Nella precedente domanda ho accennato a una evoluzione della sf, ma la mia (personale) impressione è che la sf, quanto a evoluzione, si sia fermata allorché il cyberpunk ha detto tutto quanto aveva da dire, ovvero negli anni ’90. Oggi, la sf che si scrive ricalca in massima parte moduli già usati. Certamente non mancano ottimi autori, che però solitamente si muovono in ambiti consueti, che non fanno scuola e che non aggiungono nulla di veramente nuovo. Se la sf muta, è perché si evolve in modo massiccio anche il mondo che ci circonda, offrendo quindi nuovi spunti, nuove idee e nuove modalità. Ma siamo in un tempo di stagnazione e di regresso della cultura, in generale. Nel nostro settore, se una tendenza c’è, è quella di scrivere una sf che cerchi di imitare il linguaggio televisivo e cinematografico. Roba che, sempre a mio modesto parere, distrugge lo spirito della narrativa in sé. Se è vero che da un buon film si può scrivere un bel romanzo, l’esperienza insegna che da un buon romanzo, salvo eccezioni, è difficile ricavare un buon film. E non va dimenticato che il mercato pesa molto più di un tempo, in quanto detta a suo modo come e cosa si deve scrivere, anche per la fantascienza.
Cosa cambierei? Replay di un amore è un testo leggibile (credo) sia dai fan della sf, sia da chi non ha mai letto sf (ne ho avuto numerose conferme). Intendiamoci: non sono certo l’unico ad aver prodotto roba di questo tipo, ma penso che se ce ne fosse un po’ di più, la sf avrebbe forse una maggiore diffusione presso il lettore non di “genere”. Mentre constato che il fan sf solitamente pretende altra roba.
Parlaci dei tuoi ‘’lavori in corso’’, senza troppi spoiler.
In questi giorni ho terminato di scrivere due racconti lunghi, “La Voce” e “Anima”. Il primo racconta di un giovane studente che ama comporre musica, e che improvvisamente incomincia ad ascoltare nella mente una voce che si dichiara Voce delle Vibrazioni della Natura, che lo sprona a terminare la composizione d’una canzone già iniziata, garantendogli che sarà certamente un capolavoro perché lui, lo studente, è un genio. Da questo spunto nasce una serie di strani e ambigui eventi che si estendono sempre più, eccetera. “Anima” invece racconta di una spedizione di astronauti che raggiunge Betel-1, pianeta orbitante attorno alla stella Betelgeuse. Gli astronomi terrestri hanno scoperto che il pianeta è simile alla Terra, quindi potrebbe essere abitato. Infatti il pianeta è abitato, e – scopre lentamente il protagonista – Betel-1 pare identificarsi con un grande mito che… eccetera anche qui! Il 18 marzo 2014 una nuova collana di ebook della editrice Delos-Digital, I classici della fantascienza italiana, è inaugurata con l’uscita di un mio racconto del 1974, Tre per uno. E’ una delle mie storie più rieditate, con uscite anche in Germania, Ungheria, Repubblica Ceca. Il tema di fondo è la “diversità”.E’ un’altra storia ispirata a una mia esperienza diretta. Sosio ha definito questo vecchio racconto “straordinario per la modernità delle idee”.
Progetti per il futuro?
Raramente, quanto a scrittura, elaboro progetti. Scrivo quando me ne viene voglia, o se ho qualche suggerimento (da persone o da eventi) che mi stimola nel modo giusto. L’“Urania” Speciale n. 39 del dicembre 2009, intitolato Il quinto principio (535 pagine) è un romanzo il cui input mi venne da Elisa, mia compagna. Sono sempre stato un autore di racconti, con pochissime escursioni nel “romanzo”, tanto più in opere così impegnative. Per scriverlo ho impiegato cinque anni (scrittura… a singhiozzo), per pubblicarlo ho dovuto attendere altri cinque anni: era troppo lungo “per un romanzo di sf italiano” (questa la motivazione delle case editrici). Un’ottantina di racconti su altrettante tematiche ecologiche, li ho scritti trimestralmente, in una quindicina di anni, e continuerò a scriverne, su ordinazione, per la rivista online di ecologia “Villaggio Globale”. Nel cassetto ho da decenni un paio di romanzi di media lunghezza, da rivedere, e altra roba. Credo che le nuove collane di ebook della Delos potranno ben aiutarmi.
Un desiderio che non hai ancora realizzato?
…e che mai realizzerò: approfondire lo studio del pianoforte. Ma il tempo libero non può essere dedicato contemporaneamente e in modo serio a due attività impegnative: o l’una o l’altra. Eppure musica e fantascienza vanno molto d’accordo.
2 commenti
Aggiungi un commentoBell'intervista, sono d'accordo con tutto quello che sostiene Vittorio
Grazie, Gian! Per me è incoraggiante...
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