Bravi, però peccato.
Fare il passaggio dal web alla televisione era difficile: lo sapevano loro e lo sapevamo tutti noi addetti ai lavori, il risultato? Gli ascolti web sono arrivati (al momento in cui scrivo) a poco più di 100.000 visualizzazioni, forse non quanto ci si aspettava.
Tre settimane dopo, in un maxi episodio di 30 minuti (rispetto ai 24 del web qui abbiamo le interruzioni pubblicitarie ), i risultati televisivi sono molto meno incoraggianti a causa dei tempi narrativi sballati con una regia confusa ed una fotografia poco incisiva.
Apprezziamo lo sforzo: la prima web serie italiana passa in TV con un exploit notevole girando addirittura sul set di quel Mistfits con il quale si collega a doppio filo con una trovata innovativa ed interessante. Purtroppo Freaks non è Sanctuary e le differenze si vedono, ed è brutto vedere cadere, negli stessi errori televisivi, chi per un anno è stato osannato come fautore di una cura contro la bruttezza della fiction nostrana.
Onore al merito l’argomento certamente diverso: superpoteri ed adolescenti difficili, linguaggio gratuitamente scurrile, atmosfere più dark, forse troppo per un prodotto da piccolo schermo dove il pericolo Zapping è sempre in agguato.
I tempi televisivi sono tutt’altra cosa rispetto a quelli del web, ed anche il pubblico si aspetta qualcosa di diverso. Abbiamo assistito ad un episodio di 30 minuti, diviso in segmenti da 8 minuti,dei quali, sono l’ultimo degno di nota per regia e fotografia.
La trama, che stavolta c’è, non regge la lunga durata e finisce per sfilacciarsi tra i quadri non collegati bene tra loro per problemi di regia poco elastica e troppo dura negli stacchi con passaggi sconnessi e non fluidi.
Nonostante sponsor come “La Feltrinelli”, luogo deputato alla distribuzione del merchindise di questa seconda stagione, la serie che appassiona migliaia di fan, in tv non convince, ma non è tutta colpa degli youtubers fondatori, l’inesperienza loro e dei loro sponsor prende peso tirando a fondo l’intero prodotto trasformando il passaggio dal web al piccolo schermo, da un salto di qualità ad un tonfo sordo.
Restiamo in attesa, vogliamo vedere cosa succederà, come e se, le trame verranno sviluppate e se Regia e fotografia miglioreranno con il passare degli episodi. Resta agli atti televisivi l’indubbia qualità del montaggio e delle musiche, un passo da gigante rispetto alla solita qualità televisiva nostrana.
Siamo qui ed aspettiamo, soprattutto per capire se dopo She died (la webserie del Giffoni) e Freaks, altre reti oltre a Deejay Tv saranno abbastanza coraggiose per concedere spazio alle nuove proposte web e perché no, ai tanti, giovani talenti lei cui idee sulla serialità televisiva sono troppo americane per essere accettate tra i Cesaroni ed i Medici in famiglia.
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