È uscito per la casa editrice Mondadori, nella collana Chrysalide, Garden – il giardino alla fine del mondo, il primo fantasy distopico ambientato in Italia e scritto da Emma Romero.
Non si sa molto su questa esordiente, infatti Emma Romero è solo uno pseudonimo adottato dall’autrice stessa. Secondo la biografia pubblicata sulla quarta di copertina del romanzo, la scrittrice è nata nel 1978 ed è una grande appassionata dei romanzi di Philip K. Dick e di film dell'orrore. Crea le sue storie chiusa nel proprio studio, dove tiene alcune edizioni vintage dei suoi libri preferiti, e quando non scrive le piace uscire a fare due passi con il suo cane, Kiwi. Dopo aver tentato inutilmente di diventare una musicista professionista, ha appeso la chitarra al chiodo e ha iniziato a scrivere Garden, che è il suo primo romanzo. Vive e lavora in Italia, più precisamente nella città di Milano.
Questo fantasy made in Italy è diverso dagli altri fino a oggi pubblicati dalla casa editrice Mondadori, giacché inaugura un nuovo sottogenere letterario, il fantasy distopico, che si è diffuso in Europa grazie a opere anglosassoni e statunitensi, come la saga di Hunger Games.
La storia è ambientata in un Rinascimento futuro, in una Italia divisa ormai in otto grandi terre e governata da una èlite che, a differenza dei lavoratori, possono ancora dilettarsi con l’arte, la musica e appassionarsi alla scienza. La protagonista è Maite, una ragazza di sedici anni con la passione per il canto e per la musica, arti ormai proibite nel suo paese e punibile con la pena di morte. Rispettare le regole è importante, infrangerle può distruggere la vita. Il sogno di Maite, però, è diverso da quello dei propri coetanei che lavorano in Fabbrica: lei non vuole lavorare ancora lì, svegliarsi presto e interrompere i sogni proprio sul più bello, è stanca di questa vita monotona. Maite in realtà desidera con tutta se stessa trovare il leggendario Giardino alla fine del Mondo, un luogo lontano dalle ingiustizie dove, secondo alcune dicerie, dimorano i Ribelli…
La quarta di copertina
"Un ammasso di automi, questo siamo diventati. Non credo fosse ciò che intendevano i nostri padri, quando dicevano che un giorno saremmo tornati grandi."
L'intervista all'autrice
Intervista a Emma Romero
Quattro chiacchiere con l'autrice di Garden – Il giardino alla fine del mondo, il romanzo distopico italiano pubblicato da Mondadori.
LeggiEmma Romero, Garden. Il Giardino alla fine del Mondo
Mondadori Editore - Collana Chrysalide - Pag. 329 - 14,90 €
ISBN 9788804627180
3 commenti
Aggiungi un commento"Questo fantasy made in Italy è diverso dagli altri fino a oggi pubblicati dalla casa editrice Mondadori, giacché inaugura un nuovo sottogenere letterario, il fantasy distopico, che si è diffuso in Europa grazie a opere anglosassoni e statunitensi, come la saga di Hunger Games."
La Mondadori crede d'aver fatto chissà quale scoperta pubblicando un libro simile, come se fosse il primo del genere. Anzi, lo ritiene un sottogenere, dando così una pessima immagine e considerazione di libri appartenenti a questa categoria. Questa è la dimostrazione della considerazione che ha dei suoi lettori, anzi dei suoi "sottolettori", dato che sono ritenuti di una categoria inferiore.
Le premesse di questo romanzo - la storia dell'autrice - mi stuzzicano. Appare evidente che il suo "fallimento" con la musica sia dovuto anche (soprattutto, immagino, dato che anch'io ho i miei trascorsi musicali) a responsabilità esterne (l'Italia è un Paese che snobba gli artisti connazionali).
Il risultato di un vissuto reale, allegorizzato o metaforizzato in un romanzo fantastico (il fatto che la protagonista *non possa* suonare, perché è proibito) e la frase in cui l'autrice stessa dice che siamo diventati degli "automi" (per mezzo di qualche personaggio, immagino ancora) mi porta a pensare che questo romanzo possa essere di qualità.
Di certo la classificazione enunciata da Mondadori, circa un nuovo sottogenere, è ridicola ed è l'ennesima trovata idiota di un editore italiano per presentare un romanzo.
Bella anche la copertina: richiama subito il senso (apparente, dato che non l'ho letto) del romanzo.
Trovata che invece di fare pubblicità positiva, ottiene il risultato opposto. Come segarsi le gambe in partenza.
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