Ma se l'aspettativa di vendita minima è di 1000 copie? O l'editore concorderà un anticipo inferiore, o dovrà aumentare il prezzo di copertina. Proviamo quindi a invertire il ragionamento. A quale prezzo, tenuta fissa la percentuale del 5% sul prezzo, bisognerà vendere un volume per poter recuperare 5000€?
Pertanto se
A = N * ((x*5)/100) dove A = anticipo, N = Numero Copie
Segue che
5000 = 1000 * ((x *5) /100) => 5000 = x * 50 => ossia x = 5000/50 => x = 100 €
Un po' troppo non trovate?
Se l'autore mitigasse la sua richiesta a 2500 €, il prezzo rimarrebbe ancora di 50€. Con 1500 €, che è un anticipo non eccessivo, ma ancora ragionevole per uno scrittore di nicchia, arriveremmo a 30 €. Per arrivare a un prezzo di 15 € l'anticipo dovrebbe essere di 750 €.
Il caso di zero anticipo, che è poi quello più ricorrente con gli esordienti, è quello sicuramente meno problematico per l'editore. In quel caso può persino promettere percentuali maggiori, anche perché le aspettative di vendita sono del tutto incognite e la determinazione del prezzo dipende solo da tutti gli altri fattori.
Non esistono solo percentuali uniche. Ci sono contratti più articolati, che prevedono l'elevarsi della percentuale all'aumentare del numero di copie vendute.
L'esempio riportato in I Mestieri del Libro, di Oliviero Ponte di Pino (2), volume da cui ho ricavato anche altre informazioni riportate in questo articolo, è di un anticipo di 10.000€ con un diritto d'autore del 5% fino a 5000 copie, 9% fino a 10.000 copie, 11% oltre. In questo caso con un prezzo di 18,00 euro a copia, per recuperare l’anticipo sarà necessario vendere 7531 copie (vedi Tabella 1).
Un altro fattore del quale tenere conto sono le effettive prenotazioni delle rete di vendita, che possono essere inferiori o superiori rispetto alle previsioni iniziali. In tal caso nel momento in cui si valuteranno costi e possibili ricavi bisognerà apportare i necessari o possibili aggiustamenti alle variabili prima enunciate. Con una diversa tiratura, cambieranno alcuni parametri di costi variabili, ma potrebbero cambiare anche gli scaglioni delle royalties e persino le percentuali del diritto d'autore. Potrebbe cambiare anche il prezzo di copertina.
Tornando al concetto di leva del marketing all'aumentare della qualità del prodotto, aumentando di conseguenza costi fissi e variabili, la leva prezzo va verso l'alto quasi in automatico, a meno che non si decida, e questo è anche possibile, tenersi sottocosto per entrare in un mercato chiuso.
Sempre dalla stessa fonte (1) riporto un esempio, semplificato, di preventivo, per un libro che prevede un utile per la casa editrice leggermente maggiore della media. Nella tabelle è evidenziato in neretto l’aspetto chiave di ogni riga: per i costi fissi il totale (da distribuire sulla tiratura), per i costi variabili il costo unitario a copia, per gli altri elementi la percentuale sul prezzo di copertina.
Ho provato poi a ipotizzare, sulla base di dati confidenziali, quanto avrebbe dovuto vendere un volume posto in vendita a 18,00 €, del quale so per certo che l'autore ha riscosso un anticipo di 4000€, con la percentuale del 5%, per coprire almeno questo costo certo.
In questo caso è ancora più facile perché visto che la percentuale sul prezzo è 0,9 €, ne risulta che 4000/0,9 = 4444. Quindi, poiché la stessa fonte confidenziale mi ha riferito che il volume è stato considerato un discreto successo da parte del suo editore, posso concludere che abbia venduto molto più della media dei titoli italiani (di qualsiasi genere), forse 7000 o 8000 copie. Ma non sempre questo accade. Anzi sono eccezioni che confermano la regola.
4 commenti
Aggiungi un commentoGran lavoro. Mi congratulo.
Articolo molto interessante e ben fatto, anche per la duplicità di visioni.
A mio modesto avviso, fintanto che non ci sarà da parte dello Stato una presa di posizione forte a sostegno della cultura non sarà pensabile che molte cose cambino.
Giustamente, l'editore è sia divulgatore di cultura, sia, in primis, imprenditore che deve svolgere un lavoro remunerativo. Non stiamo parlando di biblioteche...
Però la cultura va sostenuta, non abbattuta da tasse varie. Occorre sostegno all'editoria, alle librerie (ricordiamo che le librerie mettono in tasca di solito il 30-40% del prezzo di copertina di un libro, eppure sono in costante chiusura...), ma soprattutto occorre un messaggio chiaro e deciso, cioè che la cultura è importante e che un popolo senza cultura è un popolo finito.
La cultura, d'altra parte, per il cittadino medio è a portata di mano senza grosse spese. Chi non ha mai letto niente (o visto un film diverso dalle soap opera...) potrà andare in qualsiasi biblioteca e trovare libri di vario genere (o in emeroteca, o in videoteca, etc...e trovare altri prodotti). Senza spendere un soldo, ma acculturandosi. E magari un giorno, forse presto, diventerà un frequentatore di librerie...
Dei "I segugi dell'ombra" possiamo dimenticarci il seguito dato che l'armenia alla risposta di una mail ha fatto sapere di aver abbandonato la pubblicazione della saga di Erikson.
...Penso che l'Armenia sia sulla strada del fallimento...
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