Il giovane catanese Leonardo Visticario non ha un solo problema. Ne ha un sacco e una sporta.
Vivere, anzi sopravvivere, facendo il prestigiatore non è affatto facile. Specialmente se invece di teatri prestigiosi e studi televisivi, il palcoscenico è la strada e qualche festa privata, dove viene regolarmente dileggiato da un pubblico poco interessato.
Quando poi anche il rapporto con la compagna Miriam sembra avviarsi al capolinea, a Leonardo sembra cadere il mondo addosso.
Eppure, una magia, una vera, Leonardo la sa fare. Sa fare apparire una moneta dove prima c'era il vuoto. Senza trucco, senza doppi fondi.
Non sa bene perché, ma talvolta la magia funziona.
A spiegarglielo sarà Fausto Benedetti, un tenore in pensione che parla usando il plurale maiestatis e si presenta a Leonardo come Caesar, quindi il capo, di un gruppo di persone chiamato gli Euritmi. Benedetti promette al giovane la soluzione a tutti suoi problemi economici, successo e fama. In cambio, perché c'è sempre una contropartita per tutto, dovrà aiutare gli Euritmi nei loro misteriosi compiti.
Di cosa si occupano gli Euritmi? Come s'intersecherà la comune esistenza di Leonardo con eventi che sembrano più grandi delle sue beghe personali?
Descrivere in modo sintetico gli eventi e i personaggi di Memorie degli Euritmi - Caesar, il monumentale romanzo urban fantasy di Fabrizio Cadili e Marina Lo Castro interamente ambientato a Catania e provincia è praticamente impossibile. Si rischia di scrivere se non un romanzo breve, almeno un racconto lungo.
Nonostante la sua imponenza (più di 1.700.000 caratteri) il romanzo è tutt'altro che pesante. La prosa degli autori è dettagliata, non prolissa.
Sono gli eventi e i personaggi a essere veramente tanti. Leonardo deve portare avanti sia la vita ufficiale di aspirante prestigiatore televisivo che quella di potente mago, anzi di Magus della Via del Demiurgo Platonico.
Entrambe le vite lo porteranno a incontri imprevedibili, situazioni paradossali, in misure diverse e scelte che saranno frutto di compromessi.
Non è solo una questione di numero di caratteri. Ci sono personaggi e situazioni per riempire due/tre romanzi, oltre che per lanciare i semi di un progetto seriale. Da questo punto di vista è apprezzabile lo sforzo degli autori di non giocare di rimessa, ma di affrontare l'opera prima sfruttando tutte le frecce della faretra. Colpire per distruggere insomma.
La cosmogonia descritta poi è un frullato di tante cose, da antiche mitologie e credenze popolari, passando per la para-scienza, fino alle moderne leggende metropolitane.
Si tratta del nostro mondo, di una moderna città del sud come Catania, che della vicenda non è mero sfondo, ma coprotagonista, ma filtrato con la lente del fantastico. Un mondo in cui basta allargare lo sguardo per scorgere, tra le pieghe delle situazioni più comuni, inquietanti creature, gruppi di potere che agiscono nell'ombra, criminali che si combattono con armi terrene e ultraterrene.
Il rapporto tra organizzazioni che agiscono e gestiscono potere e la Sicilia non può non fare pensare alla Mafia. Il romanzo inserisce il tema in un modo estremamente naturale, così come è naturale la descrizione dello stile di vita catanese. La Mafia del romanzo è quella del mondo reale, a tutti gli effetti sia uno stile di vita, che permea la vita quotidiana, che un gruppo di individui che gestisce, in modo occulto, potere e denaro e affari disonesti, decidendo della vita e della morte delle persone.
C'è voluto coraggio nel parlarne in un romanzo fantastico? Io dico che sarebbe stato superficiale non parlarne. Il romanzo infatti parte da una storia quasi intimista, come il racconto dell'evoluzione e della presa di consapevolezza del giovane Leonardo, ma è anche vero che nel momento in cui alza tiro, aggiungendo sempre più livelli alla narrazione e alla descrizione del suo universo narrativo, arriva il punto in cui non si poteva ignorare il tema.
C'è un rischio, ma dipende dall'attenzione che il lettore pone al tema.
Considerato che:
1) Il meccanismo di sospensione dell'incredulità scatta nel lettore per tutto quanto riguarda la magia, le creature superumane e i loro poteri, tutto quello che riguarda il cosiddetto "mondo secondario".
2) il romanzo contiene elementi del nostro mondo primario, riconoscibili e reali: la geografia, la toponomastica, la mafia e lo show business.
3) ai primi due elementi si mescolano una serie di mitologie e credenze, considerate autentiche leggende urbane che però hanno un credito presso parti delle popolazione anche, e direi soprattutto, in persone che non subiscono la fascinazione del fantastico.
C'è il paradossale rischio che il tema Mafia venga assimilato alle leggende metropolitane? Io dico che lo si possa fare solo se si ritiene un atto di lesa maestà che un romanzo fantastico possa toccare temi anche molto delicati con la lievità dell'intrattenimento e dell'avventura, senza per questo essere superficiale.
Che molti temi trattati siano sentiti dagli autori è più che evidente, non solo perché il romanzo è narrato in prima persona, ma dal livello di cura del dettaglio della loro scrittura.
Nonostante la minuziosità della costruzione generale e della narrazione degli eventi, non tutto fila liscio nella trama. Alcune soluzioni, in particolare alcuni incontri con personaggi minori, sembrano inseriti per riuscire a risolvere dei passaggi cruciali, ma l'espediente del vecchio compagno di scuola che viene in aiuto funziona ed è credibile la prima volta che viene usato, la seconda volta invece ha il sapore in un incontro troppo fortuito.
Le nuove tecnologie consentono di avere a disposizione il romanzo a un prezzo bassissimo. Chi ama la carta risulterà penalizzato, ma l'editore spiega nelle pagine finali i perché della sua scelta, e ha le sue ragioni.
Siamo davanti a un romanzo che non risparmia le sue idee, ma le sviscera e le mostra a viso aperto con coraggio, cercando anche di coniugare spettacolarità e intrattenimento.
Un buon esordio, per due autori da seguire con attenzione in futuro.
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