Spiegaci perché hai deciso di scrivere una storia urban fantasy ambientata in Romania. C’entra forse la lettura del “Dracula” di Stoker o è stata una scelta personale o casuale?

La scelta è stata dovuta all’interesse che ho da sempre per quelle zone e dal desiderio di non scrivere una storia ambientata in un paesino sperduto in America o in qualche famosa capitale europea. Ne Il bacio della morte ci muoviamo entro confini chiusi, sarà dunque nel secondo e ancora di più nel terzo libro che avremo modo di andare alla scoperta della Romania, dei suoi paesaggi e delle sue tradizioni. Quando si pensa alla Romania la mente corre subito a paesaggi selvaggi, atmosfere misteriose e cupe, perfette per la storia che volevo creare.

Gli Azura, i Demoni, i mezzi demoni, i cacciatori… la magia, nel tuo romanzo, si percepisce attraverso l’uso di incanti, ma, in particolar modo, si sprigiona attraverso i sogni. Thea riesce a manipolare i sogni altrui, questo potere le consente di essere una guerriera forte. Come ti è venuta l’idea di inserire nella storia l’elemento del sogno? Perché hai deciso di dare questo “potere” alla protagonista?

Il potere dei sogni è strettamente legato alla natura di alcune creature che metto in campo, gli Incubi. Manipolare i sogni, o le persone mentre sognano, è una delle loro caratteristiche principali. Queste figure appartengono alle tradizioni folkloriche di numerosi paesi, e nella maggior parte di esse la capacità di giocare con i sogni altrui è proprio una delle loro peculiarità.

È un potere un po’ atipico per una protagonista combattente, perché non le può essere utile in modo diretto in battaglia ma, se usato in maniera astuta, può comunque rivelarsi indispensabile per affrontare determinate situazioni.

Adesso parliamo dei personaggi del tuo libro. Thea, abile, grintosa e battagliera che pensa al suo dovere di cacciatrice di Azura; Damian, il bello e dannato, nonché altro cacciatore di Azura mezzo Succubo; l’entrata in scena di due principi russi menefreghisti e prepotenti e in particolar modo il ruolo del principe Alex nella vita di Thea: tre caratteri diversi, tre storie diverse che finiranno per incrociarsi.

Perché hai scelto questi nomi? A chi o a cosa ti sei ispirata per delineare il loro aspetto fisico, i loro modo di comportarsi? In quale dei tuoi personaggi riesci a rivederti?

Thea e Damian sono nomi rumeni (così come Sabina, Camilla e Clarissa, altri personaggi presenti nel libro), mentre Alexandre è la versione francese del nome russo Aleksandr. La Francia ha avuto una grande influenza nella cultura russa così come nella lingua, soprattutto dalla fine del 1600 in poi, ecco il perché di questa scelta.

Nel creare i personaggi non mi sono ispirata a nessuno in particolare, ho chiuso gli occhi e li ho immaginati nella mia testa, sapendo però già a priori quali fossero le personalità di cui avevo bisogno.

Sicuramente mi rivedo molto in Thea, perché è il filtro attraverso il quale racconto la mia storia, anche se a livello caratteriale non ci sono grandi somiglianze fra noi.

Immagina di conversare con persone che non hanno ancora letto la trama del tuo romanzo e non lo conoscono affatto. Come riassumeresti le vicende de Il Bacio della Morte per suscitare in loro un po’ di interesse?

Lo farei in maniera molto sintetica: Incubi e Succubi sullo sfondo della Romania, una storia d’amore, un Mondo Sotterraneo abitato da esseri crudeli e spietati, una ragazza che vuole dedicare la propria vita alla lotta contro questi mostri e poteri magici di varia natura, dalla manipolazione dei sogni alla guarigione, dall’ipnosi alla capacità di creare allucinazioni nelle menti altrui. E, ovviamente, non può mandare lei, La Morte.

C’è chi crede che il fantasy sia il genere che ha sostituito i poemi epici del passato, in cui comparivano creature fantastiche e si narravano le vicende straordinarie di eroi invincibili, c’è chi – specialmente in Italia – associa la parola fantasy ad un genere letterario dedicato esclusivamente ai bambini e ai ragazzi appena adolescenti, quasi come se questo fosse un genere letterario poco “serio” in confronto ad altri.

Cos’è per te il “fantasy”? Come ti senti di commentare questa situazione di “discriminazione” tra il genere fantasy – e i suoi sottogeneri – e gli altri generi letterari in Italia? Secondo te perché gli adulti e, in generale, i librai sottovalutano questo genere – nonostante attiri molto l’attenzione dei lettori di tutte le età?