La Fanucci Editore ci presenta un’altra autrice di successo nella sua nazione di origine. Si tratta della statunitense Robin LaFevers, nota negli Usa per aver scritto molti romanzi per ragazzi che hanno vinto numerosi premi e che ora ha scritto questo Il segno del destino (Grave Mercy, 2012) romanzo rivolto a lettori YA e primo titolo della trilogia His Fair Assassin. I due successivi titoli già annunciati sono Dark Triumph (già ora, nelle librerie Usa) e Mortal Heart, la cui pubblicazione è prevista nel corso del prossimo anno.
Il segno del destino è in libreria da svariate settimane e trascina il lettore nella Bretagna del 1485 e lo avvince sin dalle prime, interessanti righe che riportiamo:
<<Ho una macchia rosso scuro che mi scende dalla spalla sinistra giù fino al fianco destro, una traccia del veleno della fattucchiera che mia madre prese per cercare di abortire quando era incinta di me. Il fatto che sia sopravvissuta, secondo la fattucchiera, non è un miracolo, ma il segno che sono stata generata dal dio della morte in persona.
Mi hanno detto che mio padre si infuriò e picchiò mia madre sebbene fosse distesa debole e sanguinante dopo il parto. Finché la fattucchiera non sottolineò che se mia madre era giaciuta con il dio della morte, sicuramente lui non se ne sarebbe rimasto con le mani in mano mentre mio padre la picchiava.>>
La bambina che porta sulla sua pelle il segno della Morte si chiama Ismae e a diciassette anni fugge da un matrimonio combinato dal padre che per pochi soldi l’ha praticamente venduta a un uomo gretto e brutale.
Ha la fortuna di trovare rifugio nel santuario del convento di Saint Mortain, dove le suore servono ancora gli dei antichi. Qui viene a sapere che il dio della Morte stesso l'ha benedetta con doni e l’ha condotta verso quel monastero.
Lei decide di restare nel convento e qui sarà addestrata in tutte le arti di un perfetto assassino imparando l’uso di armi, dei veleni e come abbagliare e conquistare la fiducia di una futura vittima. Sarà una ancella della Morte.
Dopo circa tre anni di addestramento, arriva il momento della sua prima missione: recarsi presso la corte della giovane Anne di Bretagna sulle cui fragili e giovanissime spalle è caduto il peso del regno dopo la morte del re.
La giovane duchessa si trova in balia di una corte piena di intrighi, cospiratori, pretendenti alla sua mano e la missione di Ismae non sarà facile e dovrà far appello a tutto quello che ha imparato alla dura scuola del convento di Saint Mortain; inoltre l’addestramento non l’ha preparata ad affrontare i sussulti del suo cuore quando incontrerà il giovane e affascinante Gavriel Duval i cui intenti a corte non sono molto chiari.
Un romanzo fantasy ricco di reali dettagli storici, con personaggi storici e di fantasia e poi molte situazioni diverse come avvelenamenti, tradimenti, omicidi, sottili seduzioni, coraggio, onore e, per finire, una storia d’amore.
Un brano
C'è poco cne distragga i miei pensieri dal tornare a girare intorno a Duval. Sono dolorosamente consapevole di lui che cavalca di fronte a me, massiccio, autorevole, irritato. Non importa dove concentri la mente o lo sguardo, tornano sempre su di lui. Amante. Quella parola risuona sommessa dentro di me, provocante, invitante, ridente. Il fatto che dovrò fingermi tale è quasi più di quanto possa sopportare. E che dovrei farlo davanti a metà della nobiltà bretone è ridicolo. Prego che un messaggero dai convento arrivi al galoppo dietro di noi per dirmi che è tutto uno scherzo crudele e che Annith andrà al posto mio. Ma tutto ciò che sento è il gocciolio della nebbia fitta che cade sullo strato di foglie ammuffite che copre il terreno della foresta, il cigolio delle nostre selle e il tenue tintinnio dei finimenti. Verso il pomeriggio raggiungiamo un piccolo bosco. L'imponenza degli alberi ci obbliga a far camminare attentamente i nostri cavalli tra rami E ROVI.
Sotto la calotta di foglie il freddo aumenta. Mi stringo nel mantello, ma non basta a riscaldarmi. Non è quel tipo di freddo. La Morte è vicina. La sento nelle ossa, come le giunture doloranti del vecchio marinaio lo avvisano che si sta preparando una tempesta.
La quarta di copertina
Il destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte l’ha segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà invece la sua strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a farla ripudiare dal marito, un uomo violento che è stata costretta a sposare. La mano della Morte continua a guidare la ragazza, che fugge da tutto per cercare riparo nel convento di Saint Mortain, dove alcune suore osservano ancora gli antichi riti tradizionali. Qui viene trasformata in una perfetta assassina; silenziosa, seduttiva e letale, un’ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla corte di Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire nell’impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel convento. Peccato che non le abbiano insegnato come tenere
a bada i moti del cuore, e Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l’amore che preme nel suo cuore.
L’autrice
Robin LaFevers è cresciuta circondata da scaffali di vecchi libri polverosi e un gruppetto di fratelli, convinta che il suo destino fosse scrivere narrativa. È autrice di numerosi libri per ragazzi, per i quali è stata insignita di diversi premi. Attualmente vive con il marito e un gatto nel Sud della California e trascorre le sue giornate alla ricerca di manufatti antichi e testi dimenticati.
Robin LaFevers, Il segno del destino (Grave Mercy, 2012)
Traduzione Donatella Rizzati
Fanucci Editore, collana Tif Extra, pagg. 452, euro 12,00
ISBN 978-88-347-2184-1
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