New York: la morsa della Grande Depressione soffoca la popolazione più debole mentre gli squali dell'alta finanza speculano spudoratamente seguitando a sguazzare nel lusso. Loro spina nel fianco è Operative, una sorta di moderno Robin Hood, ladro mascherato e inafferrabile che agisce nell'ombra per riassestare come può la bilancia sociale. Anche un altro personaggio sembra aver preso a cuore la claudicante giustizia americana: Revenant. Forse un fantasma, forse un mago. Il quotidiano Daily Bugle li definisce mostri e pericoli pubblici, ma quando una trame criminale causa la morte della fidanzata di Dennis Piper, la vera identità di Operative, incastrandolo per l'assassinio della ragazza, il ladro gentiluomo si vede costretto a riciclarsi in qualcosa di ancora più audace mentre il suo cammino si incrocia fatalmente con nuove figure dalle abilità straordinarie. Nell'universo Marvel del 1932 i supereroi sono appena nati...
Dal punto di vista commerciale, questo è decisamente il momento degli eroi in tuta. Complice il cinema che, grazie ai traguardi tecnici ormai raggiunti e superati, ha preso ad attingere a questo genere di intrattenimento popolare ad ampie mani, portando sullo schermo icone storiche della carta stampata e – di riflesso – instradando nuovi lettori verso le loro controparti cartacee.
E' anche il momento dei gruppi. Anzi, dei supergruppi. Il successo planetario del film di Joss Whedon The Avengers, ha contribuito a rilanciare il trend e l'interesse per i team up, gli aggregati di eroi dalle caratteristiche pittoresche e strampalate. Se gli X-Men nascono come idea corale, il concetto di “sporca dozzina”, del team di “eccentrici” come squadra che nasce in modo per lo più casuale, mettendo insieme caratteri spesso anche in forte contrasto tra loro, è tornata oggi a essere una carta vincente. Ed è a questo immaginario (anche se la miniserie ha visto la luce in America nel 2011) che potremmo ascrivere in buona parte Mystery Men, di David Liss e Patrick Zircher, pubblicata in Italia dalla Panini Comics.
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