— Non sono affari tuoi! — si difese l’altro, allontanando il cellulare. — dimenticati questa storia, okay?

— Non mangi, non dormi, fissi il cellulare e pretendi che io me ne dimentichi ? — la voce di Jace era insolitamente carica di inquietudine; Clary sapeva quanto gli dispiacesse vedere Alec così triste, ma non era sicura che Alec stesso lo sapesse. in circostanze normali, Jace

avrebbe ucciso, o per lo meno minacciato, chiunque avesse osato ferire il suo parabatai. Ma in quel caso era diverso: a Jace piaceva vincere, e non si può vincere contro un cuore spezzato, nemmeno se appartiene a qualcun altro.

Qualcuno a cui vuoi bene.

Jace si chinò in avanti e sfilò il telefono di mano ad Alec. lui protestò e cercò di riprenderselo, ma l’altro lo tenne a distanza con una mano, usando l’altra per scorrere con abilità tra i messaggi in memoria. — MAGNUS, PER FAVORE, RICHIAMAMI. HO BISOGNO DI SAPERE SE STAI BENE… —

scosse la testa. — okay, no. Proprio no. — Con una mossa decisa, spezzò il telefono in due. Quando buttò i pezzi a terra, lo schermo si annerì. — ecco fatto.

Alec fissò allibito i resti del suo cellulare. — Mi hai ROTTO IL TELEFONO!

l’altro fece spallucce. — i ragazzi non permettono ai ragazzi di continuare a chiamare gli altri ragazzi. Be’, mi è uscita male. Riprovo: gli amici non permettono agli amici di continuare a chiamare i loro ex per poi riattaccare.

dico sul serio. la devi piantare.

Alec sembrava furibondo. — Per questo mi hai fatto a pezzi il cellulare nuovo? Grazie tante!

Jace sorrise serenamente e si sdraiò sulla roccia. — Prego.

— Guarda il lato positivo — intervenne Isabelle. — Non puoi più ricevere i messaggi della mamma. oggi me ne ha inviati sei… io ho spento — disse picchiettandosi la tasca con sguardo eloquente.

— E che cosa vuole? — si informò Simon.

— Riunioni costanti — rispose. — deposizioni. il Conclave insiste nel voler sentire e risentire che cosa è successo quando abbiamo combattuto contro Sebastian al Burren. Abbiamo dovuto fornire tutti un resoconto dettagliato, qualcosa come… cinquanta volte. Raccontare di

quando Jace ha assorbito il fuoco celeste di Gloriosa. Fornire descrizioni degli Shadowhunters oscuri, della Coppa infernale, delle armi che usavano, delle rune che avevano. E poi cosa indossavamo noi, cosa indossava Sebastian, cosa indossassero tutti gli altri!Ttipo sesso telefonico, ma molto più noioso.

Simon soffocò una risata.

— Cosa pensiamo che vorrà Sebastian — quando tornerà

— aggiunse Alec. − e come si comporterà quando lo farà.

Clary puntò i gomiti sulle ginocchia.

— È sempre bello sapere che il Conclave ha un piano

preciso e affidabile.

— Non vogliono crederci — commentò Jace, fissando

il cielo. — È quello il problema. Non conta quante volte raccontiamo cosa abbiamo visto al Burren. Non conta quante volte ripetiamo che gli ottenebrati sono pericolosi. si rifiutano di credere che i Nephilim possano davvero essere corrotti, che ci siano Shadowhunters capaci

di uccidere altri Shadowhunters.

Clary era presente quando Sebastian aveva creato il primo ottenebrato. Aveva visto il vuoto dentro a quegli occhi, la furia con cui la creatura aveva combattuto. E ne era rimasta scioccata. — Quelli non sono più Shadowhunters — precisò a bassa voce. — Non sono… persone.

— Ma è difficile crederci se non li hai visti — le fece notare Alec. — e poi Sebastian non ne ha molti. Sono un gruppetto disorganizzato. il Conclave non vuole credere che sia una vera minaccia. oppure, se lo è, preferiscono pensare che lo sia più che altro per noi, a New York, anziché per gli Shadowhunters in generale.

— Non sbagliano a dire che, se c’è qualcosa a cui Sebastian tiene, si tratta proprio di Clary — aggiunse Jace, e la ragazza sentì un brivido gelido correrle lungo la schiena, un misto di ansia e disgusto. — lui non prova emozioni vere e proprie. Non come le nostre. Ma se dovesse provarne, allora sarebbero rivolte a lei. in fondo, nei confronti di Jocelyn ne ha: la odia. — si interruppe, pensieroso.

— Però non penso che verrà a colpire direttamente qui.

troppo… scontato.

— spero che tu lo abbia riferito anche al Conclave —

gli disse Simon.

— Circa un migliaio di volte. Ma non credo che tengano particolarmente in considerazione i miei punti di vista.