Prodotto da Sam Raimi, che ricordiamo per una fortunata trilogia di Spider-Man oltre che per L'Armata delle Tenebre, il film che gli diede la notorietà, The Possession è un film horror che rivendica le proprie origini da un fatto reale, ovvero dal tentativo di vendere su Ebay (sistema di aste online) una misteriosa scatola che, a detta del venditore, era stata causa di una quantità di disgrazie.
L'episodio, di qualche anno fa, avrebbe scatenato l'interesse degli investigatori del paranormale: si sarebbe scoperto che la scatola, portata negli Stati Uniti da una sopravvissuta dell'Olocausto, sarebbe stata legata alle leggende sui Dibbuk, demoni della tradizione ebraica. La Ghost House Pictures, casa di produzione di Raimi, si impadronì dell'idea pensando che ne potesse nascere un'ispirazione per qualcosa di speciale.
Il film riunisce quindi alcuni dei fatti che sarebbero capitati agli sfortunati possessori della scatola e li fa accadere tutti a un'unica famiglia, in una casa da poco acquistata per via di una separazione in corso. Abbiamo due ragazze che dividono il proprio tempo tra una madre premurosa, Stephanie (Kyra Sedgwick) che si sta rifacendo una vita con un nuovo fidanzato, Brett (interpretato da Grant Show), mentre il padre Clyde (Jeffrey Dean Morgan) è fin troppo preso dai problemi della carriera, una carriera brillante ma che, s'intuisce, ha contribuito al fallimento del matrimonio. Delle due ragazzine Hannah (Madison Davenport) è la più forte e tranquilla, Em (Natasha Calis) quella che sembra subire maggiormente il trauma della separazione dei genitori. Da una vendita all'aperto (di quelle comuni negli USA della borghesia suburbana, quando una famiglia si libera di cose che non servono più) Clyde acquista per Em una misteriosa scatola, a cui la ragazza comincia a essere morbosamente attaccata. Quando il padre ospita le due figlie nella casa che ha appena acquistato, iniziano a succedere degli strani fenomeni. Clyde sarà prima scettico, poi sempre più preoccupato, ma le sue buone intenzioni lo metteranno nei guai poiché inizialmente la storia di quello che sta avvenendo alla piccola Em è troppo strana per essere creduta e capita fino in fondo.
I temi a cui la regia fa riferimento sono quindi abbastanza tradizionali e, come si può vedere, la storia vera che la produzione afferma esser stata l'ispirazione di questo film non appare praticamente per nulla nella storia: lascia spazio fin dal principio a tematiche classiche. Ovvero possessioni demoniche, case stregate, difficoltà esistenziali di giovanissimi che si traslano dal piano reale a quello del mistero e del sovrannaturale.
La produzione ha parlato di strani episodi che sarebbero avvenuti durante le riprese, del cast che sarebbe stato riluttante ad avere qualsiasi cosa a che fare con la misteriosa scatola e con gli oggetti conservati al suo interno, e dei momenti di reale brivido avvenuti in certe scene girate in un ex istituto psichiatrico. Tutto questo può essere efficace come "viral marketing," ma la realtà è che il film viaggia prevedibile su binari molto collaudati, con alcune scene chiave girate in maniera troppo affrettata e sbrigativa per essere veramente di effetto.
Il regista danese Ole Bornedal, nonostante si sia fatto notare proprio per un film dell'orrore (Nightwatch del 1997, che è poi il remake per il pubblico di lingua inglese del film che lui stesso aveva portato al successo in patria), non è stato in grado di estrarre il meglio dal materiale a sua disposizione. C'è competenza nell'uso delle luci e in qualche scena sconcertante che non vogliamo anticipare, ma purtroppo The Possession sa di già visto e scivola qualche volta perfino nell'involontariamente ridicolo. Gli attori sono di qualità: la Sedgwick una veterana di cinema e TV, Morgan lo ricordiamo dal ruolo del Comico in Watchmen, le due ragazze se la cavano abbastanza bene (la Calis è sugli schermi dall'età di 7 anni), c'è pure la comparsa in un ruolo anomalo del cantante reggae ebraico Matisyahu (al secolo Matthew Paul Miller), un cantante che mescola elementi ebraici tradizionali alla musica moderna. Il film ha raccolto in patria un incasso che ripaga abbondantemente il budget, ma non certo eccezionale visto il forte numero di sale dove è stato proiettato nel weekend di lancio; possiamo dire che la regia in questo caso è stato l'anello debole di un progetto che partiva già da una sceneggiatura non eccezionale.
1 commenti
Aggiungi un commentoAnche Raimi come tanti altri ex talenti e maestri di Hollywood oramai si accontenta di galleggiare nella mediocrità.
Peccato....
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