In narrativa, lo sappiamo bene, ci sono alcuni testi atti ben più di altri a catalizzare una divisione netta tra lettori entusiasti e detrattori, tra pro e contro. Questa frattura può diventare, a volte, persino più evidente quando si riscontra in alcuni rami della narrativa di genere, dove la forte passione abbinata alla specificità può generare una fidelizzazione a format e stili consolidati che per alcuni lettori più tradizionalisti è rispetto quasi sacro dei crismi, per altri (all’estremo opposto) rappresenta un approccio statico, reazionario e a lungo andare sterile. Non fa ovviamente eccezione il fantasy.
La trilogia “A Land Fit For Heroes” (una terra a misura d’Eroi), dell’autore britannico Richard K. Morgan, rappresenta un esempio evidente di testi di notevole successo (di pubblico e critica) che però “dividono” gli appassionati in modo alquanto marcato. Delle ragioni per cui il fantasy secondo Morgan abbia convinto e addirittura conquistato tanti lettori e infastidito o scandalizzato altri, qui su FantasyMagazine ne abbiamo parlato da più parti, in modo anche approfondito, tra notizie, una recensione, svariati commenti sul forum, e anche con un’intervista a Morgan, pubblicata l’anno scorso, in occasione dell’uscita nel nostro paese di Sopravvissuti (The Steel Remains), primo romanzo della saga.
Una terra a misura d’Eroe. E di Scrittore… Intervista a Richard K. Morgan
L'autore noto in Italia per i suoi technothriller ci parla della sua avventura nella fantasy, con il suo stile schietto e colloquiale.
LeggiIn sintesi, va chiarito soprattutto che Morgan scrive fantasy eroica (genere che evidentemente, non solo dichiaratamente, ha amato) del tutto con il suo stile, in fondo lo stesso che utilizza anche negli altri suoi lavori: era un autore già noto e di valore riconosciuto nella science fiction e nel thriller futuristico ben prima che si mettesse in gioco nell’immaginario più fantastico. E il suo è uno stile sporco, esplicito, rude, politicamente scorretto, diretto. La violenza non viene stemperata, il sesso (affrontato in modo coraggioso, piuttosto che provocatorio) non viene banalizzato dal pudore, il linguaggio delle conversazioni non viene edulcorato, l’ipocrisia non è bene accetta. E’ quello che si potrebbe definire un hard boiled fantasy, più noir che dark, se vogliamo giocarcela – in modo divertente, anche se non necessariamente così produttivo – con le etichette di (sotto)genere; ma anche uno science fantasy, stante la chiave di lettura fantascientifica che si potrebbe dare a svariate delle connotazioni magiche presenti in Sopravvissuti.
Del Morgan conosciuto in opere come Bay City, Business, o Angeli spezzati, ritroviamo in questa saga fantasy non solo lo stile ma anche i contenuti preferiti dall’autore: l’essere umano, il potere nelle sue sfaccettature (politico, religioso, economico, criminale…) e le lotte che ne fanno capo, la (o, meglio, i differenti tipi di) società, e tutto ciò che ne consegue, come droga, violenza, abusi, deviazioni… ma anche capacità di sopravvivere, di saldare amicizie, di amare comunque, anche se fra compromessi o bugie, o… rinunce. Insomma, una narrativa che sa coinvolgere e divertire, ma che non è pura evasione.
Sono tutti elementi che abbiamo ritrovato, nel secondo capitolo della trilogia di “A Land fit for Heroes”: il romanzo Esclusi (The Cold Commands), uscito in libreria un paio di settimane fa, sempre per iniziativa di Gargoyle Books.
La trama di Esclusi si snoda un anno dopo gli eventi che hanno concluso Sopravvissuti. Riprende gli stessi tre protagonisti principali, e anche in questo caso li segue lungo tre vettori narrativi distinti, che poi vanno a congiungersi in un finale comune.
Riportiamo dal risvolto di copertina del volume: “Ringil Eskiath, l’eroe dal volto deturpato che brandisce l’Amica dei Corvi forgiata dai Kiriath, è in fuga dal passato e da una famiglia che lo ha rinnegato, dai mercanti di schiavi di Trelayne che lo vogliono morto e, a quanto pare, anche dagli oscuri dèi che cospirano in modi sempre più misteriosi.
Esiliato dalla sua dimora nel Nord, Ringil ha un solo luogo in cui vagare liberamente: Yhelteth, cuore dell'Impero del Sud, dove forse troverà asilo presso una vecchia compagna d'armi, la mezzosangue kiriath Archet Indamaninarmal, alta consigliera dell'Imperatore Jhiral Khimran II. Ma anche Archeth ha i suoi guai, così come Egar Rovina del Drago, suo ospite e guardia del corpo, un tempo nomade della steppa. Ben lungi dall'ottenere il riposo tanto agognato, Ringil si ritroverà invece legato a discutibili giuramenti, inaffidabili quasi come quelli di un tempo. Le vecchie rivalità si ridestano, l'antico ordine è marcio fino alle radici e sul punto di crollare. Intanto, all'oscuro di tutti, qualcuno trama per dare alle fiamme Yhelteth…”
Chi già ha letto, non mancherà di acquistare questo secondo volume, in attesa dell’uscita del terzo e conclusivo (della trilogia, ma forse non della saga) The Dark Defiles. Dal canto nostro, consigliamo chi invece si appresta a scoprire il fantasy secondo Morgan di farlo seguendo l’ordine cronologico dei volumi.
Ma su Esclusi ritorneremo: ci fa piacere infatti anticiparvi che abbiamo ricontattato Morgan per approfondire l’intervista dell’anno scorso con delle curiosità relative a questo secondo episodio della trilogia.
Stay tuned…
Un brano
Il mondo si spalanca e ti inghiotte. Non è una novità. Hai passato almeno gli ultimi dieci anni della tua vita pensando a come sarebbe stata la fine. Prima, ovviamente, eri troppo giovane e pieno di vita per credere davvero che saresti morto, ma la guerra ti ha tolto qualsiasi illusione. La guerra ti ha fatto vedere la morte come un fatto quotidiano, banale, una possibilità repentina dietro ogni affondo fuori tempo o passo falso che facevi. La morte era là al tuo fianco nella confusione urlante della battaglia, che abbatteva senza distinzioni compagni e nemici, e che alle volte ti puntava, attenta a ogni minimo sbaglio o segno che davvero non ne potevi più di quella merda e che volevi una scappatoia facile. Nei momenti successivi alla battaglia, la morte veniva a te, quieta, pensierosa e appagata, sorridendo compiaciuta sul ghigno spalancato degli uomini che avevano resistito fino alla fine, aleggiando dietro di te nelle urla che si affievolivano e nel pianto dei moribondi. La morte era tua amica, la tua confidente, la tua compagna più intima e, anche se il corteggiamento sarebbe stato lungo e furtivo, sapevi che alla fine ti avrebbe avuto. Ma non in quel modo.
La quarta di copertina
Richard Morgan in Esclusi riprende le fila della narrazione precedente e tesse un nuovo romanzo dal ritmo incalzante e dal sapore epicamente evocativo. Una narrazione fiume che trascina il lettore in un universo fatto di subdole lotte, giochi di potere e personaggi altamente verosimili, colti nelle loro debolezze, piuttosto che nelle loro virtù. L’autore inglese sceglie di muoversi nel solco della migliore tradizione epico-eroica (quella di Robert Ervin Howard e, soprattutto, di Michael Moorcock), ma rielaborata al punto da approdare a qualcosa di nuovo e per i temi trattati (corruzione, omosessualità, discriminazioni), e per lo stile (scene dal ritmo velocissimo si alternano a flussi di coscienza e monologhi interiori), e ancora per l’uso triviale del linguaggio.
Un fantasy adulto capace di indagare gli aspetti più crudi e scabrosi del genere, dove i confini morali appaiono fugaci così come le certezze.
L'autore
Richard K. Morgan è nato a Londra nel 1965. Ha insegnato inglese all’estero fino alla pubblicazione di Bay City (Editrice Nord, 2004, titolo originale Altered Carbon), suo formidabile esordio nel cyberpunk. Il romanzo si rivela un tale successo che viene opzionato per il cinema dai produttori di Matrix e conquista il prestigioso Philip K. Dick Award. Seguono Angeli Spezzati (Nord, 2005) e Il ritorno delle furie (Nord, 2008). Degno di nota è Black Man del 2007, vincitore dell’Arthur C.Clarke Award. Con Gargoyle ha già pubblicato Sopravvissuti (2012), il primo episodio della saga fantasy A Land Fit For Heroes. La sua produzione comprende, tra l’altro, anche due miniserie di fumetti per Marvel Comics. Lo scrittore vive tra Scozia e Spagna.
Richard K. Morgan, Esclusi (The Cold Command)
Traduzione di Andrea Bruno
Gargoyle Books – Pag. 576 – 19,00 €
EAN 9788898172023
26 commenti
Aggiungi un commentonooo solo che le scene totali di sesso descritto sono 4
in Martin sono molte di più...
Ah, be'... Allora i compari, qui sopra, sono degli esagerati!
e secondo me si...
però la sensibilità nei confronti delle scene di sesso è soggettiva
secondo me non sono messe lì per stimolare la pririginosità o shoccare il lettore
ci stanno con la storia e sono essenziali per la trama
vabbè, forse nella yurta non è così importante, se non per far capire lo stato d'animo del partecipante
poi se leggi certi China melville c'è di peggio...
io mi sono fermata parecchio dopo le scene con la tizia mezzo scarafaggio...
anzi è ancora là sulla libreria che aspetta, insieme al seguito
forse, dato che la sf è piena di scene di sesso in tutte le salse, molto più del fy, sono meno sensibile...
se penso a Lovers, di farmer, o il figlio del sole, sempre di Farmer, o "Huston Huston ci sentite"... sono sicuramente più emotivamente coinvolgenti, e anche lì le descrizioni non si sprecano, dettagli compresi...
A me aveva dato più fastidio Gerrold e certe scene nel secondo sugli Chtorr...
boh, avrò una soglia dell'"offesa alla morale" molto elevata...
Quoto in toto Jirel di Joiry.
Alla fin fine, di scene di sesso non è che ce ne siano molte, quantitativamente. E stanno dove devono stare.
Sono esplicite? Sì, e allora?
Teniamo conto che, per quanto la narrazione avvenga in terza persona, il punto di vista (e non solo per l’uso del pensiero esplicitato in presa diretta) è sempre molto focalizzato sui tre protagonisti, che si alternano negli eventi. E, parliamoci chiaro, sarebbe del tutto assurdo (e ridicolo – e ne ho lette di ipocrisie ridicole, in altri testi, anche validi sotto altri aspetti) che soprattutto in presenza di “questi” protagonisti trovarsi con una descrizione del tipo (invento) “e, conquistati dalla passione, i due abbandonarono senza più remore l’abbraccio degli sguardi, si volsero uno al tramonto e l’altro all’alba e partirono unisoni alla scoperta delle intimità con peccaminosa ingordigia”!
Insomma, dai, non vado ora a sfogliare Sopravvissuti per citarvi testuale Morgan, ma il suo modo di descrivere una fellatio incrociata tra due omossessuali maschi infervorati nell’atto sessuale è decisamente più realistica e… coinvolgente. E non uso il termine “coinvolgente” a sproposito. Credo sia questo uno dei punti. E’ una scena tra uomini, come eterosessuali non siamo abituati a ritrovarci ad immedesimarci in tal senso. Posso capire la difficoltà, ma non l’ottusità nel non poter accettare una descrizione di questo tipo. Che, peraltro, è appurato che ha ricevuto i suoi riconoscimenti di valore anche dal mondo gay, non certo perché… pornografico.
Bah, se invece di Ringil con il Dwenda ci fosse stata la Archeth a scambiarsi cunnilungus con la schiava imperiale, non ci sarebbero state proteste da parte dei maschietti, fatto salvo dei più puritani.
Per me, la scena d’amore con il dwenda ci sta tutta. Considerato anche il contesto in cui essa avviene, la natura del dwenda e il momento quasi liberatorio, catartico, e quindi intenso. Semmai, forse Morgan l’ha tirata un po’ lunga, ma se per questo è un suo piccolo difetto. Lasciarsi andare, talvolta, su alcuni punti fulcro. In Esclusi, forse la stessa concessione se la fa con la lunga permanenza nei Luoghi Grigi.
In Esclusi, del resto, non ci sono scene sessuali di pari caratura. Quindi Morgan non ha giocato sporco per perseguire un intento provocatorio, ne’ d’altro canto si è misurato perché intimorito dai detrattori. Semplicemente non aveva narrativamente bisogno di esasperare alcuni aspetti in questo secondo volume.
Personalmente, non credo proprio che Morgan abbia voluto fare il furbetto commercialmente parlando, con le scene sessuali. Qualcuno lo fa, nei suoi romanzi. Sì, certo. Ma non diamo per scontato che sia lo scopo di tutti gli autori/ le autrici.
Io stesso, quando scrissi tanti anni fa la prima versione del romanzo SF che pubblicai per la Nord, descrissi il sogno di un protagonista, con una lunga e veramente particolareggiata scena amorosa. Non lo feci certo per accaparrarmi lettori. Il capitolo sparì nella versione Nord, e non appare nemmeno in quella ebook della Delos, ma solo per una valutazione di ritmi narrativi.
Chiudo il mio commento invitando i lettori a a discutere piuttosto come (e in questo Esclusi la cosa fa vieppiù evidente) in questa saga ci sia molto più Amore (anche se declinato non certo in stile harmony ), vero e sofferto, di quanto sia stato sinora sottolineato.
Le scene sono gratuite, non sono funzionali alla storia. E senza essere poetici, si potevano descrivere diversamente: fissarsi su certi dettagli è compiacimento. E non è perché sono omosessuali e non etero a dare fastidio; poi è logico che il mondo gay gli dia riconoscimenti, Morgan gli ha strizzato l'occhio...
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