Diciamolo: a volte gli attori farebbero bene a rimanere nel ruolo recitativo piuttosto che tentare “la via del comando” alle prese con la direzione di un lungometraggio. La delusione, sia per loro che per gli spettatori è sempre in agguato.
Ma le eccezioni sono ormai tali da non rendere questo paradigma così definitivo. Abbiamo imparato a rispettare Eastwood per i suoi gioiellini cinematografici come Gran Torino e Mystic River, abbiamo applaudito la trasposizione cinematografica di Iron Man diretta da Jon Favreau che è riuscito anche a ricavarsi uno strepitoso personaggio al servizio full time del miliardario più tecnologico del pianeta. Quindi non bisogna partire prevenuti verso le velleità di un talentuoso attore come Ryan Gosling, visto recentemente nel pregevolissimo Le idi di Marzo con la regia di un altro attore passato dall’altra parte della cinepresa che si chiama George Clooney.
Il problema non risiede nella volontà ma, forse, nella scelta del progetto, perché un film fantasy è materia assai difficile da trattare. Troppi i modelli di riferimento e troppo pignoli, a ragione, i suoi fan che in passato sono stati bistrattati e valutati poco più che cerebrolesi con tendenze dissociali. Ora però che il fantasy e globalmente riconosciuto come una vera macchina da soldi il vento e cambiato e il fantasy è diventato da prodotto di nicchia a vero e proprio sfascia-botteghini. Quindi è logico che tutto ciò che lo riguardi diventi serissimo.
Il titolo del progetto è How to catch a monster che letteralmente si traduce in “Come catturare un mostro” di cui Gosling ha scritto anche la sceneggiatura. In un luogo come l’America, terra delle opportunità, questo è comunque insolito, perché i reparti artistici sono fortemente compartimentalizzati ed è molto difficile uscire dalle strette maglie dei sindacati, che hanno una fortissima influenza sulle produzione. Al novello regista, quindi, va riconosciuto il coraggio di prendersi tutte le responsabilità, nel bene e nel male, del suo progetto.
Ma Gosling rimane pur sempre un attore che è ben consapevole di cosa il pubblico voglia da un film e, a quanto pare, il primo passo della produzione l’ha indovinato, perché la scelta della protagonista è caduta sulla procace e bellissima Christina Hendricks, vero e proprio feticcio della serie Mad Men che ha stregato con le sue forme e la sua bravura una bella fetta del pubblico maschile.
A parte questo, si sa che il film sarà un intreccio di fantasy e noir virato in una fiaba moderna. La trama è abbastanza attorcigliata e viene riassunta dalle parole dello stesso Gosling: “Opponendosi alla scomparsa onirica e surreale della sua città, Billy, una madre single di due bambini, si lascia trascinare in un mondo sotterraneo di macabra e oscura fantasia, mentre suo figlio adolescente (Bones ndr) scopre una strada segreta che porta a una città subacquea. Sia Billy e Bones devono tuffarsi in profondità nel mistero, se la loro famiglia vuole sopravvivere.”
A prescindere dal fatto che qualsiasi sceneggiatore che legga una sinossi simile venga colto da una sincope – come ci si oppone alla scomparsa onirica e surreale di una città? Cos’è un mondo sotterraneo di macabra e oscura fantasia? - la storia sembra un Pout Pourri di generi che vanno da Twilight Zone a Viaggio al centro della terra, passando per uno qualsiasi dei film di Gulliermo del Toro per approdare al pessimismo gotico Proyasiano. Insomma: un gran casino. In questo il nostro Ryan non si discosta da molti suoi predecessori che alla prima fatica registica vogliono assolutamente partire con un Piano Sequenza: perché è figo… anche se è il movimento di macchina più complicato del cinema e solo pochi grandi sono in grado di realizzarlo a dovere.
C’è da augurarsi che nella mente dell’aspirante regista il soggetto sia decisamente più lineare. Ma in America un’opportunità non si nega a nessuno e non si critica mai, prima di avere visto il prodotto finito. Però, con simili premesse, dubitare rimane sempre lecito.
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