Nicola Furia, pseudonimo di un Ufficiale dei Carabinieri in congedo, nel romanzo Diario di Guerra contro gli zombie (2013), ci presenta la sua versione di un improvviso e mondiale risorgere dei morti che diffondono con il loro morso il contagio.
La voce narrante è quella dell’autore che in prima persona vive questa esperienza terribile. Nicola Furia è un Colonnello dei Carabinieri di stanza nella piccola città di Rieti.
Dopo una prima riunione con le autorità della zona e la dichiarazione in Italia, e anche in tutto il mondo, dello stato di emergenza, Nicola capisce che se vuole salvarsi, salvare gli uomini del suo reparto e i cittadini della zona deve agire immediatamente e con estrema decisione usando anche mezzi poco ortodossi, senza dubbi morali su cosa fare, cioè uccidere definitivamente chi è stato trasformato in zombie, anche se è una persona che fino a ieri era normale e viveva in mezzo a tutti. Se trasformato in zombie gli si deve sparare subito un colpo alla testa, senza pietà.
Sotto forma di un diario il Colonnello ci racconta dei tanti omicidi commessi (ma sono poi omicidi?), come viene organizzata una zona sicura, delle spedizioni per procurarsi il necessario per poter sopravvivere, le operazioni di salvataggio e i controlli corporali tra i partecipanti, per vedere se sul corpo ci sono segni sospetti che potrebbero trasformare l’amico di oggi in un essere sanguinario domani e questo essere deve essere eliminato senza se e senza ma.
Un racconto horror, con punte di giallo, di paranormale e di thriller psicologico, introspettivo, crudo e spietato, politicamente scorretto, dove l’apocalisse è l’occasione per muovere critiche alla società iniqua e alla natura umana, egoista e prevaricatrice.
Un brano dalla premessa
Quando tutto iniziò, fu inevitabilmente il caos.
Quando i morti risorsero e attaccarono i vivi, diffondendo con un solo morso il contagio, l'umanità non riuscì neanche a immaginare l'enormità della catastrofe che stava vivendo. Prima di riuscire a
comprendere che i risorti dovevano essere immediatamente abbattuti e che potevano essere fermati solo con un colpo in testa, che ne lesionasse il cervello, oltre tre quarti della popolazione
mondiale era già stata contagiata.
Quando l'apocalisse degli zombie dilagò sul pianeta Terra, tutte le Autorità si trovarono impreparate e annichilite dall'orrore che devastava i continenti.
Saltarono le comunicazioni, le tv si spensero e le radio tacquero...
La quarta di copertina
Quando tutto iniziò, fu inevitabilmente il caos. I morti risorsero e attaccarono i vivi, diffondendo con un solo morso il contagio. L’umanità non riuscì neanche a immaginare l’enormità della catastrofe che stava vivendo. Prima di riuscire a comprendere che i risorti dovevano essere immediatamente abbattuti, oltre tre quarti della popolazione mondiale era già stata contagiata. I morti viventi avevano invaso il pianeta e la pandemia dilagava inarrestabile.
Oggi tutte le Autorità mondiali sono incapaci di reagire, annichilite dal caos e dall’orrore che devasta i continenti. E’ l’apocalisse! Ma in Italia, in una piccola provincia del Lazio, un manipolo di Carabinieri resiste e sferra un attacco impetuoso e folle alla morte che cammina. Li comanda il Colonnello Furia, un ufficiale controverso, violento e amorale, determinato a fare di tutto pur di far sopravvivere l’umanità… anche a costo di perderla del tutto.
L’autore
Nicola Furia è lo pseudonimo di un Ufficiale dei Carabinieri in congedo. Nato a Roma nel 1961, ha comandato diversi Reparti Investigativi in Campania, in Basilicata e nel Lazio.
Attualmente svolge l’incarico di docente di criminalistica nei corsi di Scienze Criminologiche Forensi - Master di I e II livello - presso la “Sapienza” - Università di Roma - e nei corsi presso l’Università Telematica di Roma.
Nicola Furia, Diario di Guerra contro gli zombie (2013)
Edizioni R.E.I. - Pag. 188 - 14,00 €
ISBN 9788827590355
40 commenti
Aggiungi un commentoNecessita anticipazione: non si mette la pulce nell'orecchio e poi via
M.T. ne riparliamo dopo Natale, ok?
ok
Hey Cri... non puoi lasciarci così in sospeso... non vale! Se ti ha sconvolto così tanto la cosa mi stuzzica.
Da quello che ho subodorato non è argomento natalizio o di facile digestione. Kinzica fai con calma e non rovinarti il sapore del panettone (o del pandoro...o di qualunque altro dolce regionale )
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