LG: Allora, nell’ordine: I Disney Italiani parte dall’inizio, cioè da quando Topolino (il personaggio dei disegni animati) arrivò in Italia, nel 1930: racconta la sua storia editoriale, con affondi in episodi in parte sconosciuti, che precedono l’uscita del settimanale Topolino e che coinvolgono personalità insospettabili della politica e della cultura: per questa prima parte squisitamente storica, il volume fa vari riferimenti al titolo precedente della collana di saggi della NPE, Eccetto Topolino, che ha pescato in giacimenti documentari inediti. Il fil rouge della storia editoriale attraversa ottant’anni esatti, con continui rimandi al mondo della società civile, a quello artistico e culturale, e arriva fino a… domani! Ma nel continuum si aprono importanti parentesi con approfondimenti dei temi e motivi più importanti del mondo Disney “made in Italy”, come anche dei suoi “filoni” narrativi (“Le grandi parodie”, per esempio), e la narrazione è intervallata da vere e proprie monografie dedicate ai grandi autori del nostro Paese: sia i più grandi che quelli meno frequentati dalla critica specializzata, con moltissimi dati inediti. Perché leggere I Disney Italiani? Perché il fenomeno è di grande rilevanza artistica, culturale e – perché no? – sociologica, e questo libro è la guida più importante e soprattutto completa, per comprenderlo.
AS: Il nostro nuovo libro è diviso in due volumi. Il primo, sostanzioso volume al quale abbiamo collaborato tutti e quattro, è il vero e proprio saggio sui Disney Italiani ed è articolato in tre parti. La prima parte affronta in modo analitico la storia delle edizioni Disney nel nostro Paese, da Nerbini a Mondadori fino alla gestione diretta di The Walt Disney Company Italia. La seconda parte prende in esame separatamente i maggiori autori Disney di casa nostra, facendo riferimento alle loro storie più famose, e la terza infine (intitolata Il Mondo delle Idee) approfondisce i grandi temi e i “filoni” dell’universo dei Disney Italiani, dalle “Grandi Parodie” alla “Storia dell’arte di Topolino”. Il secondo volume è a cura di Alberto Becattini e comprende le biografie dei Disney Italiani, un lungo ed esauriente elenco dei personaggi disneyani creati in Italia attribuiti ai rispettivi autori, e una bibliografia essenziale. Il nostro lavoro è arricchito da numerosissime illustrazioni, anche rare, e da un sedicesimo a colori. Il saggio fa il punto su tutte le tappe dell’avventura italiana di Topolino & C., collegandola alla nostra Storia, ed evidenziandone l’alto livello qualitativo, in grado di conquistare il mercato internazionale. I lettori più anziani, ripercorrendo le vicende dei Disney di casa nostra da noi raccontate, possono rituffarsi nella loro infanzia, mentre quelli più giovani trovano nei due volumi una miriade di notizie e di curiosità relative anche agli autori e alle pubblicazioni più recenti.
Cos’è che rende speciale il mondo Disney in Italia rispetto ad altri Paesi europei? In che condizioni versa l’universo Disney in altri Paesi come per esempio Francia e Spagna?
AB: Siamo stati i primi in Europa a creare storie originali Disney, e questo già rende l’Italia un “paese speciale”… Inoltre la nostra produzione di storie Disney a fumetti, almeno sin dal 1949, è sempre stata di gran lunga superiore a quella di altri paesi europei, sia quantitativamente, sia qualitativamente. In Italia esiste poi, sin dalla fine degli anni Trenta, una tradizione di avventure di ampio respiro che non ha praticamente riscontri in altri paesi europei. Francia e Olanda vantano pure una notevole produzione, ma soprattutto di storie brevi. Lo stesso dicasi della Spagna, dove sin dagli anni Sessanta si producono storie Disney, le quali però sono destinate soprattutto alle testate del gruppo danese Egmont, che poi di fatto le distribuisce in tutto il mondo.
LB: Le generazioni cresciute in Italia negli ultimi 80 anni hanno sempre avuto Topolino, i libri e i film Disney come punto di riferimento per il loro immaginario. Qualcosa di diverso è accaduto in Francia, dove la scuola di autori francesi e belgi è sempre stata privilegiata rispetto al mondo Disney a fumetti. Il settimanale disneyano per eccellenza, Le journal de Mickey, pur longevo, è sempre stato un giornale antologico, che ha affianco a Topi e Paperi anche personaggi provenienti da altre “case”: da Bibì e Bibò (The Katzenjammer Kids) a Flash Gordon, da Mandrake ai Puffi (Les Schtroumpfs). In Spagna ha pesato molto negativamente l’oppressione del regime franchista, mentre nei Paesi nordici si è sviluppata nel dopoguerra una scuola di autori Disney importante ed esiste un’agguerrita torma di fans un po’ ovunque, soprattutto in Scandinavia.
LG: A parte gli Stati Uniti, patria del Fumetto moderno e ovviamente di Disney, l’Italia è stata e soprattutto è la nazione che ha dato il contributo maggiore al fenomeno dei fumetti con paperi e topi. Si può dire che quasi ogni Paese del mondo abbia contribuito ad arricchire questo universo, e Francia, Inghilterra, Spagna hanno senz’altro svolto un ruolo di primo piano, fin dagli anni Trenta del secolo scorso. Ma l’Italia resta insuperata per quantità e soprattutto per qualità della produzione. In un mondo, come quello del Fumetto stampato su carta e in generale dell’editoria tradizionale, Topolino resta un fenomeno popolarissimo, un punto di riferimento.
AS: Secondo noi, il grande merito dei Disney Italiani, dopo il pensionamento di Gottfredson e di Barks, è stato quello di continuare a produrre storie “lunghe” di Mickey Mouse e di Donald Duck, senza perdere fiducia nelle potenzialità narrative dell’universo disneyano, e, contemporaneamente, mantenendo un costante rapporto con l’attualità e con l’evolversi dei gusti del pubblico. I nostri autori hanno saputo escogitare delle trame memorabili, fondate spesso su trovate ingegnose, paragonabili a quelle che sorreggono l’intreccio dei migliori film d’avventura o di fantasia. I Disney Italiani sono poi riusciti a creare nuovi dei characters all’interno dell’universo disneyano, come Trudy, Brigitta, Filo Sganga, Atomino Bip Bip, OK Quack, Umperio Bogarto, Bub Bum Ghigno, Eurasia Tost, ecc., che nel tempo si sono dimostrati all’altezza di Topolino, di Paperino o di Archimede. Hanno anche inaugurato nuovi filoni di storie come le “Grandi Parodie”, le saghe fantasy, le “papernovelas” o le “toponovelas”.
Sulla situazione in cui versa l’universo Disney in altri Paesi, penso che Luca e Alberto siano più informati di me.
Quali difficoltà avete incontrato nello scrivere un libro a otto mani? Vi siete divisi il lavoro?
AB: Esatto, ci siamo suddivisi le parti da scrivere per quanto riguarda il primo volume, mentre ho curato da solo il secondo. Una volta terminato il lavoro individuale, il tutto è stato assemblato insieme e infine verificato da tutti e quattro. Non ci sono state particolari difficoltà, poiché siamo abituati a scrivere insieme, e i nostri stili si compenetrano piuttosto bene.
LB: Su questo avranno già risposto i miei colleghi. Comunque sì. Non è difficile, siamo molto “rodati” da questo punto di vista. Ma è importante evidenziare che tutti hanno letto quello che hanno fatto gli altri, intervenendo dove necessario con correzioni di tiro, tagli e integrazioni.
LG: I Disney Italiani è un libro che affronta molti temi e ha una struttura assai complessa: è stato dunque opportuno suddividere il lavoro, affidando ogni capitolo e anche singolo paragrafo a chi era più competente nello specifico settore. L’impegno più gravoso è stato poi quello della revisione, per rendere omogenea la scrittura, in modo che il lettore non avesse l’errata impressione di trovarsi alle prese con una trattazione disorganica: in questo, la regia generale del lavoro è stata fondamentale, anche per rientrare in una lunghezza ragionevole. Per quanto I Disney Italiani sia probabilmente il più vasto saggio sui fumetti mai scritto e pubblicato!
AS: Siamo ormai un gruppo molto affiatato e abbiamo uniformato il nostro stile, pur apportando, ognuno di noi, un contributo diverso e personale a tutto l’insieme. Ci siamo divisi il lavoro in base alle nostre competenze, ma abbiamo controllato e integrato reciprocamente tutte le parti.
Cosa consigliereste a un neofita desideroso di approfondire la conoscenza dell’universo Disney (oltre che leggere I Disney italiani, ovviamente!)?
AB: Di partire dai “fondamentali”. Ci sono in vendita ottime antologie o comunque raccolte di storie dei maggiori autori, da Barks a Gottfredson, da Scarpa a Cavazzano. Il consiglio, almeno da parte mia, è sempre quello di iniziare dai classici (dagli anni Trenta, quindi), per poi via via scoprire gli autori che si sono messi in luce nei decenni successivi.
LB: Consiglieri di procurarsi almeno le principali storie lunghe di Floyd Gottfredson dagli anni Trenta a metà anni Cinquanta. E poi i principali episodi, lunghi e brevi, di Carl Barks. Ma per me è importante che i neofiti del mondo Disney scoprano anche i personaggi considerati minori, le cui storie sono più difficili da trovare e quindi da comprendere e amare: da Ezechiele Lupo a Nonna Papera, dai Sette Nani a Paperoga. Prima di approfondire il discorso con i saggi, insomma, bisogna leggere le storie! Ergo, va letto Topolino per la produzione contemporanea, prevalentemente made in Italy. Poi, qualche ristampa antologica che getta sguardi su passato, come I Grandi Classici Disney o Disney Anni d’Oro.
LG: Ma di leggersi i fumetti Disney, che diamine! E tutti-tutti, a partire dai cosiddetti “apocrifi” dei primi anni Trenta, per passare ai grandissimi classici americani e giungere alla fine, dopo un lunghissimo percorso (e una fantastica avventura!) fino ai nostri giorni. Senza sottovalutare epoche o produzioni che il dire comune qualifica come “secondarie”, se non peggio… Tutto serve, per capire compiutamente il più grande fenomeno editoriale del Novecento (e degli anni Duemila!).
AS: Consiglierei di leggere la collana a fumetti I Tesori Disney, dove sono presenti ampi redazionali, e di recuperare i volumi della serie Topolino Story pubblicata dal Corriere della Sera. Su Walt Disney mi sembra fondamentale il libro di Michael Barrier, Walt Disney. Uomo, sognatore e genio, edito da Tunué nel 2009. Su Paperino e su Barks è oggi da leggere la bella monografia di Thomas Andrae, Carl Barks. Il Signore di Paperopoli, Prospettiva Globale edizioni, 2009.
Avete un personaggio o un gruppo di storie o un filone narrativo a cui siete particolarmente legati nell’universo Disney?
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