A Lucca Games 2013 si sono cercate convergenze e diversità tra la grande saga del Signore degli Anelli e la recente creazione di James Cameron, Avatar.
L'incontro, a cura di Terre di Mezzo e con la partecipazione di Giuseppe Grossi, si è tenuto venerdì 1 novembre 2013 di fronte al pubblico della kermesse lucchese.
Nel libro Terre di Mezzo - Poetiche e metafore tra Avatar e il Signore degli Anelli Grossi individua i parallelismi tra opere che superficialmente potrebbero sembrare molto diverse.
In effetti Pandora e la Contea sono due grandi utopie con più somiglianze di quanto si potrebbe pensare, e ed entrambe invitano al recupero di miti e nostalgie; se nei film di Peter Jackson abbiamo la nostalgia di un mondo bucolico, Cameron recupera addirittura riti e atmosfere tribali, in una storia molto classica che diventa quasi un Pocahontas alla rovescia, con il colonizzatore che aiuta gli indigeni ad avere la meglio.
Il nemico, in ogni caso, è la modernità e la sua minaccia, la modernità che distrugge e annienta tante cose naturali e belle. In entrambe le opere si recupera una dimensione collettiva: in Avatar le creature che si connettono agli uomini, i riti officiati dagli indigeni tutti insieme; nella trilogia del Signore degli Anelli la Compagnia del primo film, con il suo senso dell'amicizia e del cameratismo.
In entrambi i casi l'eroe è un individuo inadeguato alla lotta che lo attende: in un caso un piccolo hobbit, nell'altro addirittura un paraplegico. E in entrambi i casi l'eroe non potrà tornare al suo mondo di prima. Ma mentre per Frodo il viaggio sarà da un mondo di purezza a uno di corruzione, per il protagonista di Avatar il viaggio sarà nella direzione opposta: in una scena che non è stata mostrata al cinema, la terra appare inquinata e avvelenata.
Va detta un'altra cosa: entrambe queste utopie presentano il nemico come un male assoluto, archetipico o stereotipato, decidete la definizione che vi piace di più. In entrambi i casi la lotta è senza quartiere per salvare ciò che è bello da un destino terribile. Indubbiamente la gente condivide i timori che traspaiono da queste grandi saghe.
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