Le mille e una notte sono la metafora dell'Oriente. Mille e una sono, come si sa, la somma di quelle notti in cui Sharazad, la più bella e la più saggia delle figlie del vizir, racconta al re Shahriyar delle novelle, spesso intrecciate l'una con l'altra, e quando arriva l'alba il re ha oramai dimenticato il suo odio. Shahriyar, re di Persia e delle Indie, per punire la moglie infedele aveva infatti deciso di vendicarsi non solo sulla moglie (cui fece subito tagliare la testa) ma su tutte le donne. Ogni sera ne sceglieva una per farla poi decapitare al mattino. Sharazad riuscì però a intrattenerlo finché il re cambiò idea e la prese in sposa.
Le mille e una notte, dal titolo originale in arabo Alf laila wa laila, è indubbiamente il classico della letteratura orientale più famoso e conosciuto in assoluto. Alcuni personaggi che animano le favole raccontate dalla principessa Shahrazàd fanno parte dell'immaginario di tanti bambini del mondo, come Alì Baba e i quaranta ladroni o Aladino con la sua lampada magica o ancora i viaggi di Sinbad il marinaio.
Chi poteva immaginare che queste novelle, però, fossero un'invenzione occidentale?
Non 1001 novelle ma solo 282. Colpo di spugna su Aladino e la sua lanterna, via Sinbad il marinaio, scompare Alì Babà e i quaranta ladroni insieme ad altre 719 novelle.
Questo è il lavoro di restauro effettuato dall'autorevole arabista Claudia Ott, che alla Fiera del Libro di Francoforte presenta la sua nuova traduzione della famosa raccolta di novelle (Beck, euro 29,90) basata sull'edizione del 1984 dell'iracheno Muhsin Mahdi, professore a Harvard.
Le immagini che più hanno colpito la nostra fantasia, pare siano state aggiunte dall'orientalista francese Antoine Galland. Visto il successo, e per suggerimento dell'editore, si era preoccupato meno del testo originale e più del gusto dei salotti francesi dell'epoca. Aveva cominciato a esaltare i momenti più esotici del racconto, tralasciando gli altri. L'esotismo era evidentemente un modo per far entrare nelle case borghesi l'erotismo.
Il classico che per trecento anni è rimasto immutato ora cambia volto, e c'è da chiedersi se l'operazione abbia un senso, se nella versione originale il famoso libro sarebbe stato altrettanto conosciuto.
Domande oziose e inutili, come inutile chiedersi chi abbia intenzione di acquistare a quasi trenta euro una versione lunga un quarto di quella che siamo abituati a leggere.
17 commenti
Aggiungi un commentoCredo che sia una versione interessante dal punto di vista filologico.
Ognuno può comprare la versione che preferisce.
Ad esempio, il Genji Monogatari, un famosissimo romanzo giapponese (La storia di Genji, il principe splendente) esiste in traduzione italiana dall'inglese. Il traduttore inglese si è preso una serie allucinante di licenze poetiche, ma è la versione più interessante e meglio scritta in circolazione.
E' in preparazione una traduzione più aderente al testo dal giapponese, che sicuramente sarà meno bella da leggere, ma dal punto di vista filologico è quella più interessante.
Quindi ognuno potrà scegliere quale delle due comprare.
Non saprei...
un'operazione di questo tipo la vedo più come una curiosità, una specie di ricerca delle origini ma niente di più.
Credo che l'edizione completa comtinuerà ad essere sempre la più diffusa.
..concordo..
Non è giusto anche se sono "occidentali-inserimenti" chi non ha sognato le belle avventure narrate da Shahrazàd..
a me la cosa non scsndalizza più di tanto... aladino non è mica scomparso! :
se uno se le vuole leggere tutte compra una versione, se vuole attenersi all' originale, un'altra: abbiamo anche questa scelta, che vogliamo di più?
Grazie grazie.... il punto èdue punti) quando mi colpisce qualcosa apro il topic e apro la bocca!
Bè archeologa non mi ci aveva ancora chiamato nessuno, 'archivista' è il mio soprannome preferito, ma ora rifletterò sull'archeologia (magari è la mia vera vocazione!!!)
Aprofitto di questo contatto metalupo per farti una domanda spinosa:
cosa è successo alla tua faccina?
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