The Blue Umbrella è il corto prodotto dai Pixar Animation Studios che precede nelle proiezioni in sala il film Monsters University.
Narra la storia di due ombrelli uno blu (maschio) e uno rosso (femmina), che si innamorano.
Mentre sono portati in giro dai loro proprietari, in un piovoso tardo pomeriggio affollato di persone che tornano dal lavoro, i due hanno modo di notarsi, visto che spiccano tra il grigiore degli altri ombrelli.
Ma a notarli, a cercare di favorire il loro incontro, sono anche gli oggetti della città: semafori, tombini, insegne, sembrano cominciare anche loro ad assumere delle espressioni e cercano di deviare il percorso della pazza folla per agevolare i due. Ci si mette anche un breve fortunale, che sembra dividere i due in modo irreversibile, trascinati dal vento.
Che succederà? La città, co-protagonista del film, riuscirà nell'impresa di aiutare i due ombrelli a coronare la loro storia d'amore?
Quello che colpisce del corto è la tecnica fotorealistica con la quale sono realizzate le animazioni. Ad animarsi sono oggetti che non sono "cartonizzati", o trasfigurati.
Eguagliando e superando le tecniche di Wall-E, che davano agli oggetti espressività, Saschka Unseld ha realizzato un gioiello della tecnica.
Complemento della narrazione sono anche i rumori cittadini, che riescono a diventare musica e fanno da tappeto sonoro.
Narrativamente però, dopo lo stupore per l'idea iniziale, il film appassiona meno di altri corti più recenti. Il finale non riesce a emozionare più di tanto.
Rimane comunque una conferma che la ricerca tecnica in Pixar continua e che, con autori che sapranno sfruttarla al meglio, sarà in grado di stupirci ancora in futuro.
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