Il Gruppo Mondadori (che comprende la casa madre più Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer, Electa) scende in campo per incontrare l’esplosione di creatività nata con l’autopubblicazione in rete, innescata dal web e dai social network. Questa crescita esplosiva ha bisogno tuttavia, come leggiamo nella homepage di Scrivo.me, di rispettare degli standard minimi di qualità, sia per chi scrive che per chi legge. Presente sul web, su Facebook e Twitter, Scrivo.me vuole quindi essere un punto di incontro per chi scrive, dove si possono trovare supporti e informazioni a livello professionale. Come scrive Edoardo Brugnatelli presentando il progetto: “Non siamo alla ricerca di nuovi autori o nuove voci. Vogliamo testare un modo nuovo di fare quello che da sempre fa l'editoria, e cioè assistere gli autori nella creazione di opere di qualità, facendo scoprire a tutti gli ingredienti fondamentali: professionalità e passione.” Quindi questa iniziativa non vende alcun tipo di servizio. Concentra in un solo luogo e mette a disposizione stimoli, idee, suggerimenti, una miniera di informazioni che, afferma il sito, nasce da un patrimonio di conoscenze editoriali inestimabile.

Abbiamo quindi visitato Scrivo.me per farcene un’idea. Vi sono tre “luoghi” principali da visitare: la Palestra, l’Officina, il Salotto, organizzati a loro volta in una varietà di rubriche. Nella Palestra attualmente ne vediamo tre che contengono già una manciata di articoli: abbiamo tra le altre cose dei consigli su come e dove trovare l’ispirazione, delle indicazioni su come scrivere per i lettori più piccoli, dei consigli per autoprodurre fumetti.

L’Officina è, com’è facile attendersi, una sezione più corposa. Ci sono consigli per litigare vittoriosamente con i formati dei libri elettronici, e con quello che in realtà esiste al di sotto della superficie di ciò che chiamiamo epub, mobi e via discorrendo. Se termini come Markdown, CSS e Sigil vi incuriosiscono e volete saperne di più, questa è la sezione che fa per voi. Altrove si parla di diritto d’autore: quando possiamo usare impunemente le fotografie che troviamo in rete? Quando possiamo considerare un testo libero da copyright? Interessanti domande, cui si risponde purtroppo in maniera piuttosto legalese e sbrigativa, e con un po' di link, mentre magari qualche esempio pratico o chiarimento “in soldoni” non avrebbe guastato. Ci sono comunque i collegamenti per saperne di più, ma una domanda da parte di un lettore sta purtroppo lì appesa senza replica da 25 giorni circa. Quanto all’uso dei social network per autopromuoversi, prima ancora di aprire gli articoli proposti vien da chiedersi: ho bisogno di venire presso Scrivo.me per capire una cosa che viene discussa in tutti i modi, in tutti i luoghi virtuali e non, e in tutte le lingue? No, non c’è uno stretto bisogno, ma alcuni suggerimenti e ispirazioni valide qui le si trova, e lo scrittore in erba che non s’è ancora lanciato sui social network potrebbe trarne giovamento. Infine, un argomento un po’ insolito o almeno non dei più trafficati: creare personaggi con le illustrazioni o trarre da esse ispirazione. Interviste e colloqui con gli artisti, a cura di Ivan Canu.

Infine abbiamo il Salotto: una discussione dove gli argomenti sono proposti dalla redazione, varie “perle di saggezza” (una rubrica si chiama proprio così). La discussione in effetti però la fanno, appunto, la redazione e i personaggi invitati a scrivere articoli, il visitatore può solo postare dei commenti ma non proporre argomenti nuovi.

Nella sezione viene anche proposto un manuale che propone riflessioni imperdibili: “Chi pensa che basti rendere disponibile il proprio e-book su qualche sito per venderne migliaia di copie, non si comporta diversamente da chi invia un dattiloscritto a un editore e si aspetta che a stretto giro di posta gli arrivi un contratto di pubblicazione.”

Al di fuori delle aree principali si trovano gli articoli forse più interessanti del sito, anche se non pertinenti alle questioni più tecniche e pratiche dell'autopubblicazione. Franco Forte esamina in maniera sintetica e dritta al punto alcuni famosi "incipit," ovvero le frasi iniziali dei classici. Un paio di questi inizi vengono proprio da opere del fantastico.

Invece “La Qualità nel self-publishing” a cura di eFFe, pone l’accento sulla necessità di trovare una qualche “certificazione di qualità” per gli autopubblicati in modo da evitare quelli senza alcun valore. Sarebbe un'ottima cosa. Ma, giustamente dice l’autore, se tale sistema fosse realizzabile per i libri autopubblicati “perché allora non applicarlo anche a quelli delle case editrici tradizionali?” Idea stuzzicante.

Tiriamo le somme. C’è stato un periodo in cui da diverse direzioni, in rete, arrivavano sollecitazioni per gli aspiranti scrittori ad avere fede nelle case editrici, perché se hai talento prima o poi qualcuno lo scopre, e se nessuno ti scopre dovresti per cortesia stare in silenzio perché l’autopubblicazione rovina i gusti del pubblico e abbassa il livello della letteratura. Chissà se queste sollecitazioni a ritirarsi a morire in un angolo trovano ancora dei sostenitori, fa piacere comunque che il più grande gruppo editoriale italiano oggi si confronti con questa realtà in modo amichevole e aperto, fornendo perfino degli strumenti. Può però stupire, anche se forse ciò è dovuto al fatto che siamo forse in una fase di rodaggio del sito, che si parli spesso di una realtà dove la rete e soprattutto i “social network” sono importantissimi, e di aspetto "social" ce ne sia poco o niente sul sito Scrivo.me, dove i lettori non hanno nemmeno un forum a disposizione. Non molto commentata, per adesso, nemmeno la pagina Facebook.

Proprio perché l’autopubblicazione esiste in virtù della possibilità tecnologica offerta dalla rete e dagli ebook reader, non va trascurato il fatto che chi cerca uno sbocco spesso si è già organizzato, conosce molti degli argomenti, li scambia e li condivide. Sono esclusi solo gli sprovveduti appena arrivati sulla scena e chi scrive con la Olivetti Lettera 22 di montanelliana memoria, senza preoccuparsi di accedere alla rete (gente che pertanto avrà senz’altro qualche problema ad autopubblicarsi salvo far ricorso al vecchio e costoso sistema dell’editoria a pagamento). Tutti gli altri non solo possono trovare le medesime informazioni, ma conoscono anche luoghi dove ci si confronta, si offre e chiede la collaborazione reciproca a seconda delle competenze possedute. Scrivo.me si affaccia su questo mondo, già attivo e sviluppato, con una filosofia che lo svantaggia in partenza e che rischia di renderlo solo marginalmente utile, proprio perché fin dall'inizio non si propone di offrire opportunità di pubblicazione o di collaborazione, che è la vera arma in più in mano al gruppo di cui è espressione.