Sembrano non finire i problemi legati allo sfruttamento dell'immaginario tolkeniano, e questo proprio in coincidenza con l'uscita mondiale di The Hobbit: An Unexpected Journey, primo dei tre film che Peter Jackson ha in piano di proporci dal prossimo dicembre in poi: difatti la Tolkien estate, custode dei diritti sul patrimonio di John R. R. Tolkien e il suo editore britannico, la HarperCollins, hanno citato in giudizio la Warner Bros, insieme alla sua sottoposta New Line Cinema e Saul Zaentz, titolare della Middle-earth Enterprises per una somma di 80 milioni di dollari.
L'accusa che è stata depositata in un tribunale di Los Angeles parla di diritti "usurpati" e rottura del contratto. Ciò perché i diritti sul merchandising concessi erano limitati a oggetti tangibili, non a prodotti come videogame scaricabili o giochi d'azzardo, come i giochi di slot machine online dal titolo Lord of the Rings Casino Game, che avrebbero recato un danno irreparabile all'eredità dell'autore e alla sua reputazione.
Un estratto dall'atto di citazione
"Non solo la produzione di giochi d'azzardo ha palesemente ecceduto nell'uso dei diritti posseduti dai difensori, ma questo comportamento illecito ha indignato la base dei devoti fan di Tolkien, causando un danno irreparabile per la sua eredità e reputazione, oltre che al valore generato dalle sue opere." (tda)
L'atto insiste poi sui lauti guadagni ottenuti attraverso il merchandising e i film legati allo sfruttamento dell'immaginario tolkeniano, e solo i film hanno incassato circa tre miliardi in tutto il mondo.
6 commenti
Aggiungi un commentoLa prossima volta che mettiamo le mani sulle leggi e gli accordi internazionali sui diritti d'autore, ce ne ricorderemo?
Boh... chissa' se è vero o se invece ci provano sempre a intascare qualcosa. Non è possibile che ogni volta che esce un qualcosa di Tolkien questi fanno sempre un ricorso.
Mi pare strano che nessuno rispetti i diritti d'autore... a volte ho l'impressione che qualcuno ne aprrofitti.
Io infatti dicevo questo. Per me è inaccettabile che ci siano ancora dei diritti accampati da dei discendenti di Tolkien a 39 anni dalla sua morte... non sarebbe ora che le sue opere fossero di pubblico dominio?
Il Diritto d’Autore, con riferimento specifico al contenuto patrimoniale, ha una durata limitata nel tempo che decorre dal momento della creazione fino a 70 anni dalla morte dell’autore, per la legge italiana, a 50 anni dalla morte per quella inglese.
Per quanto riguarda il diritto morale sull'opera pare che possa essere fatto valere dagli eredi dell'autore senza limiti di tempo.
Quoto
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID