Tanto tuonò che piovve.
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2 comincia esattamente dove era finita la prima parte, con Bella deceduta dopo aver dato alla luce la figlia Renesmee. Chi ha letto il romanzo sa che in realtà questo per la ragazza è un nuovo inizio, perché adesso ha raggiunto il suo sogno: essere una vampira.
Accolta dal devoto Edward, Bella risorge e prende confidenza con il suo nuovo status, e con i poteri che ne derivano.
Prenderà inoltre coscienza del nuovo rapporto con l'amico Jacob, che ha ricevuto l'imprinting dalla figlia, e pertanto adesso le è più che fido.
Sembra che tutto possa andare per il meglio, anche se la crescita accelerata della piccola pone parecchi problemi. La piccola è umana, vampira o altro?
Bella deve anche capire se e come affrontare il padre.
In realtà il tempo stringe. I Volturi sono venuti a sapere della bambina nel modo più sbagliato. Essi sono erroneamente convinti che i Cullen hanno perpetrato il più orribile dei crimini, creare dei bambini immortali.
I Cullen si stringeranno intorno a Bella e alla piccola, radunando un gruppo di amici fedeli, per chiamarli a testimoniare in loro favore, ma anche a reagire con la forza qualora i Volturi non volessero sentire ragioni.
A fianco del clan si troveranno anche vecchi nemici, come i Lupi, che vedono la piccola come una del branco, e che si sono convinti della necessità di allearsi con i Cullen.
Con queste premesse si può dire che il film tiri senza infamia e senza lode le fila della saga cinematografica, dopo il semi passo falso della prima parte.
La sceneggiatura non perde il senso del ritmo e riesce a equilibrare le parti sentimentali con quelle paranormali, che alla fine non sono un mero pretesto.
La battaglia finale è spettacolare quanto basta, considerato il budget non altissimo. Visti assieme ora i due film diventano effettivamente come i classici due tempi dello stesso film. In questo caso diremmo che il secondo tempo è migliore del primo.
La fotografia di Guillermo Navarro si conferma il migliore elemento del film, capace di rendere con efficacia i nuovi poteri di Bella. Seppur il film fosse promettente di location internazionali, le scenografie di Richard Sherman rimangono professionali, ma senza guizzi visionari. Anche gli effetti speciali di John Bruno e Terry Wendell sono il massimo possibile considerato l'investimento.
Il regista Bill Condon riesce nell'intento di portare a casa un dignitoso prodotto che non deluderà i fan della serie.
Il comparto attoriale conferma i valori già espressi nelle precedenti pellicole. Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner rispondono come possono alle aspettative del regista, ma tanto i fan e le fan non badano a dettagli come lo spessore della recitazione. Non è chiesto loro di recitare veramente. La scena è come sempre rubata dai comprimari, su tutti Michael Sheen, che nei panni del Volturo Aro dimostra ancora una volta di divertirsi tantissimo. Nel gruppo dell'"Internazionale Vampirica", ossia del gruppo di alleati dei Cullen, spicca Lee Pace, che interpreta il vampiro Garrett.
La piccola Mackenzie Foy è ingiudicabile. Sia per come è strutturato il personaggio che per la agghiacciante impressione che fa vedere il suo volto sovrapposto con la computer grafica al corpo di altre attrici bambine. L'effetto è l'unico vero scivolone del reparto tecnico. Meglio non fare certe cose se i soldi sono pochi.
Esauriti i romanzi di Stephenie Meyer, una delle saghe più redditizie della storia del cinema è giunta al suo termine. Probabilmente insieme al primo capitolo questo ultimo capitolo è il migliore della serie, facendo le dovute proporzioni tra una idea il più possibile oggettiva di buon cinema e una idea relativa a cosa stiamo parlando. Film come questi, che con un minimo investimento raggiungono il massimo del risultato, sono il sogno proibito di ogni produzione. Raggiungono con immediatezza il pubblico per il quale sono stati destinati, e questo basta.
Gli attori sono cresciuti e i loro personaggi hanno tracciato l'arco narrativo che la loro creatrice aveva pensato per loro. Ma il finale relativamente aperto lascia concretamente intuire che la Summit non voglia abbandonare i vampiri che sberluccicano tanto presto, magari producendo degli spinoff o produzioni televisive.
A voi stabilire se si tratta di una minaccia o di una promessa.
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