In occasione della Rassegna Letteraria 2013 (rassegnaletterariavigevano.jimdo.com), presso Spazio Excalibur, la galleria di Vigevano dedicata all'arte, l'illustrazione e il fumetto, si terrà la VI edizione del “Premio Jacono”, quest’anno assegnato a Franco Brambilla, dal 2000 illustratore delle copertine di Urania, la mitica collana dedicata alla narrativa di fantascienza, edita dal 1952 da Mondadori. Alla premiazione saranno presenti Franco Brambilla, il curatore di Urania Giuseppe Lippi, autori e illustratori italiani.
In concomitanza con il premio, sempre presso lo Spazio Excalibur (www.spazioexcalibur.info) sarà allestita la mostra “Il Futuro che sarà”, con opere di Carlo Jacono e Franco Brambilla.
Premiazione - sabato 19 ottobre 2013, ore 18
Inaugurazione mostra - sabato 19 ottobre 2013, ore 15
La mostra è aperta dal 19 al 27 ottobre 2013, tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19 - ingresso libero
IL “PREMIO JACONO”
Nato per celebrare il maestro dell’illustrazione italiana, conosciuto soprattutto per le migliaia di copertine realizzate per i “Gialli Mondadori” e “Segretissimo”, il “Premio Jacono” è giunto alla sua sesta edizione.
Viene assegnato ogni anno all’autore contemporaneo che maggiormente si avvicina a Jacono, non tanto per lo stile quanto per la costanza della qualità artistica. Le edizioni passate, dedicate ognuna a uno specifico genere (western, spy story, giallo), hanno visto tra i premiati Claudio Villa, copertinista di “Tex”, Victor Togliani, fantasioso creatore di mondi fantascientifici per “Urania” o inquietanti per “Segretissimo” e Giuseppe Rava autore di spettacolari illustrazione di ambientazione storico militare. L’edizione 2013 del premio sarà assegnata a un autore dal grande impatto visivo, che dal 2000 realizza le copertine di “Urania”: Franco Brambilla. Quest’anno, infatti, il focus del Premio è dedicato all’illustrazione fantascientifica, poiché Carlo Jacono è stato uno dei principali collaboratori di “Urania”, la collana con cui Giorgio Monicelli ha fatto conoscere la fantascienza in Italia. Fin dal 1952, e per oltre dieci anni, Jacono ha realizzato le illustrazioni interne dei romanzi per poi dipingere, dal 1958 al 1960, anche le copertine, in sostituzione di Caesar.
IL FUTURO CHE SARA' - LA MOSTRA
Se nulla accade a caso è certo una bella coincidenza che Franco Brambilla cominci la sua longeva collaborazione con “Urania” poco dopo che Carlo Jacono ha smesso per sempre di dipingere. I due illustratori non si conoscono ma benché lontanissimi nel modo di lavorare, Jacono artista del pennello Brambilla maestro nell'uso del computer con il quale crea sono modelli tridimensionali, hanno in comune una visione ipertecnologica del futuro.
Tra le opere in mostra una selezioni di tavole in bianco e nero realizzate da Jacono negli anni 50 per le pagine interne di Urania e alcune copertine sopravvissute alla distruzione dell'archivio Mondadori. Accanto agli originali una selezione delle opere stampate e alcune opere della sua produzione realizzata per i paesi del nord Europa. Le opere realizzate in due momenti temporali estremamente diversi, gli anni '50/'60 e gli anni '90 permettono di capire l'evoluzione storica della narrativa di fantascienza caratterizzata nei suoi esordi da una notevole componente avventurosa e da un esotismo quasi “salgariano” per arrivare alla celebrazione della tecnologia e dell'uomo macchina. Se, infatti, nelle sue prime copertine, Jacono privilegiava la presenza umana nelle ultime l'uomo è spesso un particolare in una tavola invasa da gigantesche astronavi.
Come ha scritto Giuseppe Lippi, dal 1990 curatore di “Urania”, Jacono e Brambilla hanno in comune la predilezione per lo spazio con le grandi astronavi da crociera, i pianeti esotici mai troppo allettanti, le rovine della terra dopo la probabile catastrofe e la figura umana messa a nudo. Una predilezione che viene confermata dalle molte copertine realizzate da Brambilla ed esposte in mostra. Ma non solo. Tra le opere selezionate dallo stesso Brambilla, una serie di immagini, copertine pubblicate e alternative, studi 3D dei mezzi e dei luoghi, che presentano gli scenari steampunk, la sabbia, le rocce e famelici colossi meccano-senzienti, realizzate per il ciclo di racconti di Mondo9 di Dario Tonani.
Accanto a questi lavori editoriali vengono presentate le sue “cartoline“ della serie Invading the vintage. Da sempre appassionato di fantascienza, Brambilla, accanto al suo lavoro di illustratore si è divertito a contaminare con i protagonisti delle saghe del cinema e della tv più amate e conosciute le cartoline degli anni '50/'60 creando un mondo alternativo unico.
Dopo lo Spazio Excalibur di Vigevano la mostra sarà esposta da novembre 2013 a gennaio 2014 a WOW Spazio Fumetto, il museo del fumetto e dell'illustrazione di Milano, e al MuFant, il Museo della fantascienza di Torino,
SPAZIO EXCALIBUR
L'incontro sarà anche l'occasione per presentare i prossimi eventi della serie A+Mani della stagione 2013 della galleria e il gemellaggio con Formaquattro (www.formaquattro.com), la galleria d'arte barese nuovo partner di Spazio Excalibur.
Nato dalla collaborazione di Excalibur, società specializzata nella realizzazione di mostre legate alla cultura popolare, e Luca Temolo Dall'Igna, critico d'arte e organizzatore di eventi, Spazio Excalibur è un luogo polifunzionale, galleria d'arte e punto d'incontro per artisti della parola e dell'immagine, ma anche laboratorio per la creazione di eventi e mostre.
GLI AUTORI IN MOSTRA
Carlo Jacono di Guglielmo Duccoli
Carlo Jacono e Fantascienza
Franco Brambilla di Giuseppe Lippi
La qualità di queste immagini è molto personale e non solo al passo con i tempi: con i colori del suo Mac Apple dipinge un mondo di domani a volte grandioso e a volte malinconico, quasi sempre tecnologico, anche se messo in contrasto con piante, fiori e animali che sembrano i fossili di un ambiente naturale in via di estinzione. Tra i suoi temi prediletti vi sono lo spazio con le grandi astronavi da crociera, i pianeti esotici mai troppo allettanti, le rovine della terra dopo la probabile catastrofe e la figura umana messa a nudo, con i corpi da marionetta illuminati da una luce livido-crepuscolare. Niente di tutto questo è retorico, neppure lontanamente: Come Caesar, Jacono e Thole prima di lui, Brambilla sente istintivamente il trapasso dell’uomo che la fantascienza mette in scena. Più che limitarsi a illustrare, crea un proprio romanzo visuale che parla di derive dell’oggi, ritorni al domani, un cosmo geometrico costruito su modelli (a volte rétro) ai quali non si può sfuggire, come alle leggi di natura.
Brambilla ha un’alta concezione del futuro: moralmente parlando, i suoi occhi vedono chiaro. Qualche volta ha rappresentato scene in cui il mondo è andato a rotoli e la malerba invade ogni cosa (carcasse di vecchie automobili, linee ferroviarie invase dai rovi, eccetera), ma il motivo è che la civiltà è un elemento vivo che può arrivare naturalmente al collasso. Finché respira, sulla terra o nello spazio, Franco Brambilla ne mostra il versante espansivo, titanico, che potrà avere le sue distanze incolmabili, le sue malinconie, ma le cui miserie non offuscano la bellezza dell’insieme, anzi rafforzano il quadro.
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