Così come la “Divina Commedia” illustrata dal Doré ha enormemente influenzato Go Nagai, come da sua stessa ammissione, in generale il simbolismo cristiano sembra avere avuto una grande eco tra i mangaka. Oltre ai demoni, infatti, un altro elemento molto presente tra i titoli di questo genere sono gli angeli. Si tratta, evidentemente, di figure dall’alto valore simbolico e dall’aspetto capace di colonizzare l’immaginario di un gran numero di autori, visto che creature con questo nome, generalmente dotate di grandi ali, compaiono in un numero spropositato di manga e anime.
Uno dei migliori esempi è certamente Angel Sanctuary di Kaori Yuki (del 1995), in cui il protagonista Setsuna Mudo scopre di essere l’ennesima reincarnazione di un angelo femminile di nome Alexiel. Alexiel, per essersi ribellata a Dio, è costretta a vivere come essere umano un’esistenza inconsapevole dopo l’altra, ognuna contraddistinta da un destino tragico: un amore impossibile e una morte prematura. L’intervento di due demoni (qui rappresentati solo come angeli dalle ali nere) e di altri angeli porterà al risveglio di Setsuna e a un rapido precipitare degli eventi.
Naturalmente i manga urban fantasy non pescano solo dalle culture occidentali, ma anche dal pantheon di creature, entità e divinità del Sol Levante. Gli “shinigami”, ad esempio, compaiono in un gran numero di titoli. Si tratta di “dei della morte”, simili agli psicopompi della tradizione greca, ma anche in grado, in maniera variabile, di influenzare le vite delle persone, in alcuni casi fino al punto di portarle alla morte. A seconda dell’opera, gli shinigami assumono aspetti, ruoli o valenze differenti, piegandosi alle necessità della trama.
Uno dei titoli che ha portato maggiormente all’attenzione del pubblico italiano queste particolari entità è certamente il manga (e poi anime) di enorme successo Death Note di Tsugumi Ohba (nome fittizio) e Takeshi Obata (del 2003). In esso un brillante studente di liceo, di nome Light Yagami, trova per caso un quaderno chiamato Death Note, all’interno vi sono alcune semplici regole: basta scrivere sulla pagina il nome di una persona, avendo ben in mente il suo volto, ed essa morirà di lì a poco. Dopo la perplessità iniziale, Light testerà il quaderno su un condannato a morte in attesa dell’esecuzione e scoprirà che funziona davvero. Sarà l’inizio di una sorta di “missione” del ragazzo per trasformare il mondo in un posto migliore sotto l’egida del terrore. Ma anche il punto di partenza di una guerra psicologica a base di trovate e sotterfugi tra lui e coloro che gli danno la caccia.
In questo caso gli shinigami sarebbero creature che vivono in una sorta di dimensione parallela dalla quale osservano il mondo degli uomini. Essi usano il quaderno per allungare la propria vita, dato che uccidendo una persona la loro esistenza si allunga per gli anni che quell’essere umano avrebbe dovuto ancora vivere. Si tratta, però, di una vita noiosa ed è proprio uno shinigami di nome Ryuk a rubare un quaderno e a gettarlo sulla terra, curioso di vedere cosa sarebbe successo.
Di fronte a questo elenco di titoli, però, si potrebbe essere portati a pensare che i manga e gli anime di genere urban fantasy siano contraddistinti, esclusivamente, da trame cupe e violente: non è assolutamente così. A riportare in parità i piatti della bilancia ci pensano moltissime opere d’argomento decisamente più leggero, se non addirittura comico. In particolare vorremmo citare due titoli di Rumiko Takahashi come Lamù (del 1978) o Ranma ½ (del 1987).
Nel primo il protagonista, Ataru, è un ragazzo di liceo piuttosto imbranato e “sfigato” a cui ne succedono di tutti i colori quando viene per la prima volta in contatto con Lamù, figlia del capo dei demoni (o Oni, essendo ispirati a queste creature del folklore popolare giapponese) e proveniente da un altro pianeta. Sia la provenienza che altre situazioni del manga hanno spesso portato a pensare che Lamù fosse una aliena, in realtà a fianco dei riferimenti fantascientifici ve ne sono molti altri fantasy tratti direttamente dalla cultura del Sol Levante.
Nel secondo il protagonista, Ranma, è affetto da una singolare maledizione. Durante un allenamento in Cina, infatti, cadde in una sorgente in cui si dice fosse annegata una ragazza. Da quel momento ogni volta che si bagna con dell’acqua fredda si trasforma in una ragazza. Nel corso della serie si scoprirà che non è l’unico affetto da una maledizione simile; ad esempio suo padre si trasforma in un panda, un ragazzo in un maialino, un’altra ragazza in una gattina, etc. Naturalmente tutte queste trasformazioni servono principalmente allo scopo di creare situazioni ed equivoci dai risvolti comici, ma è ben chiara la natura “magica” di queste trasmutazioni.
1 commenti
Aggiungi un commentoDevilmen è un'opera di una crudezza, durezza, ma allo stesso tempo una profondità spaventose: un vero capolavoro, capace di svelare l'oscurità che si cela nel cuore umano.
Death Note è una complessa partita a scacchi che mostra cosa si cela dietro la mente umana, che cosa scatta quando si ha in mano un potere capace di cambiare le sorti del mondo.
Carini il mio vicino Totoro e Ponyo sulla scogliera, mentre La Città Incantata è una vera opera d'arte sulle conseguenze delle scelte operate e di certi modi di vivere: poesia e delicatezza.
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