Di certo si tratta di un lavoro in progress, una tecnica affinata negli anni anche per via di un pubblico sempre più appassionato quanto esigente che non ha perdonato facilmente certi errori grossolani di traduzione, e di questo sia la Patrizi che gli stessi doppiatori sono sembrati molto consapevoli, e motivati a fare sempre meglio ma anche convinti del fatto loro.
Il loro, in fondo, è un lavoro troppo piacevole per non farlo con passione. E il loro motto è “tradurre tutto, laddove possibile fedelmente con l'originale o, quantomeno, rispettare il senso, grazie anche all'aiuto di supporter per le citazioni fantascientifiche e scientifiche, ma anche dell'uso di internet, per un istantaneo supporto per la traduzione.
La Patrizi ha sottolineato il proprio tenerci a tradurre tutto il possibile, anche le canzoni (fantastiche, di Howard Wolowitz, che speriamo siano state adeguatamente adattate per anche la settima stagione), cercando di attenersi alle regole di cui sopra e di come certe espressioni, come “Mannaggia alla Peppetta” spesso esclamato da Sheldon, siano state scelte riuscite.
C'è stato poi un sincero apprezzamento verso i creatori della serie e delle relative scelte fatte nel tempo, come l'introduzione di nuovi personaggi come Amy e Bernadette, o anche di Stuart, che con la propria fumetteria ha aggiunto un luogo ulteriore dove raccontare la storia dei fisici più amati d’America.
Hanno poi parlato del ruolo del doppiatore, che è soprattutto un “attore specializzato al servizio” che fa un grosso sforzo per sì entrare in sintonia col personaggio, ma facendo al tempo stesso quel passo indietro perché non ci sia una sovrapposizione (“rispettare l'attore senza andare sopra”), ma un'armonia che permetta di far funzionare l'adattamento. Non un imitatore, dunque. E la Patrizi ha elogiato i doppiatori scelti per The Big Bang Theory proprio soprattutto per le loro capacità artistiche che sia allargano su molti fronti. Artisti a trecentosessanta gradi (Lopez prossimamente produrrà un altro album musicale, per esempio), che continueranno a lavorare anche ad altri progetti televisivi, come per esempio Leonardo Graziano, che è entrato nel cast di The Originals.
Quest'ultimo ha parlato… molto più degli altri, in particolare della propria esperienza artistica e di come aver lavorato al doppiaggio di numerosi cartoni animati, in particolare nella serie anime Naruto (infatti è anche la voce ufficiale di Naruto Uzumaki), lo abbia sensibilmente aiutato a capire come approcciarsi con un personaggio complesso come Sheldon, in particolare con la capacità di quest'ultimo di parlare a velocità sorprendenti, e con contenuti di un certa complessità e spessore.
Tuttavia Sheldon non influisce nella vita di Leonardo, che ammette di avere come il personaggio che doppia qualche mania ossessivo compulsiva come anche l'essere logorroico (non ce ne siamo accorti…!), e apprezza di Jim Parsons la capacità di parlare con gli occhi, soprattutto, che esprimono prima ancora che parli. “È un attore che con poco dà tantissimo”, ha affermato, con una certa ammirazione.
In effetti anche i partecipanti alla conferenza stampa si sono dimostrati maggiormente interessati a lui, ricoprendolo di domande, complimenti, richieste di foto e autografi.
Leonardo ha poi raccontato che il suo provino per la parte di Sheldon durò “sei minuti e mezzo scarsi” contro i quarantacinque del candidato che lo precedeva, sottolineando tutto il tormento interiore di fronte a una possibilità di ingaggio considerata fallita, in quel momento; ha poi spiegato come vengano scelte le voci per gli adattamenti internazionali, direttamente a casa Warner, negli USA.
In effetti già dai tempi di Friends, almeno a mia memoria, si tratta di un sistema a volte un po’ discutibile e che non sempre ha portato grandiosi risultati che poi, andati a sommarsi a traduzioni e adattamenti poco efficaci o talvolta del tutto opinabile per non dire fuori dal mondo, che hanno spesso contrariato il pubblico al punto di decidere di dedicarsi alla visione in lingua originale. In The Big Bang Theory è vero che si è sempre cercato di “raddrizzare il colpo”, anche se i tempi verbali continuano a essere un optional (anche nell’episodio inedito andato proposto alla conferenza stampa non c’è stata traccia dell’uso dei congiuntivi).
Leonardo a onor del vero riesce a essere convincente nel prestare la voce a Sheldon, sicuramente più del temporaneo supplente Emiliano Coltorti che lo sostituì per cause di forza maggiore. Di certo, negli anni ha mostrato un certo miglioramento nell’approcciarsi al personaggio e non stride rispetto all’originale. Anche Gabriele riesce a essere abbastanza in parte nell’accostarsi a Leonard-Johnny, rispettandone anche alcune sfumature, come anche riesce a fare Alessio Buccolini nel prestare la voce a Raji Koothrappali.
4 commenti
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Avevo provato a seguire la serie quando era uscita ma detestavo troppo le risate finte, ora sto seguendo la quarta stagione mentre vado in palestra e devo dire che mi sta divertendo.
All’inizio ricordo che c’erano state delle piccole polemiche circa l’adattamento delle battute in italiano, più un problema di traduzione che non di doppiaggio, secondo le quali si erano persi alcuni riferimenti molto nerd che potevano non essere capiti dagli italiani.
E’ stato toccato l’argomento durante questo incontro?
Grazie Mel, ma ho riportato tutto quello che è stato detto, lo giuro! Tradotto no. Hanno insistito sul fatto che è stato raddrizzato il tiro col tempo, perché il pubblico è esigente.
Diciamo che la Patrizi ha parlato senza voler interferenze in questo senso, difesa a spada tratta. Sinceramente mi è sembrato che se la cantassero e suonassero un po' troppo, lei in particolare. Addirittura è andata sparata sull'idea che tradurre tutto sia la sfida più figa.
Che talvolta si perde però
Giusto ieri ho visto un episodio dove i doppi sensi si sprecavano ma che in italiano si sono persi.
Sheldon: "I have sheep, I need wood. Who has wood for my sheep? C'mon ... I just want wood. Why are you making it so hard?"
E' vero che non è facile renderla in italiano mantenendo il doppio senso, un po' stupido da nerd a dire il vero, ma tradurre "wood" come "pilone" e "sheep" come "pelliccetta" proprio non va.
Si discuteva di come sia necessario cercare di mantenere il senso, o di usare un rispettivo italiano. Il problema è che nessuno gli dava contro.
E' stato un po' strategico, imho, la maggior parte delle domande le ha fatte uno dei responsabili dell'incontro, e seppure siano state fatte sul doppiaggio e la traduzione ha lasciato che la Patrizi parlasse molto a briglia sciolta, e poi comunque le star erano i tre, infatti ai 5 minuti lasciati per le domande dei giornalisti sono state fatte prettamente domande a Graziano.
Ho perso una grossa occasione di dirgliene 4, lo so...
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