Originaria di Winnipeg, Canada, Danishka Esterhazy è sempre stata affascinata dal mondo della regia e della produzione cinematografica. Passione che l’ha portata a frequentare il Canadian Film Centre e a intraprendere la carriera di regista, oltre che di sceneggiatrice e produttrice. Per diversi anni, la Esterhazy si è occupata soprattutto di cortometraggi, poi nel 2009 la svolta con Black Field, il suo primo lungometraggio. Sulla scia del successo di quest’ultimo, la decisione di mettersi di nuovo in gioco dirigendo e producendo H&G, una rivisitazione moderna della fiaba di Hansel e Gretel.
In questa versione Hansel e Gretel lasciano il posto a Gemma (Breazy Diduck – Wilson) e Harley (Annika Elyse Irving), due bambini che finiscono per essere abbandonati sul ciglio della strada dall’irresponsabile madre Krysstal (Ashley Rebecca Moore). Soli e sperduti, i due si avventurano nel bosco e si imbattono in una strana casa, circondata da gnomi da giardino e bambole. Ma non è quello che sembra.
In questa intervista esclusiva per FantasyMagazine, Danishka Esterhazy ci spiega le motivazioni che l’hanno spinta a raccontare questa storia, ci racconta dell’esperienza sul set e del perché ama così tanto il suo lavoro.
1) Questo è il tuo primo film basato su una fiaba. Cosa ti ha portato a farlo? E soprattutto, perché hai scelto di raccontare questa storia in particolare?
Ho girato due cortometraggi ispirati a delle fiabe: The Red Hood e The Snow Queen. Quindi, dentro di me, ho sempre desiderato poter girar un film ispirato da una fiaba. Ho scelto Hansel e Gretel perché è una storia così oscura e affascinante. I temi dell’abbandono dei bambini e dell’omicidio sono interessanti e si prestano benissimo a una interpretazione moderna.
2) Pensi che sia utile, in generale, raccontare le fiabe in chiave moderna per inviare un messaggio forte al pubblico sui problemi sociali che purtroppo ci affliggono anche nel presente?
Penso che ci sia una potenza drammatica nelle storie che affrontano tematiche sociali di attualità attraverso immagini e simboli della narrativa. Ecco perché amo la fantascienza, il fantasy e i film storici. Allontanando la storia dalla nostra realtà attuale – o raccontandola attraverso la struttura della fiaba – il narratore può più facilmente esporre elementi importanti e senza tempo della condizione umana.
3) Quali sono i principali messaggi che hai voluto comunicare attraverso H&G? Sei soddisfatta del risultato finale? C'è qualcosa che è cambiato in modo significativo rispetto alla sceneggiatura iniziale?
In H&G volevo esplorare la dualità dell'infanzia – l'innocenza gioiosa e la grande impotenza. Volevo mostrare la resistenza e il coraggio dei bambini, ma allo stesso tempo sottolineare che è compito degli adulti (i genitori e la società ) proteggerli. I bambini non devono assumersi le responsabilità degli adulti. Devono essere tenuti al sicuro, in modo da poter vivere la loro infanzia.
Nel montaggio finale ho cambiato una parte della sceneggiatura che avevo scritto con Rebecca Gibson. Originariamente avevamo scritto una scena finale diversa – l’abbiamo comunque girata ma quando ho visto la fantastica interpretazione di Breazy Diduck -Wilson nella scena in strada, mi sono resa conto che il film doveva finire lì. Breazy in quella scena dice tutto quello che abbiamo bisogno di sapere. Così ho tagliato la scena finale.
4) Credo che uno dei punti di forza del film siano gli attori. I giovani attori. La loro interpretazione è stata così realistica, naturale e allo stesso tempo profondamente toccante. Com'è stato lavorare con i bambini?
Soprattutto in un film che si occupa di tematiche come questa? È stato un piacere lavorare con dei bambini. Sono stati bravissimi e hanno portato un senso di divertimento e avventura sul set ogni giorno.
Volevo che le loro performance risultassero reali e inalterate. Così ho chiesto ai bambini di non leggere la sceneggiatura, di non preparare le scene, di non memorizzare tutte le battute. I genitori avevano ricevuto copia dello script e conoscevano la storia completa. Ma ho incoraggiato i bambini ad avvicinarsi a ogni scena cercando di renderla credibile. Abbiamo creato le scene sul posto. Non c'erano obbiettivi da raggiungere o pressioni. Quindi, penso che Breazy e Annika si siano divertiti. E le scene violente le abbiamo girate quando i bambini non erano sul set.
5) So che il film uscirà in Canada la prossima estate. Congratulazioni! È un traguardo importante. Come ti senti a riguardo?
Non vedo l'ora. Ho passato momenti indimenticabili, viaggiando, quando il mio film Black Field ha fatto il giro dei festival e non vedo l'ora di farlo di nuovo. Mi piace presentare un film in diverse città e sentire il feedback da parte del pubblico. Girare un film a volte può sembrare un’esperienza molto solitaria. Ma quando questo film viene mostrato al pubblico, beh… diventa una conversazione.
6) Qual è la parte migliore dell’essere una regista?
Non riesco a immaginare niente di meglio! Io amo fare film. Essere sul set è sempre una gioiosa esperienza per me – anche di fronte alle sfide più difficili. Essere una regista non è facile. A volte senti di combattere una lotta senza fine. Ma ho l’opportunità di trasformare storie frutto della mia immaginazione in qualcosa di reale che posso condividere con il pubblico di tutto il mondo. Mi sento fortunata e privilegiata ogni volta che girò un film.
7) Hai già qualche altro progetto in cantiere per in futuro? O comunque, c'è un’idea che vorresti realizzare?
Ho diverse idee in fase di sviluppo. Un progetto intitolato “Level 16” e una nuova e ancora senza nome storia sui vampiri. Speriamo, con un po ' di fortuna, di poter girare presto una di queste storie.
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In questo film di elementi fiabeschi in senso stretto ce ne sono davvero pochi ma Danishka Esterhazy offre l’esempio perfetto di come una fiaba può essere rimodellata, ricreata per riflettere alcune realtà contemporanee, lasciando inalterato quel senso di stupore proprio della fiaba.
Quella che colpisce è soprattutto l’interpretazione dei giovanissimi Breazy Diduck – Wilson (Gemma) e Annika Elyse Irving (Harley) che risulta davvero realistica e toccante e rende appieno l’idea della dualità che caratterizza l’infanzia, come ha sottolineato anche la Esterhazy nel corso dell’intervista.
Se siete appassionati del genere, non potete perdervi questo film. Forse è un po' anti-convenzionale, ma è capace di far riflettere sui problemi e sul concetto di “cattivo” nella società contemporanea, e allo stesso di farci vedere il mondo attraverso gli occhi ingenui, a volte anche troppo, dei bambini.
Con tutta probabilità, H&G sarà disponibile in DVD e in streaming su piattaforme online il prossimo inverno.
Nel frattempo eccovi il trailer:
Per saperne di più visitate i siti che vi proponiamo in Risorse di rete.
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