Il cinema rispolvera i classici.
Da questa incessante opera di adattamento non poteva salvarsi nemmeno Frankenstein di Mary Shelley.
La Fox, infatti, da un anno sta lavorando a un film ispirato al celebre mito del moderno Prometeo la cui direzione era stata inizialmente affidata a Shawn Levy.
A causa di divergenze di opinione tra il regista e la produzione, consistenti soprattutto in problemi di budget, all'uomo che ha diretto Una notte al museo e Una notte al museo 2 è stato preferito il meno esoso collega Paul McGuigan (Slevin, Push).
Archiviata la pratica regista è partita l'affannosa ricerca del cast.
I produttori, però, potrebbero vedersi facilitare il compito perché nei giorni scorsi Daniel Radcliffe si è candidato a uno dei ruoli principali della storia. Secondo alcune fonti, l'attore inglese avrebbe espresso il profondo interesse per il ruolo, non del professor Frankenstein, ma di "Hunchback".
Il termine usato lascia qualche perplessità. Letteralmente hunchback si traduce come gobbo, mentre normalmente per la creatura di Frankenstein si usa il termine monster.
Come interpretare la cosa? Radcliffe si è proposto per il ruolo del mostro oppure, come sembrano aver inteso molte testate italiane e internazionali, come un gobbo assistente del professore.
Mentre per una questione semantica, la prima ipotesi sembrerebbe da scartare, per la seconda il problema è che difficilmente l'assistente di Frankenstein si può definire un ruolo primario nella storia.
Tra l'altro nel romando della Shelley non si fa riferimento ad alcun assistente, personaggio introdotto nei primi adattamenti dell'opera e reso indimenticabile da Marty Feldman in Franckenstein Jr con il nome Igor.
La questione si complica ulteriormente se si considera che il film è stato annunciato come una "rilettura revisionistica del classico" e che Hunchback è un essere malato vestito con abiti da clown.
Che dire? Un gran fritto misto che non fa presagire nulla di buono.
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