Di cosa parla Striges?
Striges nasce dalla mia passione per la stregoneria, che si è scatenata quando avevo diciassette anni. Si tratta di una vicenda un po' particolare. Abito in un paesino nella campagna emiliana e la notte venivo spesso svegliata da quello che sembrava il grido di una donna. Mi sono informata e ho scoperto che, in realtà, il grido apparteneva a una civetta. Quando sono innamorate, infatti, lanciano questi versi. Lo stesso giorno sono andata in edicola. Ho un urtato un libro che è caduto a terra e sulla pagina rimasta aperta ho letto: “Strix striges: rapaci notturni, considerati la reincarnazione delle streghe”. Da lì mi sono incuriosita, pensando che non poteva essere stato un caso. Ho iniziato quindi a fare una ricerca sulla stregoneria, dal mito popolare fino al periodo più oscuro, il 1600, ovvero quello dove le persecuzioni hanno raggiunto l’apice. La mia eroina, Zoe, scopre di essere la reincarnazione di una strega. È una ragazza dei giorni nostri, ma al compimento dei 17 anni inizia ad avere violenti flash-back che la portano in un’epoca lontana e i ricordi di un’altra vita cominciano a riemergere. Nel romanzo c'è posto anche per l'amore. Zoe si innamora per la prima volta in vita sua, ma ahimé, perde la testa per un inquisitore.
A chi ti sei ispirata per creare la protagonista del libro?
Per gli occhi di Zoe mi sono ispirata a quelli dei rapaci notturni e di certi felini. Zoe ha gli occhi gialli e questo la rende diversa da tutti e viene spesso guardata con sospetto, tenuta in disparte. Penso che tutti noi, almeno una volta nella vita ci siamo sentiti diversi, incompresi. Volevo che il simbolo di questa diversità, la mia protagonista lo portasse impresso sul volto. Volevo che fossero proprio gli stessi occhi che ci permettono di comunicare con gli altri, a complicare la sua vita. Nell’arco della narrazione, proprio come nei più classici romanzi di formazione, Zoe dovrà imparare a convivere con la sua diversità e ad accettarsi.
Del resto, condividiamo gli stessi gusti musicali e in qualche modo anche a lei capita di trovare le risposte che sta cercando nei brani musicali che ama, proprio come più di una volta è capitato a me. Zoe ha un carattere introverso e, quand'ero ragazzina, anch'io ero molto timida.
Per il resto Zoe è unica, è soltanto Zoe. Ho un'idea molto romantica della scrittura. Penso che i personaggi esistano già in un mondo parallelo e che il compito di noi scrittori, al pari dei medium, sia quello di portarli qui, attraverso le pagine dei libri.
Striges è un romanzo auto-conclusivo oppure fa parte di una saga?
Posso svelarvi che sono al lavoro sul suo seguito. Come dice Stephen King, perché una storia sorprenda il lettore, deve sorprendere per primo chi la sta scrivendo. E posso assicurarvi che il secondo volume di Striges mi sta sorprendendo parecchio. Sono certa che non deluderà i lettori che attendono il nuovo capitolo. Dovrebbe uscire più o meno a febbraio del prossimo anno.
Qualche anticipazione sul sequel di Striges?
Molte lettrici mi hanno confidato di aver perso la testa per Misha. Nel secondo volume, posso dirvi che prenderà molto più spazio e riserverà tante sorprese. Ci sarà una nuova ambientazione molto gotica, nuovi personaggi e persino una nuova razza di creature soprannaturali che intrecciano il loro destino con quello delle streghe.
Parlaci un po' del lato sentimentale del tuo libro.
Mi ricordo bene l’emozione che ho provato la prima volta che ho visto il film Dracula nella versione di Coppola. Quando il conte dice alla sua Mina: “Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti”, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto avrei voluto raccontare una storia d’amore altrettanto forte, contrastata e pura. Zoe è una strega che si innamora di un inquisitore. Il suo è un amore sofferto, assoluto, quel tipo di sentimento che può portare anche alla morte.
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