Indubbiamente l’attrice australiana Miranda Otto ha impersonato nella trilogia de Il Signore degli Anelli, uno dei personaggi femminili più complessi e riusciti, sia dal punto di vista fisico che psicologico, dell’universo tolkeniano.

In questa breve intervista ci parla delle battaglie e dei trionfi di Eowyn, delle sue personali esperienze e delle sue emozioni.

L’azione più spettacolare ne “Il ritorno del Re” è certamente quella della battaglia ai Campi di Pelennor. E’ possibile fare un raffronto con la battagli al Fosso di Helm ne “Le Due Torri”?

Questa è sicuramente più epica. Credo che al Fosso di Helm ci fossero circa 10.000 Uruk-Hai, qui ci saranno almeno 200.000 Orchi, più grossi e più spaventosi di prima. Inoltre, sono stati utilizzati centinaia di cavalli e altre cose che non sono mai stati viste prima. Ne ho visto uno spezzone, è fantastica.

Eowyn brandisce una spada abbastanza pericolosa. In che modo si è allenata per riuscirci?

Oh, è stato fantastico. I ragazzi della squadra dei cascatori sono stati veramente eccezionali. E’ buffo perché nonostante tutte le aggressioni che devono interpretare sullo schermo è gente felice e veramente di buon cuore. Quando giravamo un combattimento mi dicevano: “Guarda, non sembra proprio che tu l’abbia beccato. Lo devi colpire veramente!”. Avevano l’armatura, ma fa male lo stesso. Comunque sembrava che non gliene importasse,penso che sotto sotto, invece, si divertissero davvero.

Le scene di battaglia sono veramente faticose. Il mio costume pesava dagli otto ai dieci chili con la cotta di maglia e tutto il resto. E’ veramente stancante e ti porta via un sacco di energie. E’ come tenere quattro pesantissime borse della spesa e fare ginnastica contemporaneamente.

Quanto si è preparata fisicamente prima di iniziare il film?

Ho cominciato con un allenatore tre settimane prima di venire in Nuova Zelanda. Poi, una volta qui, altre tre settimane di lavoro con i ragazzi di cui parlavo prima per mettere a punto la coreografia dei combattimenti ed imparare i movimenti di base, ho dovuto anche imparare ad andare a cavallo.

Eowyn è il personaggio di Tolkien più riuscito. Qual è stato il suo tipo di approccio?

Ho sempre fatto riferimento al libro. Ho fotocopiato tutte le pagine in cui lei era presente. Ho studiato ogni riga in cui lei era descritta, ogni sua parola e ogni suo movimento. Poi ho letto tutto su quello che pensavano di lei gli altri personaggi e su tutto quello che provavano per lei. Volevo sapere come l’aveva immaginata Tolkien.

Ovviamente Eowyn è anche una donna inflessibile...

Già, ma è anche una donna, se capisce quello che voglio dire. Certo, una parte di me voleva realmente mettere in luce questo lato del suo carattere, ma era anche importante, anche per il fatto che ci sono così pochi personaggi femminili, riuscire a esprimere anche la sua femminilità e la sua vulnerabilità.

Come descriverebbe le battaglie di Eowyn nel terzo film?

E’ una donna piena di passione e con grandi ideali. Adesso può dimostrare di che stoffa è fatta. Ritiene di essere in grado di compiere certe azioni al pari di un uomo e quindi parte per la guerra. D’altro canto, deve fare i conti anche con un amore non corrisposto. Certo la realizzazione di questo aspetto della sua vita non è come lei aveva desiderato, ma ci sono in vista cose migliori per lei.

Un ricordo particolare che si porterà via dal set de “Il Signore degli Anelli”

Il primo giorno che sono arrivata a Edoras, è stato memorabile! Per arrivare sul set ci abbiamo impiegato un’ora e mezza di macchina, siamo arrivati in cima alla collina e lì sotto c’era il Palazzo d’Oro, costruito in mezzo al niente, tra quelle montagne incappucciate di neve, proprio come era decritto nel libro. E’ stato proprio come quando, da bambini, sogni di essere una principessa e di possedere un castello, poi ti svegli una mattina e te lo trovi di fronte.