Il preventivo e il conto economico di un libro
Una strategia dell'editore potrebbe essere quella di imporre a tutti i libri di una collana lo stesso prezzo, a prescindere dai costi produttivi, che possono essere molto diversi. Si pensi alle collane da edicola.
Un'altra può consistere invece nello stabilire un prezzo minimo che consenta, alla luce dei risultati di vendita previsti, la copertura dei costi. In ogni caso va stilato un preventivo dei costi, al fine di stabilire il margine di reddività, sia un vero e proprio conto economico del “progetto”.
Quanto può vendere un libro è un segreto che nessuno sa, è inutile nasconderselo.
Ogni editore si basa sul suo intuito o su elementi che ritiene più o meno oggettivi. È molto più difficile, per esempio, valutare le potenzialità di un esordiente, mentre i risultati di un autore già pubblicato, di cui magari l'editore ha in catalogo altri titoli potrebbe essere una forte indicazione.
Se come accade per le saghe fantasy, il libro è parte di una saga, la valutazione dei risultati di vendita dei precedenti volumi è un dato imprescindibile.
I fattori sono tanti e non tutti basati su dati certi. Un editore può “innamorarsi” di un testo ed essere convinto che altri se ne innamoreranno a loro volta.
Alla fine dovrà calcolare un preventivo che tenga conto di costi e ricavi.
I costi possono essere fissi o variabili.
I costi fissi sono quelli che non dipendono dalla tiratura, validi sia che il volume sia stampato in migliaia di copie che centinaia oppure che sia pubblicato in eBook: curatela redazionale, editing, revisione, correzione bozze, impaginazione, eventuale traduzione, copertina, progetto grafico. Sono costi fissi, ridotti di molto in questi anni a causa della stampa digitale, le lastre tipografiche e gli avviamenti delle macchine da stampa. Ovviamente più alta è la tiratura minore è l'incidenza di tali costi sulla singola copia.
I costi variabili dipendono invece dalla tiratura. Se pensate in primis a carta, stampa e rilegatura non sbagliate, ma il diritto d'autore potrebbe variare a seconda del venduto o della tiratura. Inoltre tutte le spese legate al sistema distributivo, alla promozione e persino agli sconti praticati ai librai (che per l'editore sono un costo!) stimabili ancora oggi al 60% del prezzo di copertina.
Un libro lungo ha maggiori costi di produzione perché il traduttore deve tradurre un maggior numero di cartelle e quindi viene pagato di più, inoltre serve più carta per stamparlo e anche la confezione, l’immagazzinamento e il trasporto dei colli sono più dispendiosi proprio per via del maggiore ingombro. Una spedizione di 200 libri della Sellerio, di piccolo formato e relativa bassa foliazione impiegherà molti meno “colli” (scatole) di altrettante copie di un volume da 700 pagine, come spesso sono i ponderosi tomi fantasy.
Sono fissi, ma considerati strutturali i costi generali che ha l'editore (affitti, bollette, stipendi dei dipendenti, costi generali e di magazzino, etc) che vengono ripartiti sui singoli titoli in base alla produzione annuale della casa editrice. Una piccola fetta di questi costi inciderà sul prezzo finale, magari attribuita alla collana, che sarà il vero e proprio centro di costo.
Per esempio se un editore prevede di spendere 2000€ di energia elettrica in un anno, e prevede di stampare 10 titoli in un anno, con una tiratura minima di 1000 copie, caricherà 2 centesimi di € sul prezzo di ciascun libro.
Un altro fattore che può incidere sulla stima della tiratura solo dopo aver visto le prenotazioni, ma anche in questo caso dovrà correre dei rischi. Una tiratura più elevata nel breve causa maggiori costi di magazzino. Una tiratura appena sufficiente potrebbe non essere adeguata alle richieste di riassortimento in caso il libro avesse un successo maggiore del previsto.
C'è poi da considerare che purtroppo nella maggior parte dei casi le rese ci saranno. Nella maggior parte dei casi a un certo numero di copie ordinate non corrisponde un egual numero di copie vendute. Questo perché le librerie hanno il diritto di rendere le copie invendute entro un certo lasso di tempo. Pertanto ogni copia stampata e mandata in libreria è sia una opportunità che un rischio.
Una volta stimata una possibile tiratura e ipotizzando un prezzo orientativo, un editore che voglia remunerare i suoi autori (o un qualsiasi soggetto, pensiamo a iniziative benefiche) deve concordare con loro la percentuale sul prezzo e/o l’eventuale anticipo.
Se pattuisce con l'autore un anticipo di 5.000 euro, con royalties del 5% su un prezzo di copertina stimato in 18,00€ dovrà vendere 5555 copie per remunerare l'anticipo. Se l'anticipo sale a 10.000 € dovrà vendere 11111 copie.
4 commenti
Aggiungi un commentoGran lavoro. Mi congratulo.
Articolo molto interessante e ben fatto, anche per la duplicità di visioni.
A mio modesto avviso, fintanto che non ci sarà da parte dello Stato una presa di posizione forte a sostegno della cultura non sarà pensabile che molte cose cambino.
Giustamente, l'editore è sia divulgatore di cultura, sia, in primis, imprenditore che deve svolgere un lavoro remunerativo. Non stiamo parlando di biblioteche...
Però la cultura va sostenuta, non abbattuta da tasse varie. Occorre sostegno all'editoria, alle librerie (ricordiamo che le librerie mettono in tasca di solito il 30-40% del prezzo di copertina di un libro, eppure sono in costante chiusura...), ma soprattutto occorre un messaggio chiaro e deciso, cioè che la cultura è importante e che un popolo senza cultura è un popolo finito.
La cultura, d'altra parte, per il cittadino medio è a portata di mano senza grosse spese. Chi non ha mai letto niente (o visto un film diverso dalle soap opera...) potrà andare in qualsiasi biblioteca e trovare libri di vario genere (o in emeroteca, o in videoteca, etc...e trovare altri prodotti). Senza spendere un soldo, ma acculturandosi. E magari un giorno, forse presto, diventerà un frequentatore di librerie...
Dei "I segugi dell'ombra" possiamo dimenticarci il seguito dato che l'armenia alla risposta di una mail ha fatto sapere di aver abbandonato la pubblicazione della saga di Erikson.
...Penso che l'Armenia sia sulla strada del fallimento...
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