Può una storia iniziare nel futuro e ricondurci al presente dopo una lunga permanenza nel passato? A quanto pare sì: a dimostrarcelo è X-Men: Giorni di un futuro passato (X-Men: Days of Future Past), ultimo tassello delle avventure cinematografiche dei mutanti dal gene X diretto da Bryan Singer (X-Men, X-Men 2 e prossimamente X-Men: Apocalypse, annunciato per il 2016).
Un futuro apocalittico accoglie lo spettatore, un domani in cui la guerra tra umani, mutanti e macchine assassine ha sconvolto la civiltà, costringendo gli X-Men a nascondersi e sopravvivere alla giornata, battaglia dopo battaglia. L’unico modo per porre fine a questa guerra sarebbe tornare negli anni Settanta e impedire a Raven/Mystica (Jennifer Lawrence) di compiere il suo primo omicidio uccidendo il dottor Bolivar Trask (Peter Dinklage). Infatti in seguito a tale crimine la giovane mutante sarebbe stata catturata e in base al suo DNA sarebbero state costruite le macchine che nel futuro stanno sterminando i mutanti.
A rendere possibile il viaggio nel tempo è il potere di Kitty (Ellen Page). Il professor Xavier (Patrick Stewart), Magneto (Ian McKellen) e Tempesta (Halle Berry) non possono sopportare il viaggio nel passato, ma gli enormi poteri rigenerativi di Logan rendono possibile il viaggio per Wolverine (Hugh Jackman), che si ritrova nell’America del ’73 con il difficile compito di fermare Mystica insieme al Charles Xavier del passato (James McAvoy). La situazione sarà talmente difficile da richiedere l’aiuto anche del Magneto del passato (Michael Fassbender). Wolverine, Xavier e Magneto potranno contare su altri due potenti alleati: Bestia (Nicholas Hoult) e Quicksilver (Evan Peters).
Il paradosso temporale è sicuramente l’aspetto più interessante di questo film. Non vi diciamo come verrà risolto dalla sceneggiatura (di Simon Kinberg, Jane Goldman e Matthew Vaughn), ma vi anticipiamo che ha effetti rilevanti sulla storyline generale di tutti i mutanti. Il viaggio nel tempo fa di X-Men: Giorni di un futuro passato un film in cui all’aspetto supereroistico si accostano temi fantascientifici, gradevoli pur se non centrali. In generale rispetto ai passati film degli X-Men assistiamo qui a una “riduzione” dei personaggi, se non altro numerica. Il focus della vicenda è soprattutto sul trio Xavier-Magneto-Raven/Mystica, con Wolverine nel ruolo di testimone/spettatore. I personaggi sono ben gestiti: troviamo un giovane Charles Xavier che ha rinunciato ai suoi poteri e ha sviluppato una dipendenza da medicinali che ricorda da vicino le droghe. Magneto resta un personaggio in bilico così come in X-Men: L’inizio. Non agisce per il bene, ma lo spettatore riesce a empatizzare con lui e comprendere le ragioni dietro le sue scelte. Raven/Mystica è un personaggio molto interessante: non è la Mystica della prima trilogia di X-Men, non ancora, ma non è nemmeno l’ingenua Raven che Charles Xavier ha sempre cercato di controllare. In questo film a fare la differenza è la scelta di Raven, una scelta compiuta in autonomia e non influenzata da Xavier o da Magneto. I tre personaggi sono legati da un rapporto forte e molto profondo, non perfetto, ma comunque interessante, simbiotico e quasi di bisogno. Bestia, Tempesta e Kitty sono solo di contorno. Un po' meglio se la cava Quicksilver, un ragazzino iperattivo che è talmente irritante da riuscire simpatico nonostante tutto. Il personaggio è protagonista di una delle scene che restano più impresse del film, e che possono fare la differenza nell'attraversare la sottile linea di demarcazione tra ciò che piace e ciò che non piace.
In generale buone le performance degli attori, con Fassbender e McAvoy che ce la mettono tutta per rendere la profondità del controverso rapporto di amore-odio tra Xavier e Magneto. Spicca come sempre Jennifer Lawrence, riconoscibile anche sotto il trucco blu di Mystica. Molto in parte anche Peter Dinklage, che ogni fan di Game of Thrones avrà riconosciuto. Mi sarei invece aspettata qualcosa in più dal 3D e dagli effetti speciali: il 3D aggiungeva poco e non era invasivo, gli effetti speciali potevano essere migliorati.
Pur senza toccare le vette del Cinecomic, X-Men: Giorni di un futuro passato resta un film godibile che si può vedere anche senza aver letto le avventure fumettistiche dei mutanti. Imperdibile per chi ha visto è apprezzato gli altri film della saga, che potranno trovare delle sorprese molto interessanti. C'è una scena al termine dei titoli di coda, quindi vi consigliamo di non lasciare subito la sala. Vi anticipiamo solo che contiene uno spunto per lanciare il prossimo film degli X-Men, accreditato da Internet Movie Data Base per il 2016.
7 commenti
Aggiungi un commentoio non vedo l'ora di vedermelo in inglese
Spero che alla Marvel stiano pensando bene a come usare Quicksilver perché LA scena di GFP sarà un termine di paragone molto pesante.
Anch'io.
Un po' perchè la voce della Page con quella "s" sifula non si può sentire ma soprattutto perchè sia Fassbender che McAvoy hanno cercato di avvicinarsi alle inflessioni di McKellen e Stewart (e il doppiatore di McAvoy non mi piace).
Una bella gatta da pelare adesso per la Marvel. Mi piace , così si accende la competizione.
Sai Melian che mi è stata fatta una 'recensione' diametralmente opposta alla tua? Bizzarrie dei gusti cinematografici....
(ma conoscendo il tipo, mi fido più della tua )
Sicuro, sicuro? Grazie per la fiducia comunque
Edit kattivo: comunque non ho ancora visto una delle sagaci recensioni di ZeroCalcare e/o Ortolani. Che gli sia piaciuto e non lo vogliono ammettere?
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