Una riscoperta molto interessante è il romanzo che la Keres Edizioni propone a noi lettori. Si tratta de L’anima. Memorie di Alberto Sarcori (1893) dello scrittore e drammaturgo italiano Enrico Annibale Butti. Ai suoi tempi era famoso come D’Annunzio ed era stato definito l’Ibsen italiano.

Il protagonista delle vicenda è milanese: il giovane Alberto Sarcori che è prossimo alla laurea in medicina presso l’Università di Pavia ed è un materialista convinto.

Si è innamorato di una giovane e bella ragazza: Giovanna Laerti. Più che altro se ne è invaghito e la vorrebbe sedurre, non certo portarla all’altare, anche perché la mancanza di dote della ragazza costringerebbe il futuro medico a cercarsi subito un lavoro di qualsiasi tipo.

Alberto Sarcori pur di raggiungere il suo scopo fa credere al padre della ragazza di avere propositi matrimoniali e riesce a farsi ammettere nella loro casa.

La ragazza gli confessa di essere perseguitata da un fantasma. Ovviamente Alberto con la sua mente scientifica, non crede a quanto gli viene raccontato pensando che il tutto sia frutto dell’immaginazione malata della ragazza, che è molto suggestionabile.

Giovanna vuole essere creduta e pertanto invita il “fidanzato” a entrare di notte nella sua stanza, cosa che Alberto accetta con entusiasmo immaginando ben altri scenari, ma si trova davanti a una realtà ben diversa, perché nella stanza si trova realmente di fronte a questa misteriosa entità che turba i sonni della ragazza.

La sua mente fredda e analitica cerca di dare una spiegazione scientifica che però non sarà mai del tutto convincente

La quarta di copertina

Alberto Sàrcori, studente milanese prossimo alla laurea in medicina presso l'Università di Pavia, appena uscito da una passionale relazione con la moglie d'un amico, aspira ad amori virginali ed è colpito dalla bella Giovanna, figlia del Maggiore Laerti, di origini calabresi. Inizialmente tenuto a distanza, Alberto fa credere a un reale interesse matrimoniale e viene ammesso a frequentare con assiduità casa Laerti. Poco a poco anche Giovanna, sulle prime molto fredda, si apre con Alberto, tanto che questi spera di riuscire a conquistarla completamente, prima di laurearsi e lasciare Pavia per sempre. Ma c'è un ostacolo: il rivale non è un altro studente, ma il suo fantasma!

Giovanna infatti sostiene di essere perseguitata dallo spirito di un giovane, suicidatosi quattro anni prima perché respinto da lei. Si tratta di realtà o di allucinazione? Alberto, ateo e scientista, è sicuro della seconda ipotesi, ma, riuscito a penetrare nella stanza di Giovanna, anch'egli vede (o crede di vedere?) il fantasma, l'anima del titolo. Turbato, dapprima crede di essere preda di una suggestione, rifiutando di prestare fede al sovrannaturale; ma la soluzione che egli cerca di imporsi non lo riesce a convincere del tutto...

L’autore

Enrico Annibale Butti
Enrico Annibale Butti

Famoso ai propri tempi come d'Annunzio (nel 1905 il suo capolavoro, Fiamme nell'ombra, venne messo in scena dalla stessa compagnia che aveva tenuto a battesimo La figlia di Iorio), Enrico Annibale Butti (1868-1912) fu praticamente l'unico drammaturgo italiano a occuparsi di temi religiosi e morali nel teatro borghese a cavallo tra Otto e Novecento, motivo per cui è stato accostato a Ibsen e a Bourget.

Innovativo nei temi, ma tradizionalista nel giudizio e nella forma, Butti fu al centro della vita culturale italiana a cavallo dei due secoli. Oggi, a cent'anni dalla morte, è un autore che merita di essere riscoperto.

Enrico Annibale Butti, L’anima. Memorie di Alberto Sarcori  (1893)

Keres Edizioni - Collana Il Labirinto delle lamie - Pag. 189 - 13,00 €

ISBN 978-88-97231-03-5