Ciao Daniele, qual è il tuo genere Fantasy?
Non credo di avere un genere fantasy preferito. Mi piacciono le ambientazioni in stile Signore degli Anelli – ho masterizzato un gioco di ruolo simile a D&D per diversi anni – così come adoro la saga di Harry Potter. Ho scritto un romanzo fantasy – dovrebbe essere pubblicato entro l’anno – che ha una forte contaminazione hard boiled e grottesca. Insomma, non sono una persona che si “limita” a un genere.
Cosa ti ha colpito più del progetto Urban Fantasy Heroes’? E perché secondo te è una saga interessante quanto vincente?
Sicuramente il fatto che a gestirlo fosse un professionista come Emanuele Manco, e poi, dopo aver letto il primo episodio, qualcosa è scattato in me e mi è venuta subito l’ispirazione per scrivere. Inoltre ho da poco terminato la visione delle puntate di Heroes – certo, è una serie tv che ormai ha qualche anno ma non l’avevo mai seguita per bene – e avevo proprio voglia di creare dei personaggi con superpoteri particolari. Ecco, penso che questa possa essere la forza di Urban Heroes, i superpoteri hanno sempre attirato il pubblico e penso che chiunque, di fronte a un film di supereroi, si sia interrogato su come sarebbe stato vedere un supereroe fatto in un modo piuttosto che in un altro. Ora ne abbiamo la possibilità.
Quanto incide la tecnologia nella vita di ciascuno?
Al giorno d’oggi, tanto. Forse troppo. Il cellulare una volta non esisteva, così come facebook. Adesso, se non hai la tua pagina facebook sei considerato uno sfigato, se non hai il cellulare sei proprio fuori dal mondo. Mi piace pensare che l’uomo avrebbe bisogno di depurarsi, ogni tanto, ma io sono il primo a seguire l’onda tecnologica, offre possibilità che un tempo non erano pensabili. Il mio ultimo libro, Terralluna, se ci pensi è un techno–thriller ambientato su una luna colonizzata dove una guerra tecnlogica ha portato a due differenti fazioni: una volta allo sviluppo della tecnologia, l’altra alla sua regressione, cosicché aggirandoti per Terraluna ti ritrovi a entrare in un cinema dove proiettano vecchi film in bianco e nero e allo stesso tempo ti puoi imbattere in qualcuno capace di piegare lo spazio-tempo.
Da dove nasce l’idea del tuo racconto?
Beh, direi che in parte – come dicevo – me l’ha ispirato il racconto di Emanuele, in parte deriva da una componente molto attuale, che è quella dei siti pornografici. Volevo un’eroina che fosse “oltre” gli stereotipi, non la damigella in pericolo e non la tipa cazzuta che ha le palle più dure di un maschio. Kasia, in questo, rispecchia esattamente ciò che volevo creare.
Parlaci della tua esperienza di editing.
Ottima. Con Emanuele è andata benissimo. Sarà che ormai sono abituato a fare editing anche dalla parte di chi pubblica, perciò conosco le meccaniche che si innescano quando si deve ragionare in termini di commerciabilità dell’opera.
Senza troppi spoiler, ci parli del tuo racconto?
Non vorrei aggiungere troppo a quel che ho già detto. Ho parlato di Kasia, che è la hot girl di un sito pornografico. Non dirò qual è il suo potere, però. Posso dire che si caccerà nei guai, e che lei stessa sarà un guaio… per chi finisce nella sua tela. Ma in Virtual Sex Kasia non è l’unico personaggio con dei poteri.
Quali consigli daresti a coloro che partecipano alla saga?
Posso dire quel che ho cercato di fare io: uscire dagli schemi con un’abilità a dir poco “assurda”, ma che si amalgama alla perfezione con il lato tecnologico proposto da Emanuele nel primo episodio. Secondo me è questo: cercare l’originalità facendo in modo di modellarsi su quanto è già stato scritto.
Il tuo racconto rispecchia questioni di rilievo sociale? Se sì, ce ne parli?
Beh, ho parlato di pornografia. Kasia sfrutta una debolezza umana – per lo più maschile per tirare a campare, salvo poi ritrovarsi con questo potere… che le permette di ottenere ancora di più, anche se forse dovrei dire che la condanna. A un certo punto dovrà fare delle scelte e non saranno del tutto felici.
Progetti per il futuro?
Il futuro è qui. A parte curare le pubblicazioni di Nero Press Edizioni insieme ai miei colleghi dell’associazione, ho diverse cose in cantiere e alcune pubblicazioni che dovrebbero vedere la luce entro fine anno. E c’è un progetto interessante, di cui ancora non posso parlare, che ho avviato insieme a Dunwich Edizioni e a un autore piuttosto noto e molto bravo. Mi sono sbilanciato anche troppo, però. Dovete aver pazienza e aspettare la fine dell’estate per sapere cosa stiamo tramando.
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