La serie televisiva Game of Thrones, con le sue ripetute scene di nudo, sesso e violenza, ha suscitato crescenti preoccupazioni negli spettatori e nei critici, coinvolgendo i lettori dei libri di successo scritti da George R.R. Martin. Lo scrittore ha voluto esprimere la sua opinione in merito in una recente intervista con il New York Times, difendendo fondamentalmente l’operato degli sceneggiatori ma tenendo comunque conto del fatto che la serie TV e i libri sono argomenti separati. Per quanto riguarda lui stesso, Martin ha sottolineato di aver voluto creare una trama di fantasy epico, ma che affondasse le radici nella storia, e quindi, afferma, “lo stupro e la violenza sessuale sono parte di tutte le guerre che si sono combattute dagli antichi Sumeri fino al giorno d’oggi” pertanto sarebbe “falso e disonesto” omettere scene di questo genere nei suoi libri e, di conseguenza, nella serie televisiva.
Dal momento che la narrazione di George Martin è incentrata sulla lotta per il potere, parlare degli orrori che si accompagnano a questi conflitti è semplicemente realistico. Tacerne avrebbe invece “sminuito uno dei temi portanti dei libri, ovvero che gli orrori della storia umana non provengono dagli orchi o da qualche Oscuro Signore, ma da noi stessi. Siamo noi i mostri, e anche gli eroi. Ciascuno di noi ha la potenzialità per commettere dei grandi mali, e anche delle ottime cose.”
Il mondo di Westeros dove la storia si svolge può essere un luogo oscuro e depravato ma, per George Martin, non più del nostro. E se qualche critico ha ritenuto che le scene sessuali siano state create in maniera da essere “stuzzicanti” questo la dice lunga, secondo lo scrittore, sulla mentalità di questi critici. “Forse loro le hanno trovate stuzzicanti. I miei lettori, penso, le hanno lette come erano state intese.” Va da sé che nella serie televisiva Game of Thrones il vivido dettaglio delle immagini rende la questione delle scene di sesso e violenza molto più delicata. George Martin non si pone il problema, tuttavia, affermando che la produzione della serie è in mano ad altre persone, che fanno le proprie scelte artistiche e scelgono in autonomia l’approccio che preferiscono.
D’altra parte George Martin afferma: “Fin dall’inizio la mia filosofia come scrittore è stata quella dello ‘show, don’t tell’ [ovvero: mostra, non raccontare, ndr]. Qualsiasi cosa stia succedendo nei libri, cerco di immergervi il lettore, piuttosto che fare un riassunto dell’azione. Questo richiede dettagli sensoriali vivaci. Non voglio distanza, voglio mettervi là. Quando la scena in questione è una scena di sesso, alcuni lettori si trovano fortemente a disagio. E in una scena di violenza sessuale dieci volte di più.”
Mentre George Martin difende la propria libertà artistica e il realismo, sia dei propri libri che della serie televisiva, c’è chi ha fatto scelte diverse. In una intervista a The Guardian la scrittrice Danielle Henderson ha spiegato perché ha deciso di smettere di vedere Game of Thrones una volte per tutte. A parte alcune scene dove ha visto del razzismo, la Henderson punta il dito sulla massiccia dose di sessismo e misoginia nella serie. “Per ogni donna che ha autorità ce ne sono cinque che vengono schiacciate” afferma, “e la maggior parte arrivano al potere mediante un’umiliazione fisica e morale (Daenerys) o un gelido distacco dalla realtà (Cersei). I fan sono pronti a difendere il sessismo dei libri, ma la direzione artistica della serie ha deciso di separarsi dall’intento dei libri, ultimamente, in una maniera che spinge tutti a domandarsi cosa stia succedendo.”
Libertà artistiche? Opportunismo commerciale? Decidete voi.
29 commenti
Aggiungi un commentoCiao Roy, ti proporrei di iscriverti al forum per continuare a discutere con noi. Sul livello a cui talvolta si sceglie di abbassarsi per rispondere a chi trolleggia, da moderatore ti invito a non assecondare questa tendenza.
Si può scegliere, insomma. E chi rompe "paga".
Buona permanenza.
dal sito del guardian "Danielle Henderson is a writer who lives in Seattle. She created Feminist Ryan Gosling, and is the arts & culture editor for the Stranger"
che poi non so, leggendo l'articolo citato nella news ( questo http://www.theguardian.com/tv-and-radio/2014/apr/29/game-of-thrones-racism-sexism-rape) mi pare che dica di aver deciso di smettere di seguire la serie dopo il finale della S3 perchè lo ha trovato razzista, peccato che poi cita e descrive scene tratte da "breaker of chains" e "oathkeeper", quindi tanto indignata non è rimasta , ne lo è attualmente se in sostanza continua a seguire la serie.
Forse, e dico forse, oltre alle scene forti e a volte discutibili, ci son anche dei personaggi interessanti e una storia che merita di essere vista
La Modessa dice bene, dice. Vedrai che siamo una combriccola non male... qualcuno di noi è cautamente fuori come un poggiolo, ma del resto tante maschere dietro lo schermo vengono via, e avrai modo di vedere non solo i troll (utenti poco cortesi, irrispettosi, oltre che scurrili e alle volte con qualche tacca in meno) ma anche principi, fatine e maghi
Serie bella o brutta, bravo scrittore oppure no, per una volta tanto di cappello a Martin per come ha difeso i suoi libri e la loro 'traduzione' televisiva.
No, questo non vuol dire che guarderò i telefilm o leggerò i libri
Non sono un grande estimatore della saga in alcuna delle sue forme.
Non si è trattato di un rigetto istantaneo ma di una scelta maturata gradualmente.
Il motivo non risiede nella brutalità e nel sesso esplicito
Infatti io personalmente non l'ho trovato tanto disturbante...o meglio l'ho trovato disturbante quando doveva esserlo, nel senso che immagino che fosse lo stesso martin a volere che lo spettatore\ lettore provasse un senso di fastidio in determinate situazioni.
Pertanto se lo spettatore\ lettore ha reagito con fastidio e disgusto in quei contesti immagino che l'autore abbia colto nel segno.
Lo stesso dicasi per la violenza e la brutalità.
il problema è più viscerale e cerco di spiegarlo:
Ho adorato il primo romanzo, e lo ho riletto più volte.
Mi è piaciuto il secondo romanzo.......ma ho trovato faticoso rileggerlo.
Andando avanti ho inserito le cronache nella categoria mentale delle belle opere "che però probabilmente non rileggero in seguito".
Alla fine quasi mi vergogno ad ammettere che mi è di fatto passata la voglia di leggerlo.
Di sicuro il collezzzzzzionista che c'è in mè mi costringerà a completare la saga....sempre che ce la faccia Martin a concludere..... ma non sono sicuro che la leggerò davvero e di certo non la rileggero nuovamente tutta d'un fiato.
Personalmente ritengo che se un opera piace ma si ha difficoltà nel riprenderla in mano, allora è evidente che siamo di fronte ad una buona opera, ma siamo molto lontani dal capolavoro.
Perchè tutto cio?
Orbene, delle cronache è senza dubbio apprezzabile l'enorme dimostrazione di "mestiere", la certosina ricerca (raramente ho visto un autore fantasy descrivere tanto bene la cucina e le pietanze dei mondi che descrive) e il virtuosismo .....ma ad un certo punto della saga ho avuto l'impressione che l'opera crescesse a dismisura oltre il controllo del suo autore e che lo stesso Martin non avesse bene in mente come arrivare alla fine.
In questo, lo stile adottato (mi riferisco allo "show dont tell" citato nell'articolo) non ha aiutato di certo, comportando una eccessiva prolissità dei romanzi.
Di martin invece apprezzo le opere più brevi e forse meno ambiziose (sono un fervente sostenitore di sir Dunk e della Potente Tartaruga), che mi sembra che abbiano una maggiore capacità evocativa, forse perchè non sono appesantite da troppi virtuosismi e enciclopediche ricerche, e che a tratti, nonostante lo stile apparentemente realisico e talvolta crudo che caratterizza martin, raggiungano una certa dose di lirismo.
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