A fronte di tutto ciò il fantasy realizzato in Italia ne esce male dal confronto con qualsiasi altro paese sviluppato. Questo non significa che all’estero si realizzino solamente capolavori. Anche lì c’è una fetta di mediocrità, adeguatasi al consumismo facile e immediato: un esempio potrebbe essere la saga di Twilight di Stephanie Meyer, tanto per citarne una. Anche lì ci sono autori famosi che hanno realizzato romanzi non particolarmente riusciti: è il caso di Stephen King, di Terry Brooks. Quest’ultimo, benché con il tempo si sia fatto conoscere per le sue capacità di narratore, realizzando buone opere (anche se la produzione degli ultimi anni ha perso la verve iniziale, divenendo ripetitiva), il suo romanzo d’esordio è stato qualcosa di appena sufficiente, per niente originale, un’ombra di Il Signore degli Anelli; la fortuna che ha avuto è che il fantasy era in un periodo di stanca, dove non c’erano novità, dove era stato lasciato un vuoto che il suo arrivo ha saputo riempire.
Altri autori stranieri divenuti famosi per quanto scritto, hanno in alcuni casi steccato: Marion Zimmer Bradley, David Eddings. Eppure sono stati seguiti e hanno continuato a essere seguiti nonostante opere non all’altezza del loro nome. Come mai?
Perché una volta che ci si è fatto un nome, si vende anche se si fa un lavoro di basso livello. Ci si può impegnare meno perché comunque si avrà un seguito (e neanche tanto piccolo) di lettori affezionati che compreranno quanto realizzato, anche se scarso, perché in passato si è dimostrato il proprio valore e si è pertanto creato un mercato. Ma se si comincia con opere che non soddisfano da subito non è possibile continuare il cammino, avendo bruciato la strada davanti a sé.
Come si vede garanzie assolute non ne dà nessuno in fatto di bontà di un prodotto, ma certamente il mercato straniero ne dà molte di più di quello italiano. Anche se va considerato che pure all’estero si ha la convinzione che il fantasy sia un sottogenere della letteratura, come ha denunciato Steven Erikson, autore di un fantasy adulto e maturo qual è la saga La Caduta di Malazan; una mentalità da questo punto di vista sbagliata, ma che nonostante ciò dimostra come ci sia da parte degli autori e degli editori una preparazione, un’attenzione che in Italia si è ancora ben lontani dall’avere. E che se non ci si affretterà ad acquisire, si arriverà al fallimento, perché come si è fatto finora si sono bruciate fette di mercato, facendo perdere clienti e pertanto guadagno. Se si vuole avere una possibilità di risalita, di non vedersi sprofondare ancora di più, occorre cercare di elevarsi, puntando in alto e per farlo occorre prendere esempio dai migliori.
Si ringraziano i partecipanti della discussione sul forum “Fantasy di autori italiani vs Fantasy di autori stranieri” che con i loro punti di vista hanno dato spunti per la realizzazione di tale articolo.
45 commenti
Aggiungi un commentoForse vedo male io, ma non trovo nemmeno un link di riferimento a questo articolo.
Dove sono le fonti? Grazie.
Chiedi all'autrice dell'articolo.
L'articolo segnalato è molto simpatico. Dipinge con elegante ma triste ironia la nostra attuale situazione, senza entrare nel merito dei grandi sistemi ideologici e senza andare a cercare cause e controcause del problema.
Mi è piaciuto.
"Se n'è parlato nell'articolo e nelle discussioni legate a tale argomento: si sono viste le cause e le responsabilità. Se poi non si vuole prendere atto della realtà, questo è un altro"
OK, ne abbiamo parlato e possiamo anche prendere atto della realtà... quindi? Adesso che è così, questa realtà ce la dobbiamo tenere addosso, incollata per sempre?
Ogni mio discorso non era volto a una critica dei gusti o alla ricerca di un responsabile, perché forse lo siamo un po' tutti: editori, autori e lettori, a mio avviso nessuno escluso.
Ma la domanda è: cosa si può fare per cambiare rotta e invertire questa triste tendenza?
La gente deve cambiare mentalità, acquisire maggiore consapevolezza. Per questo, se avverrà, occorreranno degli anni e probabilmente si vedrà nelle prossime generazioni.
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