Casa Produttrice: Cyanide Studios
Versione Provata: PS3
Genere: RPG
Voto: 3/5
La saga Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco è senza dubbio un magnete di tempeste mediatiche, il Re Mida degli ultimi anni, la gallina delle uova d’oro firmata HBO.
Scritta da George R. R. Martin è ormai stata spolpata fino all'osso, cercando di macinare soldi con ogni tipo di merchandising, che si parli della maglietta con scritto “Winter is coming” o della replica ufficiale della spada di Ned Stark; quindi, come di routine, anche il mondo videoludico è arrivato a godere delle meravigliose atmosfere della Barriera o di Approdo Del Re…in teoria.
La trama è molto ben costruita, non stupirebbe se ci fosse lo zampino di Martin, come già capita nella serie tv, a dare profondità a una storia che, ahimè, è uno dei pochissimi punti forti del gioco.
I protagonisti sono due: Alester Sarwyck, monaco rosso di nobili origini, scappato nelle Città Libere per motivi ignoti, e Mors Westfold, Guardiano della Notte e mutaforma, con dei grossi problemi relazionali e un cagnolone ancora più grosso per amico.
La storia di entrambi comincia quindici anni dopo la Ribellione: mentre Mors si ritrova sin da subito a combattere da solo un'intera tribù di bruti, Alester deve rientrare nelle usanze e tradizioni dei nobili a causa della morte del proprio padre e la scomparsa del fratello minore, accusato di parricidio.
Il ritorno in patria del Monaco Rosso crea scalpore tra la sua stessa gente, tra chi lo credeva morto e chi, invece, avrebbe preferito che lo fosse. Così, è forzato dalla sua stessa coscienza a prendere le redini delle terre del padre, ormai in rovina.
Sua sorella, dopo aver provato a mandare avanti la casata da sola, è costretta a sposare un Lord per poter continuare a governare, ma la scelta della Regina Cersei cade su Valarr, guerriero assetato di sangue, nonché loro fratellastro.
Diversamente, Mors è costretto a lasciare quella che ormai è la sua casa, la Barriera, per fare un favore a un vecchio amico, Jon Arryn, primo cavaliere del re Robert Baratheon, che in una lettera gli chiede di trovare una donna misteriosa e di tenerla al sicuro. Per far sì che Mors possa allontanarsi dal muro di ghiaccio per muoversi liberamente tra le terre del sud, il lord comandante dei Guardiani della Notte lo nomina Reclutatore.
Mentre la trama del Guardiano della Notte si ritroverà a essere più basata sulla battaglia, con piccoli intermezzi investigativi, i capitoli riguardanti Alester saranno molto più incentrati sulla diplomazia e l'inganno, come ci si aspetterebbe da un vero nobile.
La storia, intricata e violenta, vede muoversi al suo interno dei personaggi ai quali è facile affezionarsi, profondamente caratterizzati sin dai primi capitoli, ed è questo il punto cardine di tutto il gioco. La trama è talmente ben costruita, che il comparto tecnico fallimentare quasi non sembra disturbare la fruibilità del gioco.
Da un titolo relativamente nuovo, si parla infatti dei primi mesi del 2012, rappresentazione di un brand molto importante come quello de Il Trono di Spade, ci si aspetta di più.
Invece cosa ci ritroviamo tra le mani?
Una serie sconfinata di bug (il bloccarsi tra le porte, ad esempio, senza riuscire a muoversi perché il vostro compagno è impalato a terra di fronte a voi, neanche fosse una statua di granito), una grafica che fa rimpiangere le vecchie console, la componente motoria dei personaggi pari a quella di un cavallo zoppo, la poca integrazione delle texture di gioco al personaggio e viceversa.
Le fasi di gioco sono spesso tristemente ripetitive e spesso estenuanti, anche a livelli di difficoltà bassi, a causa dei combattimenti che non sempre sembrano molto bilanciati. Vi capiterà di morire più e più volte contro un solo soldatino, mezzo nudo e armato di forchetta, e di battere interi eserciti senza bisogno di troppo impegno.
Insomma, diciamo che siamo di fronte all'ennesima presa in giro da parte delle case di produzione videoludiche, che sfruttano un titolo importante come quello di Game of Thrones per venderci un gioco che altrimenti, forse, non avremmo mai comprato, perché tecnicamente è stato pensato male e, se possibile, sviluppato peggio.
Eppure, nonostante tutto, questo gioco merita la sufficienza.
La storia porta il voto di questo gioco da 0 a 3 in un batter di ciglia, e chiunque abbia amato i libri e la serie tv, dovrebbe giocarci.
La profondità dei personaggi, la tessitura fitta degli intrighi, la cattiveria degli antagonisti, il dover fare scelte difficili che avranno conseguenze nel prosieguo del gioco: tutti questi fattori riescono a fare sentire il giocatore totalmente immedesimato nei protagonisti.
Cosa abbiamo di fronte, ricapitolando?
Probabilmente quello che ci si aspettava.
Non un gioco dell'anno, non un capolavoro, ma un buon gioco, appassionante e fedele al titolo che porta.
Un gioco nel quale bisogna riuscire a sopportare i primi dieci minuti, che sono esattamente quelli che ci vogliono per addentrarsi nella trama, e a quel punto difficilmente lo mollerete.
Provatelo nell’attesa della nuova stagione della serie, in arrivo in primavera e…preparatevi. L'inverno sta arrivando.
Game of Thrones, il videogioco
Immagini dal videogioco RPG tratto dalle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin.
3 commenti
Aggiungi un commentoNon è piuttosto "l'ennesima presa in giro da parte della case di produzione cinematografiche (o televisive) che pensano basti un titolo importante come quello di GoT per fare un gioco di successo"?
Sin dai tempi di ET, primi anni '80, console Atari, la questione dei tie-in ritorna. Il più delle volte il problema è che il grosso del budget di questi prodotti è speso per l'acquisto della licenza di sfruttamento dei diritti, lasciando per le altri componenti, come le ore uomo per sviluppo e test, budget persino inferiori alla media.
Quasi sempre sono prodotti che alla fine compra il fan sfegatato per collezionismo e che i non appassionati odiano. Peccato.
Faccio solo notare una cosa: secondo Emanuele quando si tratta di Martin io trovo sempre il modo di dire la mia. Stavolta no, visto che di videogiochi non capisco nulla.
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