Sci Fi Channel, dopo aver adattato per la televisione autentici classici della fantascienza come Dune di Frank Herbert e Riverworld di Philip Jose Farmer, punta ora sulla trasposizione di un notissimo ciclo di romanzi fantasy: la saga di Earthsea. Con Hallmark ha infatti coprodotto la miniserie di quattro ore che - in sole due serate, la prima delle quali in onda il 13 dicembre prossimo - farà conoscere al pubblico televisivo l'incantato mondo-arcipelago creato più di tre decadi fa dalla pluripremiata scrittrice Ursula K. Le Guin.
Nell'arco di 33 anni, fra il 1968 e il 2001, la Le Guin ha pubblicato cinque romanzi e una raccolta di racconti ambientati nel mondo di Earthsea. La trilogia originaria ha visto le stampe fra il 1968 e il 1972 ed è composta dai romanzi Il mago di Earthsea (A Wizard of Earthsea), Le Tombe di Atuan (The Tombs of Autan) e La spiaggia più lontana (The Farthest Shore). A questi, nel 1990 si è aggiunto L’isola del Drago (Tehanu) che avrebbe dovuto chiudere definitivamente la serie (l'autrice aveva sottotitolato il libro L'ultimo romanzo di Earthsea) ma è noto che le creazioni fantastiche più riuscite sanno affascinare i loro ideatori non meno dei loro lettori, per cui nel 2001 sono stati pubblicati altri due libri su Earthsea: il romanzo I Venti di Earthsea (The Other Wind) e la raccolta di racconti Leggende di Earthsea (Tales of Earthsea – Unica edizione italiana in Urania Fantasy n.6, Mondadori).
In sei volumi, Ursula Le Guin ha dipinto il suo mondo con pochissimi dettagli di ambientazione – che viene comunque resa vivida da una prosa vigorosa ed evocativa come poche – ammantandolo di fascinazioni ispirate da folklori universali e di tematiche profondamente umane ed esplorate con sorprendente naturalezza.
Earthsea è un universo narrativo a prima vista dominato da una sconcertante assenza di conflittualità: un mondo oceanico costellato di isole popolate per lo più da gente semplice e pacifica e in cui mancano quasi del tutto conflitti di potere o monarchie despotiche. Un mondo addirittura privo di autentiche religioni, eccezion fatta per forme di ritualità popolare scarsamente connesse a culti istituzionalizzati. La magia, in Earthsea, esiste e funziona perfettamente, e la tradizione magica viene scrupolosamente tramandata fra le mura di una scuola per maghi alla quale, in tempi più recenti, forse la stessa Rowling si è ispirata per i suoi libri su Harry Potter. Ma l’addestramento alla magia mira più a mettere in guardia dal suo utilizzo, onde non alterare l'ordine naturale delle cose, che alla sua applicazione superflua. Perché nel mondo arcipelagico di Earthsea, è la magia l’autentico possente apportatore di conflittualità. Il potere del mago scaturisce dalla conoscenza del vero nome delle cose - quello assegnato da Segoy, il mitico creatore dell’arcipelago, a ogni essere e luogo geografico del mondo. Nelle mani dei maghi più dotati, la conoscenza dei nomi si traduce nella capacità di turbare irreversibilmente l’equilibrio del mondo stesso e di devastarlo con impressionante facilità. Il dovere di tramandare la conoscenza della magia è richiesto sopratutto dalla necessità di ricordare continuamente quale uso non farne.
La miniserie televisiva (sito ufficiale: http://www.scifi.com/earthsea) traduce in pellicola solo i primi due dei volumi che compongono la trilogia originaria. In essi (e nella miniserie) il protagonista Ged percorre un cammino di formazione e crescita interiore che - dall'iniziale condizione di giovane pastore su una delle tante isole dell'arcipelago - lo porterà a divenire il mago più potente di Earthsea, colui che riunificherà l'intero pianeta grazie al ritrovamento dell'amuleto della pace, metà mancante dell'anello spezzato di Erreth-Akbe.
Il cast del film vede come interprete di Ged l’emergente Shawn Ashmore (il Bobby Drake, alias Uomo-Ghiaccio, di X-Men e X-Men 2). Fra gli altri componenti del cast ci sono Danny Glover (Arma Letale) nel ruolo di Ogion, primo maestro di Ged, e Kristin Kreuk (Smallville) nel ruolo della giovane sacerdotessa Tenar. Un nome di particolare spicco fra gli interpreti principali è sicuramente quello di Isabella Rossellini (nel ruolo di Thar, sacerdotessa superiore del tempio di Atuan), mentre una breve apparizione è riservata anche a Amanda Tapping, stella della serie televisiva Stargate SG-1 (Sci Fi Channel), che interpreta la scomparsa - ma evocata nel presente dalle visioni di Ged - Lady Elfarran, custode delle chiavi delle prigioni in cui sono rinchiusi gli spiriti maligni dei Senza Nome.
La regia del film è affidata a Rob Lieberman, mentre Robert Halmi Senior ne è il produttore esecutivo. Come sceneggiatore si era inizialmente paventato il nome di Philippa Boyens, co-sceneggiatrice della trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, ma è stato infine scelto Gavin Scott, già sceneggiatore della miniserie Le Nebbie di Avalon, ossia dell’adattamento televisivo dell'omonimo romanzo di Marion Zimmer Bradley. Nonostante le nove Nomination agli Emmy Awards ottenute dalla miniserie ispirata alla Bradley, la maggior parte dei fan della scrittrice non ha gradito granché l’adattamento, individuandone grossa parte del demerito nella sceneggiatura. Fra i fan della Le Guin si è perciò diffusa la preventiva diffidenza verso la scelta dello sceneggiatore.
La scrittrice è stata inondata di richieste di chiarimenti sulla qualità della miniserie di Earthsea. In una pagina del suo sito ufficiale (http://www.ursulakleguin.com/MiniEarthsea.html) la Le Guin ha spiegato che - a differenza di quanto avvenuto per la trasposizione televisiva di un’altra sua opera (l’adattamento del 1980 di The Lathe of Heaven, romanzo noto in Italia come La Falce dei cieli) - nel caso di Earthsea lei, come da uso comune, è stata per nulla chiamata in causa durante l’intero corso produttivo. Nonostante affermi di aver potuto visionare la sceneggiatura ultimata, dichiara di non poterne parlare, per vincolo contrattuale: “Posso raccontarvi tantissimo su Earthsea, ma non posso raccontarvi nulla su Earthsea – La Miniserie. Mi spiace ”.
28 commenti
Aggiungi un commentoAllora parli della risposta in toto, non del quote che riportavi... ok!
Mi piacerebbe chiedere a Ursula esattamente tra quanto tempo SCi-Fi Magazine dirà tutto questo...
Già, forse non sono stata molto chiara...
Di bene in meglio, vedo...Forse dovremmo farvci passare quest'assurda mania di voler vedere al cinema o in tv ciò che un libro ci induce a immaginare con la nostra testa. E' una debolezza che ci fa solo del male.
Ci ho pensato, in parte hai ragione. I motivi della letteratura e quelli del cinema sono e devono essere diversi, se non altro perchè il pubblico cui si rivolgono è spesso differente.
Tuttavia, quando una si ispira all'altra... vedo due soluzioni:
- non andare a vedere il film
- andare a vederlo, ma criticarlo su base cinematografica
SE, però, i produttori tentano di spiegare il senso del film dicendo che è quello che permea anche la storia del libro, beh, pretendo che le loro affermazioni siano fondate. Io come lettrice, figurarsi l'autore...
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