“Complotti, cospirazioni, sussurri, menzogne, segreti dentro altri segreti, e in qualche modo anch’io ne sono diventato parte.”

Ormai avrebbe dovuto esserci abituato. Anche la Fortezza Rossa aveva i suoi segreti. “Perfino Rhaegar ne aveva.” Il principe di Roccia del Drago non aveva mai nutrito nei suoi confronti la fiducia che riponeva in Arthur Dayne. Harrenhal ne era stata la prova. “L’anno della falsa primavera”.

Quel ricordo riempiva ancora ser Barristan di amarezza. […].

“Se fossi stato un cavaliere migliore… Se nell’ultima quintana avessi disarcionato il principe, come ne avevo disarcionati tanti altri, allora avrei scelto io la regina dell’amore e della bellezza…”

Rhaegar aveva scelto Lyanna Stark di Grande Inverno. La scelta di Barristan Selmy sarebbe stata diversa. Non la regina Rhaella, che non era presente, né Elia di Dorne, anche se era buona e gentile; se la scelta fosse caduta su di lei, molti lutti e conflitti sarebbero stati evitati. Ser Barristan avrebbe scelto una fanciulla non da lungo tempo a corte, una delle dame di compagnia di Elia, anche se… confronto ad Ashara Dayne, la principessa di Dorne sembrava una servetta delle cucine.

Anche dopo così tanti anni, ser Barristan ricordava ancora il sorriso di Ashara, il suono della sua risata. Per vederla, gli bastava chiudere gli occhi: i lunghi capelli scuri che le scendevano sulle spalle e quegli ipnotici occhi viola… “Daenerys ha gli occhi come i suoi.” E a volte, quando la regina dei draghi lo guardava, aveva come l’impressione di essere osservato dalla figlia di Ashara…

Ma la figlia di Ashara era nata morta, e la sua splendida lady poco tempo dopo si era gettata da una torre, straziata dal dolore per l’infante che aveva perduto, e forse anche per l’uomo che l’aveva disonorata ad Harrenhal. Ashara era morta senza mai sapere che ser Barristan l’amava. “E come avrebbe potuto immaginarlo?” Lui era un cavaliere della Guardia reale, che aveva prestato giuramento di celibato. Non sarebbe accaduto nulla di buono, anche se lui le avesse rivelato i propri sentimenti. “Ma non è accaduto nulla di buono neanche rimanendo in silenzio. Se avessi disarcionato Rhaegar e incoronato Ashara come regina dell’amore e della bellezza, lei avrebbe guardato me invece di Eddard Stark?”

Non l’avrebbe mai saputo. Ma di tutti i suoi fallimenti, nessuno lo assillava come quello.” (101).

Per i lettori queste pagine sono una rivelazione. Fino a La danza dei draghi le uniche notizie relative a quel torneo provengono da racconti di seconda mano, di gente che ad Harrenhal non c'era e che ha sentito raccontare qualcosa, o da Jaime Lannister, la cui attenzione era focalizzata su altri episodi. Qui per la prima volta si parla di un figlio di Ashara Dayne, quindi certo qualcuno è andato ben oltre le semplici parole. Ma chi? Il traduttore punta il dito su Eddard, cosa che invece George non ha fatto. Molto più genericamente il ser Barristan di Martin si chiede “If I had unhorsed Rhaegar and crowned Ashara queen of love and beauty, might she have looked to me instead of Stark?” (102).

Escludendo per ovvie ragioni Lyanna al torneo erano presenti ben tre Stark: Brandon, Eddard e Benjen. In assenza di ulteriori informazioni non c'è alcuna prova che dica che a mettere incinta Ashara sia stato Eddard anzi, se si considera il carattere dei personaggi coinvolti nella vicenda il principale sospettato diventa Brandon. Non è una questione da poco visto che intorno alla gravidanza, alla figlia che forse è un figlio e che forse non era nato morto (103), e al suicidio di Ashara si concentrano teorie che troveranno la loro risposta – giusta o sbagliata che sia – solo nei prossimi volumi. Con un semplice nome in più la traduzione ha depistato i lettori italiani, fornendo quasi certamente un'informazione sbagliata.

Sono solo una manciata di esempi nella moltitudine di traduzioni dubbie, quando non chiaramente errate, che si potrebbero indicare. La maggior parte di queste citazioni provengono dalla prima metà del Trono di spade, ma anche nella sezione analizzata molti dettagli sono stati tralasciati per motivi di spazio. Sempre per la necessità di dare un limite a questo già lunghissimo articolo sono stati in larga misura ignorati i libri successivi, tradotti tutti con il medesimo stile.

Se fino a un anno e mezzo fa Le cronache del ghiaccio e del fuoco erano una delle opere fantasy più importanti – anche a livello di vendite – mai pubblicate in Italia, con l'arrivo della serie televisiva Il trono di spade la saga ha conquistato un pubblico trasversale, raggiungendo posizioni importanti nelle classifiche di vendita assolute. Le ristampe dei primi volumi, inoltre, hanno superato la ventina. Questi libri sono usciti dalla piccola nicchia del mercato di genere trasformandosi in un prodotto di successo anche secondo gli standard di un editore grande come Mondadori. A questo punto una revisione della traduzione – non una ritraduzione in toto, visto che dove il traduttore è rimasto fedele al testo originale il suo stile è bello – appare sempre più necessaria. Qualche giorno fa l'editore ha finalmente iniziato un costruttivo dialogo con gli appassionati, e ha annunciato la sua intenzione di correggere gli errori. Non di rivedere l'intera traduzione, cosa ben più impegnativa dal punto di vista organizzativo ed economico. Non resta che aspettare per vedere quali modifiche avremo dopo questa conciliante proposta d'intenti.