Mike Wazowski ha un sogno, coltivato sin da piccolo: diventare uno dei migliori Spaventatori al mondo. Un ambizione più che legittima se siete un mostro con un occhio solo in un mondo in cui in realtà la mostruosità è la normalità, la cui economia si regge sull'energia generata spaventando i bambini del nostro mondo. Lo stesso mondo che avevamo conosciuto nel 2001 con Monsters & Co., un film che è ormai uno degli instant classic del moderno cinema di animazione.
Oltre a Mike, come nel film precedente, l'altro protagonista del film è James "Sulley" Sullivan. Questo prequel comincia con una scena dell'infanzia di Mike, ma poi prende realmente in quello che è il primo giorno di università dei due, non ancora amici.
L'istituto si chiama come il film, ossia Monsters University, ed è proprio uno dei migliori del suo mondo, una sorta di MIT dello spavento, dove s'insegna tutto, ma proprio tutto quello che serve sapere per spaventare i bambini, ma si sviluppano anche, in appositi corsi, le tecnologie delle porte intradimensionali che permettono di entrare nelle stanze degli infanti, nonché quelle di raccolta dell'energia generata dalla paura.
MIke è un nerd sgobbone, Sulley è l'ultimo discendente di una famiglia di talentuosi Spaventatori convinto che basti solo un bel ruggito per risolvere ogni cosa. Le circostanze tutte da scoprire del film porteranno non solo i due a diventare amici, ma a trovare la loro vera vocazione, il loro posto nel mondo, arrivando allo status che chi ha visto il primo film conoscerà, nel quale Mlke è la mente e Sulley il braccio operativo.
La trama del film è più complessa in realtà, con parecchie prove, per nulla metaforiche, che i due dovranno superare per raggiungere la consapevolezza del sè, e impareranno che non coincide affatto con quelli che erano i loro progetti.
Un tema forte del film è proprio questo. La presa di coscienza che avviene nel tempo, a suon di delusioni, di prove riuscite ma anche fallite, che talvolta non le proprie aspirazioni non sono quelle che abbiamo sempre creduto. Una presa di coscienza che solo con la vere maturità impariamo a non considerare un fallimento. Cominciamo un percorso volendo fare una cosa, e ci troviamo a farne un'altra, e meglio magari.
Per farlo il regista Dan Scanlon sceglie parecchi topoi classici della commedia statunitense. In primis il Campus Universitario, un luogo che noi italiani conosciamo quasi quanto in terra di origine per quante volte è stato sfruttato. Forse è secondo solo al ballo di fine anno delle High School.
Monsters University è un film per famiglie per cui non siamo di fronte a una rappresentazione pecoreccia del mondo delle confraternite, delle feste e dei suoi rituali, ma a una sua versione edulcorata.
Le situazioni sono note: prove di iniziazione, rivalità tra confraternite "d'eccellenza" e di "serie B". Insomma dalla Rivincita dei Nerds in poi sappiamo questo e altro. Con la citata pellicola di culto anni '80 MU condivide l'idea della gara, le Mostrolimpiadi in questo caso, alla quale la confraternita più vituperata, la Oozma Kappa, altrimenti detta Ohimè Kappa, composta dagli scarti degli scarti, tra i quali anche i nostri Mike e Sulley, partecipa con onore, tra lo stupore generale.
Oltre alla commedia di ambientazione universitaria, il film ripropone le fortunate dinamiche alla Jack Lemmon-Walther Matthau che hanno fatto la fortuna del film precedente, gestite con abilità e perfetta sincronia dei tempi dalla sceneggiatura scritta dallo stesso Scanlon insieme a Daniel Gerson e Robert L. Baird.
Le ciliegine sulla torta sono però le piccole battute, che arrivano fulminanti da direzioni inaspettate, che suscitano risate spontanee in spettatori già divertiti dalla divertente serenità del film. Piccoli momenti di autentico genio comico.
Da non perdere è la scena dopo i titoli di coda che oltre a fare spanciare conferma la qualità di una sceneggiatura che non ha praticamente buchi.
Oltre ai personaggi principali c'è molta attenzione ai comprimari, come la terribile Preside Tritamarmo, diretttrice della Scuola di Spavento della Monsters University, che forse è la meglio caratterizzata. Non che la compagnia degli outsider non sia ben delineata, da Soufflè Squibbles a Don Carlton al mostro bitesta Terry e Perry al peloso Art che sembra avere più di una parentela con Moreno dei Muppets. Per tutti ci sarà una battuta o un momento di gloria. Però il film rimane la storia di MIke e Sulley, in modo inequivocabile.
La tecnica Pixar è ormai impeccabile. Nulla da eccepire sulla qualità delle animazioni. Erba, pellicce, tentacoli e zampette di ogni sorta. Tutte le sfide tecnologiche posta dall'eterogeneità dell'ambiente e dei personaggi sembrano più vinte.
Il tasto dolente è lo sfruttamento del 3D, che appare come una mera conversione più che una realizzazione nativa.
Le ambientazioni sono funzionali ma provocano meno stupore rispetto al precedente film. Si tratta della reinvenzione in chiave mostruosa dei vari luoghi del campus, dalla case delle confraternite ai vari istituti, allo stadio di football e altro ancora. Ma la Centrale Energetica, con le sue porte trasportate da un luogo all'altro da intrecciati nastri trasportatori e la sua imponenza, rimane la location più suggestiva dell'intera saga. anche se è realizzata come una versione tecnologicamente meno avanzata di quella del primo film.
Sinceri complimenti vanno porti a Randy Newman, che ha realizzato una colonna sonora che non vive di rendita sul precedente film e che ben accompagna i tanti momenti divertenti del film.
Se c'era il timore che prequel significasse scarsità di idee, tale pericolo è scongiurato. A prescindere da tutto anche se Monsters University ha quel pizzico di morale che non guasta mai, centra in pieno l'obiettivo di essere una divertente commedia per tutta la famiglia.
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