Ciao a tutti e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande! Sappiamo già qualcosa di voi dalle note biografiche, ma vi va di presentarvi ai lettori di Fantasy Magazine spiegandoci chi siete e come è nata la vostra passione per il mondo Disney? È legata a qualche storia letta o a un episodio biografico in particolare?
Alberto Becattini: Sono un lettore Disney da sempre, da prima ancora che imparassi a leggere… In casa mia c’erano gli Albi d’Oro e i Topolino di mio padre, e pur non sapendo decifrare le parole scritte nei fumetti ne immagazzinavo mentalmente le immagini, i disegni di copertina… Poi, dal 1962, ero abbonato a Topolino e quindi lo leggevo con regolarità… Mentre sugli Albi della Rosa e sui Classici di Walt Disney scoprivo le storie a strisce del Topolino anni Cinquanta di Bill Walsh e Floyd Gottfredson… Topolino e il terraplano, Topolino e il deserto del nulla, Topolino e la scarpa magica… Credo che siano state quelle, più di altre, a far nascere in me una vera e propria passione per i fumetti Disney. E poi, naturalmente, i cartoni animati, da Biancaneve e i Sette Nani in poi. A Natale, il lungometraggio disneyano era una sorta di rito…
Luca Boschi: Ricordo benissimo il mio primo numero di Topolino, letto (anzi, fattomi leggere) quando avevo tre anni e pochi mesi. Già conoscevo i fumetti, in particolare il Corriere dei Piccoli e Il Monello, mentre Topolino e alcuni dei suoi amici mi erano noti per i passaggi di alcuni cortometraggi storici in televisione. In particolare nei pomeriggi domenicali, e talvolta nella fascia quotidiana della Tv dei ragazzi, passavano alcuni vecchi cortometraggi in bianco e nero di Mickey Mouse e del ciclo Silly Symphonies. Ne ricordo alcuni benissimo, e anche i luoghi in cui li ho visti, diversi dalla casa dove vivevo, perché i miei non avevano apparecchio televisivo. Quel Topolino animato e quello dei fumetti, però, mi sembravano personaggi diversi. Quello americano degli anni Trenta non aveva molto in comune con quello vestito in giacca, pantaloni lunghi e cravattino a farfalla made in Italy. In particolare, quello dei fumetti che mi piaceva molto era disegnato da Pier Lorenzo De Vita. L’imprinting viene da lì. Ma De Vita senior non era certo il disegnatore Disney più ortodosso, anzi. Da qui la mia passione per le deformazioni e, alla lontana, anche per i comics underground.
Leonardo Gori: Ciao! La mia passione per i fumetti Disney ha un’origine così lontana nel tempo che non sarei proprio capace di ritrovarne il capo! Appartengo alla generazione dei “baby-boomers” che ha imparato a leggere su Topolino, nei primissimi anni Sessanta. Un cugino molto più grande di me, partendo per il collegio, mi affidò una scatola piena di Topolini che partivano dalla metà dei Cinquanta alla fine del decennio: scoprii storie meravigliose, soprattutto dei "Disney italiani”, e fu l’inizio di un grande amore. Poi, quando i miei coetanei si dividevano tra James Bond e i Beatles, io scoprivo i classici a fumetti americani Disney di Carl Barks e Floyd Gottfredson, e alla fine dei Sessanta ero ormai su una strada sbagliata e senza rimedio… Sono diventato uno scrittore atipico, tuttologo, poligrafo, con qualche difficoltà di integrazione nel mondo professionale al quale teoricamente appartengo!
Andrea Sani: La mia passione per il mondo Disney è nata, ovviamente, nell’infanzia, in seguito alla lettura del settimanale Topolino e del periodico I Classici di Walt Disney, nonché, naturalmente, grazie ai lungometraggi disneyani come Cenerentola o La Bella Addormentata. La mia storia preferita, che si è impressa nella mia immaginazione sin dalla prima lettura sui Classici Moderni di Walt Disney, è Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera, scritta da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa.
Come è nata l’idea di scrivere un saggio sul mondo Disney in Italia e come è avvenuto l’incontro tra voi quattro e con Nicola Pesce Editore?
AB: Andrea, Luca e Leonardo avevano già collaborato con NPE per Jacovitti ed Eccetto Topolino… Per me è stata questa la prima esperienza… Ma con Andrea Mazzotta ci conosciamo e stimiamo ormai da diversi anni. Da tempo noi quattro meditavamo di riscrivere il volume pubblicato nel 1990 da Granata Press, ed NPE ce ne ha dato la possibilità. Il volume – anzi, i volumi – del 2012 sono dunque una completa riscrittura del libro di 22 anni fa, con moltissimi dati e oltre un ventennio in più di storia del fumetto Disney in Italia di cui parlare.
LB: Ci conoscevamo da tempo, dopo aver collaborato, a partire dai primi anni Ottanta, a varie iniziative editoriali, partecipazioni alle mostre mercato e agli incontri fumettistici italiani. Da collezionisti abbiamo cominciato ad affrontare temi che in precedenza non erano stati così tanto approfonditi. Tramite Andrea Mazzotta, che ha ottimamente condotto l’iniziativa, abbiamo definito le caratteristiche del lavoro con la NPE, della quale è direttore editoriale e con il quale avevamo già realizzato altri saggi, come la monografia su Jacovitti e Leonardo (insieme a Gadducci e Lama) anche il fortunatissimo e premiatissimo Eccetto Topolino. Personalmente, conoscevo Nicola Pesce anche da prima della “gestione Mazzotta”, in quanto era presente in veste editoriale prima e come collaboratore tecnico poi di varie iniziative e manifestazioni anche fumettistiche, a cominciare da Napoli Comicon.
LG: Io e gli altri autori ci siamo incontrati in un’epoca tanto remota che a pensarci vengono i brividi: avete presente Life On Mars? Erano i tempi, i primi anni Settanta, in cui imperavano le fanzines e le prozines cartacee e Il Salone Internazionale del Comics non era in fasce, ma quasi. Ci siamo incontrati in quel mondo. I Disney Italiani è stato concepito oltre vent’anni fa, in un altro spazio-tempo, con amici quali Roberto Ghiddi e Luigi Bernardi, e la prima edizione ha avuto una sua vita fortunata e autonoma, condizionando generazioni di appassionati Disney e non solo. L’idea di riproporlo, aggiornato, accresciuto e completamente riscritto, ci ha accompagnato per anni e si è concretizzata dopo l’incontro con il nostro grande amico e straordinario professionista Andrea Mazzotta, che quasi quasi potrebbe essere considerato il quinto uomo in copertina! Lui ci ha messo in contatto con la NPE, che ha avuto il coraggio di imbarcarsi in questa impresa-mammouth.
AS: Ho conosciuto gli amici Alberto, Luca e Leonardo nell’ambiente fiorentino e toscano degli appassionati di fumetti agli inizi degli anni Ottanta. Dopo aver scritto con loro, nel 1988, il libro Romano Scarpa. Un cartoonist italiano tra animazione e fumetti per Alessandro Editore di Bologna (riproposto e ampliato nel 2001 per Pavesio Editore di Torino), ci venne la voglia di allargare il discorso a tutti i Disney Italiani. Nel 1990, scrivemmo così l’omonimo volume per la casa editrice bolognese Granata Press di Luigi Bernardi. Passati ventidue anni, Nicola Pesce, un giovane ma intraprendente editore con cui siamo entrati in contatto tramite Andrea Mazzotta, ci ha proposto di realizzare una nuova edizione del nostro lavoro, ampliandolo notevolmente e aggiornandolo. Con Nicola Pesce, io, Franco Bellacci, Luca Boschi e Leonardo Gori abbiamo anche pubblicato, nel 2010, Jacovitti. Sessant’anni di surrealismo a fumetti, una nuova edizione rivista e potenziata del nostro precedente libro su Jacovitti, pubblicato sempre da Granata Press nel 1992.
Immaginate di dover parlare di I Disney italiani a qualcuno che non l’ha ancora letto. Da dove parte, dove arriva, quali temi e quali autori affronta, perché leggerlo.
AB: I Disney Italiani è suddiviso in più sezioni… C’è la parte storica, quella dedicata agli autori e quella in cui si parla di testate e cicli di storie… Inoltre ci sono le appendici, con le schede degli autori, l’elenco dei personaggi creati in Italia e la bibliografia essenziale. Insomma, si tratta di un excursus abbastanza esaustivo sulla produzione Disney in Italia dal 1932 a oggi… Il tono è tra il divulgativo e l’accademico, per cui credo possa essere letto con uguale piacere dal neofita, dall’appassionato incallito e dal filologo più esigente.
LB: Vale la pena leggerlo perché documenta la storia, gli autori e i contenuti delle storie e delle serie a fumetti Disney realizzate in Italia negli ultimi 80 anni. Avevamo affrontato tali argomenti 22 anni fa nella prima edizione dei Disney Italiani, ma all’epoca l’Accademia Disney non era praticamente ancora sorta, la Company aveva “riscattato” Topolino e le altre testate da poco, dopo una gestione della Arnoldo Mondadori che si era dispiegata dal 1935 al 1988. Penso che tutti e quattro concordiamo sul fatto che fra altri 22 anni non riscriveremo di nuovo il volume. Quindi, questa è la versione definitiva di un’opera che oggettivamente ha fatto voltare pagina alla storiografia (e alla tanto criticata critica?) del Fumetto in Italia.
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