E’ nelle librerie il romanzo fantasy Le paludi d’Athakah (2013) di Stefano Mancini.
Sono ormai decenni che l’esercito degli elfi guidati da Aurelien Lathlanduryl, Re e signore di tutti gli elfi ha attraversato il mare sbarcando ad Athakab. Con gli elfi sono arrivati gli alleati di sempre: i nani. Essi sono guidati da due Re, in quanto appartengono a due etnie diverse pur essendo un popolo unito e coeso.
Le loro leggende narrano che una etnia è stata creata dal dio Thorgni detto il Sacro Fabbro, mentre l’altra era stata creata da Grugni, l’Incudine del Mondo. Le due etnie si distinguono solo per il colore dei loro capelli e delle loro barbe. I figli di Thorgni li hanno castano-rossicci, mentre i figli di Grugni li hanno colore dell’oro.
Sono sbarcati su Athakab nel tentativo di distruggere per sempre l’odiosa razza dei “musogrigio” come sono chiamati i feroci orchi che hanno come alleati i goblin e gli uomini. Uomini che praticamente sono ancora esseri primitivi armati solo di clave, lance con punte di selce e poco altro, ma sono numerosi e coraggiosi.
I musogrigio sarebbero stati annientati da tempo, ma al comando c’è Kurush Lamadisangue, Sommo CapoOrda e leader indiscusso. Kurush è abile e furbo, ma ora il suo esercito è chiuso in una insenatura tra due fiumi e non ci sono vie di fuga, ma nonostante tutto gli orchi riescono a opporre una dura resistenza.
Aurelien è convinto che finchè i musogrigio saranno guidati da Kurush, la guerra potrebbe continuare a lungo, decide di guidare un piccolo gruppo di armati, fra cui i due re nani, attraversare un fiume e cogliere alle spalle Kurush che rimane sempre nelle retrovie.
Il lettore seguirà le avventure non solo di Re Aurelien, ma anche di altri importanti personaggi, ci sarà un avvicinamento con gli uomini per merito di Methke, nato dalla unione tra un uomo e una elfa. Il mezzo uomo e mezzo elfo oltre a essere rispettato dalla maggioranza delle tribù degli uomini è anche un potente mago.
Le continue imprese di Aurelien voglione tenere alta l’attenzione del lettore.
Un brano
Assillato da decine di domande e senza il conforto di alcuna risposta, si ritrovò a sospirare rendendosi conto che era ancora fermo sulla soglia della tenda. Dall’esterno ormai non provenivano più nemmeno le voci dei soldati, ma solo un freddo refolo di vento impertinente; ne dedusse che i suoi guerrieri si stavano riposando e la giudicò una cosa buona.
Fece per spostarsi, ma una nuova domanda arrivò a tormentarlo. Da quanto va avanti questa guerra?
Ecco un’altra cosa che sembrava aver dimenticato. Gli anni per un elfo avevano una durata differente che per i nani. Sapeva di aver chiamato a raccolta il suo immenso esercito molto tempo prima, ma non avrebbe saputo dire quanto. Però ricordava ancora, come fosse accaduto solo pochi giorni prima, il momento in cui i suoi mille vascelli avevano lasciato le coste del Laomedon, facendo vela verso il nord dell’Athakah. Pur a tanti decenni di distanza, Aurelien ricordava le vele bianche sullo sfondo assolato delle spiagge di YnisEythryn, così come ricordava le voci delle migliaia di guerrieri al suo comando.
La quarta di copertina
Re Aurelien Lathlanduryl, signore di tutti gli elfi, non riesce a dormire: l’alba è prossima e il suo esercito, pur ridotto allo stremo, dovrà presto tornare all’attacco.
Di fronte un’enorme armata di uomini, orchi e goblin, accanto solo i fedeli alleati nani. La vittoria gli garantirebbe il dominio assoluto sull’Athakah; la sconfitta lo costringerebbe a tornare con la coda tra le gambe nell’isola di YnisEythryn, rinunciando per sempre ai propri sogni di gloria.
Consapevole dell’alta posta in palio, il giovane sovrano non esita a mettere in gioco la propria vita in una sortita contro Kurush Lamadisangue, Sommo CapoOrda e leader indiscusso delle forze nemiche. Al suo fianco solo gli amici Eutin Ilian’Kah ed Erendil Dal’Vhar, oltre ai due temuti e rispettati sovrani del popolo dei nani, Karzan Harald e Hankar Grumbar, che non hanno alcuna intenzione di lasciargli tutta la gloria.
Il duello, reso ormai inevitabile dall’evolversi degli eventi, finirà così per decidere non soltanto le sorti dell’Athakah, ma anche l’avvio della storia, che si snoderà lungo il corso di innumerevoli secoli, attraverso la favoleggiata Età dell’Oro di elfi e nani e attraverso le vicende dei suoi tanti protagonisti, eroi destinati a divenire leggenda.
Ma mentre la trama ricca di colpi di scena scioglie via via i suoi tanti interrogativi, ci si avvicina all’imprevedibile epilogo, una conclusione in cui il Fato, o forse qualcuno che trama nell’ombra, ci metterà del suo, portando gli antichi alleati, i due più potenti imperi mai esistiti, sull’orlo del più sanguinoso conflitto che la Storia abbia mai conosciuto...
L'autore
Stefano Mancini è nato a Roma, nel 1980, dove vive tuttora. Laureato in giornalismo nel 2004 e iscritto all’Ordine dal 2005, attualmente lavora come redattore presso un’importante agenzia di stampa. “Le paludi d’Athakah” è il suo terzo romanzo fantasy, dopo “Il labirinto degli inganni” (AndreaOppureEditore, 2005) e “La spada dell’elfo” (Runde Taarn Edizioni, 2010).
Stefano Mancini, Le paludi d’Athakah (2013)
Linee infinite Edizioni - Pag. 562 - 15,00 €
ISBN 978-88-6247-099-5
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