Sempre legati alle Eclissi, forti sono i riferimenti biblici rivolti alla Torre della Rinascita, dove Grifis viene rinchiuso dal re delle Midlands per essersi spinto troppo oltre il ruolo posseduto, cercando (come gli uomini che costruirono la Torre di Babele per arrivare a Dio) di elevarsi dalla propria condizione e venendo punito per la propria sconsiderata arroganza. All’interno di questa torre (ricorda il pozzo di San Patrizio dove, secondo la leggenda irlandese, Cristo avrebbe indicato tale luogo al santo affinché mostrasse le pene dell'Inferno ai fedeli più increduli che vi si fossero avventurati sino al suo fondo; in cambio, avrebbero ottenuto la remissione dei peccati e l'accesso al Paradiso), mentre Gatsu e compagni si stanno recando nelle sue profondità, si scopre che le sue fondamenta sorgono sui resti dell’antica capitale delle Midlands (un’immagine rivela costruzioni dallo stile greco/romanico) governata dall’imperatore Gaisselick e distrutta dalla volontà divina a causa della sua dissolutezza, proprio come avvenne alle città di Sodoma e Gomorra.
Nelle Eclissi non sfugge il connubio Eros/Thanatos tanto caro agli antichi, soprattutto greci; un tema già mostrato fin dalla prima tavola del primo numero del manga. Ma Miura non si limita a questo nell’attingere al sapere greco. Poche pagine della prima uscita del fumetto e un’altra immagine rievoca un mito potente e famoso: un gruppo di adolescenti prigionieri viene trasportato su un carro al castello del Barone di Koca, proprio come accadeva ai giovani ateniesi mandati al re di Creta Minosse perché venissero sacrificati al mostro che viveva nel labirinto.
Sempre dall’antica Grecia, nei primi capitoli della storia compare l’incubus, una sorta di spirito maligno che tormentava attraverso gli incubi le dormienti per nutrirsi delle loro paure. In questa cultura, la nozione d’incubo era legata allo stato febbrile, causato dai demoni che dominavano questo stato, in particolare Efialte (ucciso poi da Eracle), il significato del cui nome è “colui che balza sopra” (stesso significato che la parola incubus ha in latino; rappresentativo il dipinto di J. H. Füssli); una figura che ha influenzato fortemente ogni epoca, da quella ebraica (figure simili sono citate nella Bibbia, Salmi (91), Isaia 34) e romana a quella medioevale (citata da Maugantius in Historia Regum Briyanniae), fino ad arrivare al rinascimento e al post-rinascimento, come mostrato da testi dell’Inquisizione (Della demonialità e degli animali incubi e succubi, Ludovico Maria Sinistrari di Ameno).
Dalla tradizione ellenica l’ispirazione passa alla tradizione di paesi vicini. La figura di Slan ricorda quella di Lilith (che tradotta letteralmente significa "essere femminile della notte/demone”), creatura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e in quella ebraica, prima donna e compagna di Adamo. Una creatura secondo la tradizione scacciata dall’Eden per via della sua natura ritenuta da tentatrice, un altro elemento che dimostra come l’emancipazione sessuale fosse ritenuta un male, condannandola come elemento appartenente al demonio: seduttrice e tentatrice, con ali e fattezze animalesche come narra la tradizione (prendendo spunto dalla Lamassu, conosciuta come Lamia grazie ai miti greci), incarna anche lei il binomio Eros/Thanatos. Non bastasse questo per far comprendere la sua natura attraente e spaventosa, nonché mortale allo stesso tempo, Miura in Punizione, quando appare nel Clifoto (Vasi d'Impurità, rappresentazioni delle forze demoniche: derivano da Qelipot o Qelipah, nella Kabbalah rappresentano il rapporto tra l’aspetto divino della creazione e quello empio; sono dei gusci attraverso la cui distruzione si rivela la santità del nucleo che racchiudono, come avvenuto durante la Shevjirat Ha-Kelim, la rottura dei vasi (2)), la raffigura facendo formare la sua chioma con interiora di troll simili a tentacoli, rimandando la memoria alla figura di Medusa (aveva come capelli dei serpenti), il cui sguardo era letale.
Rimanendo nell’ambito della Kabbalah, si nota che molti dei lati e del modo di fare di Griffith rispecchiano l’angelo Lelehe’el, la cui energia vitale cresce ed eccede. Un vero e proprio angelo della crescita che di continuo supera i propri limiti, cercando vette sempre più alte, una fiamma che avvampa cercando ovunque alimento, dove la conquista e la scalata sono parti della propria natura; una forza della natura che travolge qualsiasi cosa sul suo cammino pur di raggiungere l’obiettivo che si è proposto. Un modo di fare rapace (Griffith è chiamato anche il Falco) coadiuvato da desiderio di conoscenza, astuzia, abilità strategica e organizzativa, colpo d’occhio, intelligenza, proprio come è tipico di questo impetuoso angelo. (4)
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID