Con l’avvento dell’eboook alcune cose sono destinate a cambiare, con la sparizione di tutte le problematiche relative alla stampa e al problema dei volumi invenduti e resi all'editore, ma rimane il fatto che pubblicare un libro sia un rischio. L’editore vi investe sopra tempo e denaro, e se non ne ha un riscontro economico non ha nessun interesse a proseguire la pubblicazione. Questo, a meno che non sopraggiungano altri problemi come un mancato accordo fra editore e autore, è il motivo principale per cui la pubblicazione di una serie viene interrotta, indipendentemente dal suo valore letterario o da quanto possa essere piaciuta ai suoi evidentemente pochi lettori.
Se Mondadori ha abbandonato la serie di Robson e Armenia ha abbandonato quella di Russell, probabilmente lo hanno fatto a causa di vendite troppo basse rispetto alle aspettative iniziali.
A motivi commerciali e logistici si deve anche l’intervallo di tempo che separa la pubblicazione di un volume di una saga dal successivo.
Ogni scelta è sempre possibile, quindi a volte gli editori pubblicano contemporaneamente più volumi di una stessa saga (in genere in questo caso si tratta di ristampe e non di vere e proprie novità) in modo da invadere le librerie con una presenza massiccia e aumentare la propria visibilità. Più spesso, però, anche se già disponibili in lingua originale, i vari libri vengono dilazionati nel tempo.
Un motivo può essere legato al desiderio di non stampare un numero eccessivo di copie per poi ritrovarsi il magazzino invaso dalle rese dei volumi invenduti, particolarmente problematiche se si tratta di opere di grosse dimensioni.
Faccio un esempio pratico, anche se rigorosamente inventato. Ciascuna libreria ordina le novità con un certo anticipo, in modo che l'editore sappia quante copie stampare di ciascuna opera. L'operazione di stampa non viene fatta da un giorno all'altro ma richiede un po' di tempo, a meno che non si tratti di un bestseller di un grosso editore che ha a disposizione strumenti e risorse irraggiungibili ai più. Il libro che esce oggi probabilmente è stato stampato da almeno un paio di settimane, e ordinato dai due ai quattro mesi prima.
Perciò se un editore vuole lanciare alla grande la saga di Tizio Caio, con i primi tre volumi pubblicati a un mese di distanza l'uno dall'altro, può convincere un'ipotetica libreria a ordinarne 50 copie ciascuno, ma si impegna in un salto nel buio. Se il primo libro dovesse rivelarsi un fiasco, con solo una manciata di copie vendute, lui avrebbe comunque buttato via soldi per stampare copie inutili da un punto di vista commerciale visto che i tre volumi sarebbero stati ordinati nello stesso istante, prima di conoscere le vendite reali dell'opera. Se invece fra il Libro Primo e il Libro Secondo l'editore si rende conto di aver venduto (facendo il calcolo solo su quella libreria, ma è ovvio che le cifre andrebbero poi riportate su scala nazionale) solo 10 copie, la tiratura del Libro Secondo sarà ridotta di conseguenza, probabilmente a 8 copie visto che qualche lettore si perde sempre per strada. In questo modo l'editore non avrebbe sprecato via i soldi per la stampa, il deposito e il trasporto di oltre un'ottantina di volumi, con un notevole risparmio. Perché questa verifica sia possibile, però, i vari volumi devono essere pubblicati a parecchi mesi di distanza l'uno dall'altro.
Un altro aspetto può essere quello di voler dilazionare costi e guadagni. Per quanto piaccia fare ottimi incassi pubblicando libri di successo – e con gli autori già noti gli editori sanno quasi sempre con una buona approssimazione quali saranno gli incassi – concentrare tutti i libri più importanti in un unico periodo e poi trovarsi lunghi periodi in cui gli incassi sono ridotti non è esattamente la migliore strategia commerciale.
Al contrario, se il libro vende poco l'editore può scegliere di rientrare nelle spese di stampa e commercializzazione prima di pubblicare una nuova opera di quello stesso autore.
Un ulteriore elemento è dato dalla possibilità di colmare le aspettative del pubblico proponendogli regolarmente qualcosa d'interessante.
Ciascun lettore ha un certo numero di ore che può dedicare alla lettura. A volte possono essere di più, a volte di meno, ma sono comunque un numero limitato. Se nell'arco di un paio di settimane un lettore dovesse trovare in vendita una ventina di libri interessanti dovrebbe per forza di cose fare una scelta, e qualcosa finirebbe con il rimanere indietro. E quando un libro viene rimandato a più tardi spesso viene dimenticato, con la sua lettura continuamente posticipata da libri più nuovi che, in bella vista sui tavoli dei negozi, attraggono l'attenzione del lettore. Se quegli stessi libri venissero pubblicati nell'arco di quattro mesi il lettore avrebbe più tempo per leggerli perché li scoprirebbe in modo più dilazionato, e probabilmente ne leggerebbe di più. Inoltre se il primo volume di una serie piace se il secondo è già disponibile il lettore lo acquista subito, a discapito di un'altra serie che magari gli sarebbe piaciuta altrettanto e che invece finisce nella “lista d'attesa”. E se i nuovi volumi di una serie amata vengono sempre attesi e cercati, quando una serie viene ignorata all'inizio spesso viene ignorata per sempre.
Perciò, anche se una manciata di lettori vorrebbero poter leggere tutta una serie in poco tempo, per conquistare un numero maggiore di lettori senza stampare libri invendibili e portando avanti il maggior numero di serie possibile, per l'editore è più conveniente far passare parecchi mesi – quando non addirittura un anno – fra il primo e il secondo volume di Tizio Caio, e intanto proporre un romanzo di Sempronio e uno di Pinco Pallino.
Aspettare per poter leggere un libro quando il lingua originale è già disponibile non fa piacere a nessuno, ma i tempi degli editori sono basati più su motivi commerciali che sulla curiosità dei lettori.
Finisce qui la seconda parte del nostro viaggio nel mondo dell'editoria. Nella terza parte ci soffermeremo sulle traduzioni.
Note
6) Ne parla, ad esempio, nelle FAQ presenti sul suo sito: http://georgerrmartin.com/faq.html.
7) http://www.brandonsanderson.com/article/56/Splitting-AMOL.
8) http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/14609/1/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco-nuova-edizio/.
28 commenti
Aggiungi un commentoInteressanti questi articoli, ancora non ho avuto la possibilità di leggere tutti i post ma posso dire che:
1) abito in provincia ma se voglio un libro lo trovo, ordinandolo in libreria oppure on line.
2) Erikson mi ha detto che in Germania le sue opere sono state spezzate anche in quattro parti, per motivi editoriali (la traduzione "lievitava"
3) sono curiosa di leggere l'articolo che parlerà delle traduzioni: su queste ho il dente non avvelenato, di più.
Condivido la tua curiosità, Cristina.
@ Martina
Ti ringrazio perché la tua risposta è stata puntuale, precisa e competente. Io non faccio come (primo) lavoro un'attività legata al mondo dei libri, perciò non conosco tante dinamiche, ma alcune sì.
Ero stato impreciso nel mio intervento precedente e in effetti mi sarei comunque corretto, ma mi hai preceduto: nessuna libreria mi ha impedito di ordinare un libro presente nel suo catalogo, bensì mi ha assolutamente negato il piacere di poter ordinare un libro fuori catalogo, di editori che non erano conosciuti (dalla libreria in questione, perché altrimenti abbastanza noti...). E devo sottolineare come ci siano grossi problemi talvolta con la distribuzione, che spesso con gli editori ha ben poco a che fare... Però non è corretto - secondo me - lasciare un cliente senza informazioni adeguate; e comunque senza un adeguato "ricambio" editoriale resta il fatto che ci troveremo sempre a leggere la stessa roba, in una salsa o in un'altra.
Non sono completamente d'accordo con le politiche di vendita delle librerie perché secondo me peccano di lungimiranza. Il discorso: un libro è di una grande casa editrice, oppure è di Paolini, oppure è pubblicizzato con cartelloni megagalattici perché parla di una ragazza drago e si inscrive nella scia tracciata dalla Troisi, e allora vende, beh...è vero, ma un po' miope: pretende che gli utenti siano ignoranti e tali restino per sempre. E invece, se non erro, le vendite calano. E non penso sia solo dovuto alla crisi. Molta gente è stufa. Non è stimolata a cercare qualcosa di nuovo, perché nemmeno sa che esiste. Allora si rifugia negli Harmony e buona notte a tutti.
Comunque non è certo colpa degli addetti alla vendita, ma delle politiche di gestione adottate a livello più alto. Politiche che spesso sono demoralizzanti per chi comunque con l'editoria deve in qualche modo interfacciarsi, senza capirne per nulla i meccanismi e le regole, spesso assai criptiche...
Un'ultima cosa, su quanto hai detto:
E poi hai detto che è a Milano...
Beh, io sono abbastanza fortunato perché di solito vado in libreria a Bologna, ma pensa a chi vive in un posto piccolo. Scelta pari a zero. E via, tutti a leggere libri con "cinquanta sfumature" diverse e che tuttavia si assomigliano tutti quanti...
A livello editoriale si definisce fuori catalogo un libro per il quale l'editore non detiene più i diritti. Magari lo sapevi, magari no. A volte tendiamo a dare per scontati termini tecnici che noi usiamo quotidianamente, senza renderci conto che per chi si occupa di altro possono essere termini un po' oscuri.
Il libro fuori catalogo non è ordinabile o, se la libreria ne ha ancora qualche copia, non lo può rendere, perché legalmente l'editore non ne è più proprietario, in un senso come nell'altro.
Se invece è semplicemente un editore sconosciuto dalla libreria ci possono essere due casi. Può essere un libro che il libraio non sa di poter ordinare, specie se la libreria è grande. Io non ricordo tutti gli editori che trattiamo.
Qualche mese fa ho scritto un articolo relativo all'assegnazione del World Fantasy Award for Lifetime Achievement a George R.R. Martin e Alan Garner. Credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che io conosca abbastanza bene la carriera di Martin da poterne scrivere con facilità.
Garner però mi era sconosciuto, e quindi ho dovuto fare una ricerca specifica. Ho scoperto così che i suoi libri sono pubblicati da un editore che in precedenza forse non avevo mai neppure sentito nominare, Filadelfia. Però, siccome quello che ho letto su Garner mi ha incuriosita molto, appena arrivata al lavoro ho fatto un controllo e ho scoperto che avevamo la scheda dei tre libri, anche se il computer non indicava il fornitore. Così ho preso il catalogo degli editori, ho visto chi era il distributore e ho inserito l'ordine a computer chiedendomi se il libro sarebbe arrivato o no. Visto che è arrivato l'ho acquistato e letto.
Questo tipo di procedura, verifica del'esistenza della scheda ed eventuale controllo del distributore, per me e i miei colleghi è prassi normale, anche se non sempre possiamo ordinare il libro.
Se il libro non ha la scheda non lo ordiniamo. Se il distributore non è uno di quelli con cui siamo in contatto idem. Io non ricordo tutte le parecchie centinaia di editori che teniamo in negozio, però ricordo quei nemmeno 30 fornitori con cui siamo in contatto, e se quel libro non è distribuito da nessuno di loro non lo posso ordinare.
Ecco, fa una grossa differenza il fatto che io non ricordi il nome dell'editore (dettaglio marginale a cui si rimedia facilmente) o che non ci siano rapporti commerciali fra di noi, perché in quel caso per me è come se quel libro non esistesse. Ripeto, io so benissimo che Elara esiste, terrei molto volentieri i loro libri però non posso. Non conosco Ciesse, se qualcuno dovesse chiedermi un loro libro farei uno specifico controllo.
Vero, li abbiamo avuti anche noi, ed è un peccato sia per noi che perdiamo i clienti che per gli editori che perdono vendite. Però se la nostra amministrazione e quella del distributore devono risolvere questioni burocratiche non c'è nulla che possa farci. Posso solo essere onesta con in cliente e dire che il servizio ordini è temporaneamente sospeso.
Se un libraio non spiega le cose chiaramente è un suo errore, anche se (e non mi sto riferendo a te, sia perché non ci siamo mai incontrati sia perché dal tono delle tue risposte direi che tu sei tutto meno che maleducato) se il cliente è maleducato ti assicuro che passa la voglia di dare qualsiasi informazione e ci si limita al minimo indispensabile.
Purtroppo questo aspetto è legato alle vendite: se un libro vende si tiene in negozio, se non vende no, indipendentemente da ogni altra considerazione. In passato io ho reso Le torri di cenere e I re di sabbia di Martin perché non vendevano. Il fatto che a me quei libri siano piaciuti molto non aveva nessuna rilevanza. Posso forse fare un'eccezione, perché penso di poter consigliare io un determinato libro al cliente giusto, ma non posso farne in continuazione altrimenti il negozio chiude.
@ Martina
Ti ringrazio per le ulteriori precisazioni.
Solo per definire più precisametne il contesto in cui mi stavo muovendo:
No: intendevo solo dire che la libreria non conosceva l'editore nello specifico.
Ecco, dunque: era proprio questo il punto della mia riflessione. Siccome NON sussistevano rapporti commerciali tra la libreria e l'editore (o meglio, in quel caso mi è stato detto che non esistevano rapporti tra la libreria e il distributore dell'editore) mi è stato detto che il libro non era ordinabile. Ora grazie alla tua spiegazione la dinamica mi è più chiara.
Resta il fatto che nella fattispecie (o meglio: nelle fattispecie, perché in realtà l'esperimento l'ho tentato più volte), non sempre mi sono trovato davanti persone "godevoli". Non posso dire che siano state irrispettose, anche perché avendole io trattate con rispetto non mi hanno potuto ripagare con moneta troppo diversa, però certo non proprio affabili. Questo è un problema della singola persona, anche se ho notato che nella mia città alcune specifiche librerie sembrano essere fatte apposta per contenere strani personaggi altezzosi e poco disponibili.
Peccato, però. A me andare in libreria piace sempre molto.
Certe situazioni sono così grottesche, che si potrebbe ridere, se il quadro non fosse così fosco. Poi non ci si deve meravigliare se certe case editrici vengono disprezzate e prese a male parole. Ma si sa, la vita rende quello che si dà e si merita. Vedere le reazioni dei lettori in risposta a questo post di Fanucci:
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