Fra le tante Agenzie Psichiche londinesi, la Lockwood & Co. rappresenta un’eccezione. Niente uniforme d’ordinanza, nessun supervisore adulto, tre soli membri operativi: Anthony Lockwood, il suo socio tuttofare George Cubbins e la 15enne Lucy Carlyle. Ma tanto basta, quando si affronta un fantasma ciò che conta davvero è saperlo vedere e sentire e in questo Lockwood e Lucy sono due talenti. Al resto pensa George, che per evitare sorprese prima di ogni missione raccoglie tutte le notizie che può sulla casa da disinfestare e sul suo ospite. Sempre che Lockwood gliene lasci il tempo e non decida, come troppo spesso fa, di partire in quarta per l’avventura. Che un giorno per poco non finisce male, con Lucy ferita, Lockwood “fanta-toccato” e la casa del cliente distrutta dalle fiamme. Sicché i tre, per coprire i costi del danno, sono costretti ad accettare la bonifica della casa più infestata d’Inghilterra, Combe Carey Hall, già monastero di certi monaci eretici “allontanatisi dalla fede in Dio per adorare cose oscure”, nonché ex dimora di quel pazzo di Sir Rufus Carey, detto “The Red Duke” per la sua smodata passione per le torture sanguinarie.
Ecco, lasciata la Londra affollata di demoni della Saga di Bartimeus, con The Screaming Staircase, primo capitolo della nuova serie Lockwood & Co., Jonathan Stroud (1970) ci catapulta in una City angosciata da quello che i cittadini chiamano genericamente “The Problem”, il Problema, cioè un’orribile epidemia ectoplasmatica che cinquant’anni addietro ha dato vita a un’Inghilterra alternativa alla nostra
I Ghostbusters qui sono bambini e adolescenti, gli unici in grado di vedere e sentire gli spiriti – mentre gli adulti soprintendono le operazioni di disinfestazione. E non usano fantascientifici fucili protonici ma spade da moschettieri; e poi granate di sale, bombe al magnesio, boccette d’acqua alla lavanda, limatura di ferro e fuoco greco, tutti elementi che gli spettri odiano. Col film di Reitman, però, The Screaming Staircase ha sì un aspetto in comune (che poi è una delle peculiarità dei romanzi di Stroud) e cioè la capacità di muoversi sempre tra suspense e ironia, anche quando i tre acchiappafantasmi si ritrovano ad affrontare la spaventosa Scala Ululante che dà titolo al libro. Diversissimi, caratterialmente e fisicamente, Lockwood, George e Lucy sono un trio irresistibile. Alto, magro e impulsivo il primo; basso, grassoccio e prudente l’altro; atletica e determinata Lucy, nuova ragazzina tosta della fantasy. Tre ragazzi svegli, semplici, non rimbambiti dalla tecnologia né dai dettami della moda, che amano far merenda con tè e biscotti e se sbagliano lo ammettono e cercano di rimediare.
Insomma, The Screaming Staircase apre una nuova saga “da caminetto”, calda, intelligente, spiritosa e spaventevole quanto basta, che conferma Stroud nella triade dei campioni della fantasy all’inglese per giovani (e) adulti assieme a J.K. Rowling e Philip Pullman.
Meritano una nota finale le due case dove si svolge gran parte dell’azione: il quartier generale della Lockwood & Co., tipica dimora confortevole da libro fantasy, con uno studio pieno di bizzarri cimeli ectoplasmatici e una cucina zeppa di dolci per far passare la paura da fantasma; Combe Carey Hall, altrettanto tipica casa dell’orrore, labirintica, antica e scricchiolante, che ci ricorda la Hill House del film Haunting - Presenze (1999) – e, prima, del romanzo L’incubo di Hill House (1959) di Shirley Jackson (2004, Adelphi).
A proposito, la Illumination Entertainment ha acquistato i diritti cinematografici di The Screaming Staircase, che potrebbe diventare il primo film tratto da un romanzo di Stroud. Nel frattempo restiamo in attesa della traduzione italiana, che uscirà sempre per Salani come gli altri romanzi dell’autore, mentre già si parla del secondo volume della serie, il cui titolo provvisorio è già tutto un programma: The Whispering Skull.
NdR: questo libro è stato recensito prima della sua traduzione italiana con il titolo La scala urlante. Lockwood & Co.
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