italia, anche se non so se siano ancora in catalogo. Il ciclo è composto dai romanzi: Miami Blues, Tempi d'oro per i morti, Tiro Mancino e Come si muore oggi.
L'autore ha lunghi trascorsi di letteratura pulp, e pochissimo materiale è disponibile in lingua italiana.
Hero for Hire utilizza ovviamente il titolo della prima serie di cui è stato protagonista Luke Cage, scritta da Archie Goodwin. L'illustrazione è di Stanley Borack, tratta dalla copertina di Hellbottom di Eric Corder.
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