China Miéville, autore eclettico di opere quali La trilogia del Bas -Lag, The City & the City, Embassitown, ha partecipato alla Edimburgh World Writer's Conference tenutasi durante il Festival Internazionale del Libro di Edimburgo. L'argomento del dibattito riguardava il futuro del romanzo.
La conferenza ha voluto fare una riproposizione dell'edizione 1962, radunando cinquanta autori dalla Scozia all'Argentina, dalla Repubblica Domenicana al Pakistan.
La manifestazione originale - rimasta famosa per gli scambi vivaci - vide la partecipazione di personaggi come Rebecca West, Henry Miller, William Burroughs, Muriel Spark e Mary McCarthy.
Che Miéville sia un personaggio fuori dalle righe e sostenitore di idee drastiche lo sappiamo: non si è smentito. Uno degli argomenti di cui ha parlato con forza è l'anti-pirateria.
"Le misure anti-pirateria per le opere letterarie sono in malafede, ipocrite, inutili e "artisticamente filistee" dice l'autore, e aggiunge: "Gli scrittori dovrebbero dare il benvenuto a un futuro dove i lettori remixano i nostri libri. I fan della musica remixano gli album e li postano online, così i lettori dovrebbero poter "rivisitare" un romanzo. In futuro, la risposta a "hai letto questo libro?" potrebbe essere "remixato da chi?"
Del resto, c'è già stato un assottigliamento dei confini fra scrittori, libri e lettori, con l'autoproduzione e la fanfiction.
Miéville continua affermando che l'effetto di Internet e della distribuzione digitale sulla fiction non dovrebbe essere creare ebook "potenziati" ma piuttosto aumentare l'accesso ai testi. Secondo lui, il libro originale sarà sempre ancora lì, e non verrà rubato.
Queste affermazioni hanno suscitato reazioni poco favorevoli:
più di uno fra gli artisti ospiti si è dimostrato scettico di fronte alla posizione di Miéville, giudicata, nel migliore dei casi, utopistica.
Tra gli altri, Ewan Morrison, autore di Tales from the Mall, ha definito questa visione del futuro "ingenua, basata su una sorta di dot-comunismo, ovvero un sinistrismo spurio che prevede di andare verso una realtà di informazioni condivise".
Il problema di questo "nuovo mondo", secondo Morrison, è che sarebbe "demonetizzato" per gli scrittori, impossibilitati a sopravvivere fra tutti i libri mashup.
Tra le altre cose, durante il dibattito, Miéville ha invocato un salario uniforme per scrittori, romanzieri e poeti, equivalente alla paga di un operaio specializzato: una mossa capace di fermare il "teppismo filisteo del mercato". Questo causerebbe perdita di danaro per gli scrittori di best seller ma, secondo l'autore, migliorerebbe la situazione degli altri, permettendo loro di scrivere a tempo pieno.
8 commenti
Aggiungi un commentoIl salario fisso è la lapide sulla tomba della meritocrazia. Al più si può parlare, volendo esagerare, di salario minimo... che è cosa ben diversa.
Conoscendo l'ideologia politica di Miéville non mi stupisce la sparata sullo stipendio minimo...se sono contenti lor scrittori, ma ne dubito.
Ripeto: lui ha parlato di stipendio fisso, non minimo. Che è peggio.
Sì, ho sbagliato io a scrivere.
Ad ogni modo, per i temerari, sul tubo c'è l'intero panel – 2 ore! – probabilmente l'argomento viene un po' approfondito, al di là delle considerazioni finali sulla sua validità ovviamente.
tralasciando che già adesso i salari sono "calmierati" in ambito pubblico ed in fondo in fondo anche per i liberi professionisti non high end e che quindi già viviamo in una sorta di comunismo della retribuzione senza i vantaggi di un vero comunismo, devo dire che l'idea del remix non mi entusiasma troppo.
Poi diciamolo, se kim dot com torno e mette in atto il nuovo sistema di vendita per la musica (che potrebbe essere diffuso a molti altri media), siae e compagnie varie sono totalmente fuori gioco.
Modalità utopica off
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