In tutto questo, dunque, un ruolo principale è svolto dalla riflessione sul concetto di male: per Eddings, un errore casuale nell’universo; per Riordan, la lotta perpetua tra ordine e disordine, tra la necessità dell’uomo di vivere in un ambiente ordinato (e quindi sensato) e il disordine della materia primitiva dell’universo. Tuttavia, quello che la conclusione delle varie vicende mostra è la diversa prospettiva da cui il conflitto è visto: per Eddings, l’errore è rimediabile. L’universo, attraverso l’imposizione del Destino, corregge l’errore e, letteralmente, rattoppa se stesso usando Zandramas e il Sardion per colmare lo strappo prodotto dalla primitiva esplosione: tutto torna univoco, come avrebbe sempre dovuto essere, e dunque perfetto. Questo non accade (almeno fino a questo punto) in Riordan: Crono è sconfitto, per ora; ma Gea è in agguato, e la massima speranza di salvezza dal suo potere è il suo sonno, che però, essendo tale, può prevedere un risveglio. Apophis è apparentemente messo fuori gioco, ma il Caos che rappresenta ha ancora dei seguaci. Le due conclusioni, dunque, sono opposte: da una parte, un’estrema fiducia nella vittoria finale del Bene. Dall’altra, la consapevolezza di una battaglia eterna.
(1) G. Filoramo, M. Massenzio, M. Raveri, P. Scarpi, Manuale di storia delle religioni, Roma-Bari, 2006, p. 6.
(2) Ibi, p. 7.
(3) Ibi, p. 7.
3 commenti
Aggiungi un commentoDiresti che in Eddings o in Percy Jackson la presenza degli dei costituisca un elemento religioso?
Io li prendo più come dei personaggi (spesso antagonisti) la cui divinità è un pretesto per gli enormi poteri con cui i protagonisti si dovranno confrontare.
O secondo te c'è dell'altro?
Bella domanda: divido tra i due autori. In Eddings, gli dei sono chiaramente personaggi (Belar è chiaramente una macchietta!); l'elemento che potremmo definire religioso è dato in realtà dall'opposizione tra le due Profezie. Se parliamo di religione nel senso di culto, l'unica forma descritta è quella in onore di Torak: dunque, il culto non sembra avere un ruolo particolarmente positivo! C'è poi, a latere, la figura molto particolare di Incarico/Errand/Eriond, che ha una connotazione etica ben definita.
Anche in Riordan gli dei sono personaggi, più che figure religiose, ma qualcosa di più profondo, sotto sotto (a volte molto sotto) si avverte: comunque, è interessante l'idea che il dio senza culto e senza fedeli finisca per svanire, no? In Riordan la parte relativa al culto è altrimenti del tutto assente (curioso!), ma ciò in cui si crede, alla fine, è la forza dell'Ordine o del Caos.
Non sono i due autori più profondi che si possano trovare, ma proprio per questo secondo me è interessante trovare degli spunti di questo tipo.
Anche in American Gods (che personalmente NON considero fantascienza) si affronta la fine delle divinità senza più nessun fedele che li ricordi e li adori
e la nascita di nuovi dei...
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID