In occidente l'Urban Fantasy letterario ha cominciato a imporsi negli anni ’80, anche se è stato solo nei primi anni 2000 che opere di fantasy metropolitano hanno cominciato a moltiplicarsi sugli scaffali delle librerie del nostro paese e si è dovuto aspettare ancora di più prima che comparissero i primi titoli di autori italiani. In realtà lo Urban Fantasy ha radici antiche, che affondano direttamente nelle fiabe e nelle favole. Operette morali e allegoriche in cui il fantastico, l’insolito, il magico, venivano descritti quasi come oggetti e situazioni di uso comune. Lupi che parlano, giganti in castelli sulle nuvole, streghe cannibali e vendicative, troll sotto i ponti, mele avvelenate, non erano personaggi o fatti confinati a mondi immaginari, ma si mescolavano alla vita di tutti i giorni.
Quelle storie erano il frutto, forse, di una maggiore ignoranza, certamente di una diversa percezione della realtà che ci circonda, più aperta al metafisico e meno positivista. In occidente, però, con il passare del tempo, si è giunti a considerare il fantastico come qualcosa che nulla aveva a che fare con il quotidiano. Di conseguenza mostri, guerrieri, nani ed elfi sono stati relegati a mondi interamente inventati, spesso dai connotati simili al nostro medioevo.
In Giappone, invece, questo non è avvenuto. Il motivo è da ricercarsi, probabilmente, nelle credenze religiose del paese del Sol Levante. Come abbiamo avuto modo di accennare negli articoli precedenti, infatti, lo shintoismo anima il mondo che ci circonda di spiriti: spiriti dell’acqua, spiriti dei fiumi, del fuoco, della pioggia, delle foreste, etc. In Giappone, quindi, vi sono da sempre opere che potremmo definire di fantasy metropolitano, sia nella letteratura che, da quando sono nati i manga, nella narrativa disegnata.
Le stesse “maghette”, di cui si occupava l’articolo precedente, possono a tutti gli effetti collocarsi all’interno dello Urban Fantasy dati gli svariati elementi fantastici e magici calati in una ambientazione quotidiana e, appunto, urbana. Proprio nello stesso periodo in cui nascevano le prime “maghette”, viene pubblicato anche un titolo famoso tra tutti i lettori di manga e, soprattutto, i fruitori di cartoni animati con già qualche primavera sulle spalle: DevilMan di Go Nagai (del 1972). In quest‘opera, il protagonista, Akira Fudo, vede la sua vita, fino a quel momento normalissima, sconvolta dalla notizia che i demoni stanno per attaccare il genere umano con l’intento di sterminarlo. Convinto dall’amico Ryo, Akira partecipa a un sabba per evocare un demone di nome Amon, con il quale si fonde per ottenere poteri sufficienti a combattere per la difesa della terra. Lo svolgimento della trama ha connotati che sfociano spesso nell’horror e il manga è decisamente più adulto e violento dell’edulcorata versione animata; restano comunque evidenti gli elementi tipici del fantasy metropolitano.Proprio i demoni, nell’accezione più ampia del termine, sono al centro di una sorta di filone di opere accomunate da una visione apocalittica della realtà, con creature che premono da altre dimensioni al fine di portare morte e distruzione nel nostro mondo. L’ambientazione è sempre metropolitana, con grandi città alienanti, in cui sembra si viva quasi solo di notte e in cui avvengono i peggiori massacri nei vicoli o nell’appartamento di fianco, senza che nessuno si accorga di nulla. Curiosamente questo tipo di tematiche si è evoluto e ha raggiunto i suoi apici in un altro sottogenere denominato “tentacle rape”, con i mostri intenti nelle pratiche sessuali più svariate come mezzo per la conquista del mondo. Alcuni dei titoli di maggiore rilevanza sono certamente il manga Urotsukidoji di Toshio Maeda (del 1986), vero e proprio capostipite del genere, o il film d’animazione La Città delle Bestie Incantatrici di Yoshiaki Kawajiri (del 1987).
La presenza di una realtà fantastica (spesso contraddistinta anche da una guerra segreta) e nascosta alla vista delle persone comuni è alla base di una buona fetta dei manga urban fantasy, che siano essi shonen o shojo. Ad esempio il manga X delle CLAMP (iniziato nel 1992 e dal 2003 interrotto poco prima della fine), formalmente uno shojo, vede Kamui Shiro, un normale ragazzo di sedici anni, scoprire di essere l’ago della bilancia in una guerra millenaria tra i Draghi del Cielo (o Sigilli) e i Draghi della Terra (o Angeli). Schierarsi da una parte o dall’altra significherebbe salvare il genere umano, condannando a morte il pianeta Terra a causa del progressivo inquinamento dell’ecosistema, oppure salvare la natura e sterminare gli esseri umani. Purtroppo il finale non ha ancora visto la luce, secondo alcuni per mancanza di idee delle autrici, secondo altri per dissidi con la casa editrice che vorrebbe imporre un finale più buonista e meno violento all’opera, a causa del target di riferimento.
1 commenti
Aggiungi un commentoDevilmen è un'opera di una crudezza, durezza, ma allo stesso tempo una profondità spaventose: un vero capolavoro, capace di svelare l'oscurità che si cela nel cuore umano.
Death Note è una complessa partita a scacchi che mostra cosa si cela dietro la mente umana, che cosa scatta quando si ha in mano un potere capace di cambiare le sorti del mondo.
Carini il mio vicino Totoro e Ponyo sulla scogliera, mentre La Città Incantata è una vera opera d'arte sulle conseguenze delle scelte operate e di certi modi di vivere: poesia e delicatezza.
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