Mettere insieme un concerto e una storia di cui sono protagonisti un giovane tecnico del palco (Dane DeHaan), un sinistro pupazzetto animato e un inquietante cavaliere mascherato omicida: questa la sfida lanciata dal regista Nimród Antal (Kontroll, Vacancy, Predator), che ha portato al cinema, in un mix tra un concerto e un videoclip, una delle band di hard rock – heavy metal più amate al mondo, i Metallica, co-protagonisti della pellicola.
Il live cui i fans potranno assistere comodamente seduti in poltrona è stato appositamente registrato (e questo si nota) durante due date a Vancouver nel 2012. Lo spettatore osserverà l'arena dal punto di vista della band, e vedrà nel dettaglio (grazie a Charlotte Huggins, probabilmente una delle più prolifiche produttrici di film in 3D degli ultimi anni), i muscoli facciali contratti di Lars Ulrich, le gocce di sudore di Robert Trujillo passando per i riccioli quasi finti per quanto perfetti di Kirk Hammett fino agli sputi di James Hetfield e una serie di dettagli (molto più edificanti, anche emozionanti per un appassionato di musica hard rock) consentiti dalla tecnologia IMAX (che non sempre restituirà al pubblico gli effetti desiderati, e questo dipenderà dalla sala da cui assisterete alla proiezione) e dalla musica, quella magia che supera tutte le altre che, come diceva Albus Silente, in questo contesto assume dei livelli di alta spettacolarità.
La storia collaterale che vede protagonista l'attore più richiesto del momento, Dane DeHaan (True Blood, Come un tuono, Kill Your Darlings, The Amazing Spider-Man 2) parte da un compito che il capo gli affida durante il concerto: andare a recuperare, in un furgone rimasto in panne non si sa dove, una borsa molto importante per i Big Four di Los Angeles; dopo aver ingerito una strana pillola, da un incidente a un incrocio in cui il furgoncino di Trip viene travolto da un altro mezzo comparso all'improvviso, si snodano una serie di eventi con un'ispirazione a metà tra l'horror e il fantastico. Il giovane dovrà cercare di uscirne vivo e compiere la propria missione, accompagnandosi a The Little Man (il Piccolo Uomo, il pupazzetto inquietante), e sfuggire da The Death Dealer (il Mercante di Morte), un cavaliere killer che sembra essere a capo di una rivolta e che perseguiterà a lungo il protagonista finché quest'ultimo non riuscirà a farsi valere.
Sulla disavventura di Trip non vi raccontiamo altro, cosa conterrà la borsa resta a voi... capirlo.
È la musica l'assoluta protagonista di tutto il lungometraggio, tanto che c'è una quasi completa assenza di dialoghi. Non che se ne senta il bisogno, in effetti. Eventualmente, sono le immagini e le espressioni di Dane DeHaan a parlare, ma quel racconto surreale non riesce ad avere un effetto del tutto deciso e soddisfacente. Il che potrebbe essere anche ammissibile, considerando il senso di incertezza e precarietà che si cerca di far percepire durante tutta la storia (in qualche modo fin dentro il concerto), fino a un epilogo piuttosto prevedibile.
Through the never, in sintesi, non è considerabile un vero film, e nemmeno un film musicale in senso stretto. Se siete rimasti folgorati, a suo tempo, da Labirynth con David Bowie o da Moonwalker di Michael Jackson potreste rimanere delusi, questo lungometraggio dei Metallica è basato su altri presupposti, e ricorda più che altro un videoclip, infatti è più la grandiosità del concerto e delle sue scenografie a prevalere sulla storia di Trip.
Senza dubbio, però, è uno spettacolo per gli occhi e le orecchie, e in quanto tale merita almeno una visione, fosse solo per la colonna sonora che, senza voler essere campanilisti, oltre a contenere il miglior repertorio della band, ci regala anche Ectasy of Gold di un altro mago della musica contemporanea, Ennio Morricone.
Let's (hard) rock, dunque, perché su di esso si può riuscire a pensare di raccontare una breve storia senza troppe pretese ma ben realizzata.
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