Innanzitutto prendo spunto dalla mia vivace fantasia e da quello che mi detta il cuore. Ma anche da un’illuminazione improvvisa, che arriva quando meno me l’aspetto. Certo, ciò che si è letto, comunque, può senz’altro influenzare poi una determinata scelta di stesura di una trama, rispetto ad un’altra, e lo stesso vale anche per i film. Per i Guardiani delle anime mi sono rifatta anche a due videogiochi di grande successo. Insomma, si può attingere da varie esperienze per scrivere un libro, anche dalla vita “vera”, da ciò che ci circonda e che è assolutamente reale.
Molti scrittori temono il famoso “blocco dello scrittore” o, come si dice, hanno paura di inciampare nel buio della “pagina bianca”: a te è mai successo di rimanere davanti al PC e a un quaderno senza riuscire a scrivere qualcosa?
Fortunatamente non mi è mai accaduto e non ho mai temuto di non riuscire a scrivere. Se mai un giorno dovesse accadere, ciò significherà che dovrò necessariamente prendermi un periodo di pausa e cercare di capire le mie priorità.
I Guardiani delle Anime è una saga urban fantasy. Perché hai scelto questo sottogenere del fantasy così diverso dal genere classico e dalla storia di Lisa – La Signora degli Elfi della casa editrice 0111? Hai mai letto libri urban fantasy, sia italiani che stranieri, prima di scrivere questa saga e “La rosa e il pugnale”?
Sì, i Guardiani si discostano assolutamente dalla saga di Lisa Verdi. A me piace sperimentare e provare “cose” nuove. I romanzi di Lisa erano indirizzati più ai ragazzi e hanno riscosso un grande successo. Ma avevo bisogno di cambiare, affrontando tematiche più mature e adulte, come quella della reincarnazione e della stregoneria. Quando ho avuto l’illuminazione per la trama dei Guardiani, pertanto, non mi sono tirata indietro e le edizioni Domino hanno subito creduto nella potenzialità di questa saga. Ho letto parecchi urban fantasy (e continuo a farlo, dato che è il mio genere preferito), ma posso dire che “I Guardiani delle anime” è un urban assolutamente originale, con tematiche che difficilmente si troveranno in altri romanzi del genere.
Quali sono i tuoi libri preferiti? Qual è il libro urban fantasy che leggeresti durante un pomeriggio di pioggia? Cosa stai leggendo di recente?
Innanzitutto preferisco leggere libri fantasy, ma non disdegno neppure i thriller a sfondo esoterico e, se mi sento particolarmente sensibile, i romance (meglio se paranormal, naturalmente). Leggerei e rileggerei all’infinito “Red”, il primo libro di una saga scritta da Kerstin Gier. L’ho praticamente divorato in poche ore! In questo periodo mi sto dedicando ad una lettura mista. Infatti sto leggendo sia fantasy classici, che paranormal, che thriller.
Parliamo, invece, del dibattito fra gli scrittori di tutti i generi riguardo l’importanza sottovalutata del genere “fantasy” e di tutti i suoi sottogeneri in Italia e in alcuni paesi europei.
Spiegami in poche e semplici parole cosa rappresenta per te il genere “fantasy”. Secondo te perché il genere fantasy viene sottovalutato in questa maniera dall’editoria e dal pubblico italiani? Perché c’è ancora gente che pensa che il “fantasy” sia un genere poco serio e preferisce catalogarlo come genere adatto ai bambini e ai ragazzi (anche se sappiamo bene che in America e in Inghilterra esistono fantasy per adulti, come i libri di Jacqueline Carey)?
Purtroppo il fantasy in Italia è considerato ancora, ed erroneamente, come un genere dedicato soprattutto all’infanzia. Come hai ribadito anche tu, non esiste solo il fantasy per bambini. Vi è il classico, l’urban, il paranormal, quello per adulti, etc… Credo che gli adulti fatichino però a capire queste differenze. Ancora oggi, quando mi chiedono che genere scrivo e io dico fantasy, alcune persone mi guardano storto e sorridono, come per dire che ciò che scrivo è leggero e non degno di nota. Qualcosa, però, sta leggermente, e dico leggermente, cambiando. Con l’arrivo anche in Italia dei fantasy per adulti, sembra che vi sia un’apertura più generalizzata al fantasy e che qualche adulto, che prima proprio non ne voleva sapere, ora si stia avvicinando, o l’abbia già fatto, a questo genere assolutamente unico.
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